Sul piatto un aumento di capitale da 4 milioni di euro, ma il rischio è di pagarne 6 l'anno per la corrente
Il caro energia mette a rischio un investimento di 4 milioni di euro di FA Group, le ex Fonderie Tacconi con sede a Santa Maria degli Angeli, che contano 400 addetti e che avevano chiuso il 2021 con oltre 50 milioni di fatturato, in crescita sia rispetto ai 40,8 del 2020 che ai 45 del 2019 prima della pandemia. Al momento i lavoratori non sarebbero a rischio, ma è di 550 mila euro l’aumento mensile del costo dell’energia per la storica impresa umbra rilevata a fine 2019 da 3M srl di San Gustino dopo l’avvenuta omologazione del concordato in continuità.
Recentemente FA Group ha sottoscritto un aumento di capitali da quasi quattro milioni di euro: provenienti dall’ingresso di due fondi di investimento Sici SGR e Next Holding. L’investimento ha l’obiettivo di rafforzare il Gruppo attraverso un piano di sviluppo per l’innovazione e l’automatizzazione dei processi determinando una maggiore efficienza e un aumento della capacità produttiva dello stabilimento. Ora arrivano i rincari elettrici a mettere i ‘bastoni tra le ruote’.
“La fonderia è un’impresa energivora – spiega l’imprenditore Alvano Bacchi – l’eccezionale aumento dei costi energetici, che si somma all’incremento del costo delle materie prime avvenuto nell’ultimo anno, mette a rischio gli investimenti che erano stati programmati, la continuità produttiva e anche il percorso concordatario per il quale dobbiamo rispettare determinati flussi. Siamo molto preoccupati – le parole di Bacchi – perché se i nostri principali clienti non accoglieranno l’aggiornamento dei listini, c’è il rischio di dover fermare la produzione per evitare non solo l’erosione completa dei margini di guadagno, ma anche per evitare che il capitale previsto per gli investimenti debba essere utilizzato per la spesa corrente. La posizione del Gruppo peraltro è ancora più delicata poiché il concordato impone determinati livelli produttivi. Una situazione paradossale, considerando che gli ordinativi sono in costante aumento, oltre i livelli immediatamente pre-pandemia”.