Non c’è stato il tempo di salutare (o di stracciarsi le vesti, a seconda da che parte si siano viste le elezioni regionali di ottobre) l’insediamento del nuovo governo regionale che la politica umbra è già in campagna elettorale.
All’orizzonte ci sono infatti le elezioni suppletive per individuare chi in Senato andrà ad occupare il posto lasciato libero da Donatella Tesei (a marzo, forse domenica 8) ed il Congresso del Pd regionale, partito ancora commissariato dopo lo scandalo Sanitopoli che aveva portato lo scorso aprile alle dimissioni del segretario Gianpiero Bocci e poi alle elezioni regionali anticipate.
Le opzioni in casa Lega
Nonostante il tempo a disposizione non sia poi molto, i partiti muovono le prime mosse. Anche se le decisioni, alla fine, pare saranno prese fuori dai confini regionali.
Nel vertice spoletino la Lega (che rivendica di diritto la candidatura per sostituire la leghista Tesei) ha messo sul tavolo i primi nomi, espressione dei tre maggiori territori in cui si andrà al voto nell’Umbria sud. Foligno propone il capogruppo consiliare Riccardo Polli (già candidato alle regionali, ma senza entrare a Palazzo Cesaroni). Considerando le stesse ragioni che nel 2018 portarono a scegliere Donatella Tesei, è proprio Foligno il territorio che può rivendicare un proprio rappresentante a Roma.
Ma almeno il Folignate esprime la presidente di Regione. Spoleto, invece, è rimasta al palo nelle ultime elezioni. E allora ci prova a spuntarla nella corsa per Roma, mettendo in pista l’assessore comunale all’Urbanistica Francesco Flavoni. Le fibrillazioni tra il partito e il sindaco De Augustinis non aiutano però la causa spoletina.
Per evitare l’obiezione di un eccesso di rappresentatività (alle regionali ha fatto praticamente il pieno) l’area del Ternano prova a giocare la carta Nico Nunzi, l’ex vicesindaco di Otricoli fresco di nomina regionale nel partito.
Nelle gerarchie leghiste, poi, restano nomi caldi quelli di Daniele Carissimi e Valeria Alessandrini, consiglieri regionali che erano stati in ballo anche per Palazzo Donini. Certo, con una legislatura che pare avere i giorni contati viste le continue defezioni in casa 5 stelle e le stilettate di Renzi, lasciare il sicuro scranno di Palazzo Cesaroni appena occupato per una traballante poltrona a Palazzo Madama appare sconveniente. A meno che non ci sia la garanzia di rivedersi ai nastri di partenza in caso di elezioni anticipate.
La scelta di Salvini
Per non riaprire il fronte che vede da una parte l’asse Briziarelli-Mancini e dall’altra parte Caparvi-Marchetti, la decisione finale anche questa volta sarà presa direttamente da Matteo Salvini. Il quale comunque, anche per quanto detto durante la lunga campagna elettorale umbra, difficilmente utilizzerà quest’occasione per catapultare a Roma qualcuno di fuori regione.
E a proposito leghisti adottati, l’assessore alla Sanità Luca Coletto continua a smentire di essere pronto a lasciare l’Umbria già la prossima primavera, dopo le elezioni venete.
Parlamentarie a 5 stelle
In casa Pd, naufragata l’alleanza umbra con il Movimento 5 stelle, si spera ancora nella rinuncia dei grillini a presentare un proprio candidato per il Senato. Così da riuscire comunque ad intercettare una parte del voto pentastellato senza doversi legare con un’alleanza organica che non convince la base. Speranza vana, perché il Movimento 5 stelle ha annunciato che presto lancerà le Parlamentarie per la scelta del candidato per il posto libero in Senato.
Il tesseramento Pd
Il Pd, del resto, è impegnato in queste ore sul doppio fronte elettorale, esterno e interno. Perché all’orizzonte c’è il Congresso col quale scegliere il gruppo dirigente che dovrà provare a risollevare il partito. I circoli, un tempo i monasteri della Chiesa rossa in Umbria, sono ridotti al lumicino, soprattutto in alcuni territori. Il tesseramento non sta andando a gonfie vele (come nel resto d’Italia). Il commissario Verini aveva detto che sarebbe stato un tesseramento “vero”, senza imbarcare tutti al solo scopo di avere più forza ai congressi. Questa sarà anche la giustificazione dei numeri del tesseramento, se si proseguirà su questo trend.
Del resto, anche la data del congresso (inizialmente attesa per febbraio) non è scontata. Ed è dunque certo che anche il dossier candidatura per le suppletive al Senato sarà giocata sull’asse Verini-Zingaretti. Con in mezzo il doppio appuntamento del 26 gennaio (con le elezioni regionali in Calabria e soprattutto in Emilia Romagna) fondamentali per la stabilità e la credibilità della segreteria Zingaretti.
Renziani mimetizzati
Sul congresso umbro del Pd, poi, c’è l’ombra dei nuovi renziani, che senza affondare il colpo si limitano alle azioni di guerriglia, ben mimetizzati, Ma pronti ad accaparrarsi quanto c’è da prendere in caso di rompete le righe dem.
Il Congresso dem
In questo clima è arrivata la dichiarazione ufficiale con cui il sindaco di Magione, Giacomo Chiodini, ha annunciato urbi et orbi che non ci candiderà per il Congresso, nonostante le numerose pressioni in tal senso. Nel caso, sosterrà Tommaso Bori, accordo già risultato vincente per le regionali, dove il consigliere perugino è risultato il più eletto. O almeno, la linea Bori, visto che il capogruppo in Regione potrebbe lanciare la capogruppo al Comune di Perugia Sarah Bistocchi. Ma c’è anche chi ritiene che l’opzione Chiodini, nonostante il pubblico rifiuto, non sia tramontata.
Dall’altra parte non sembra voler rinunciare il sindaco di Gualdo Tadino, Massimiliano Presciutti, diventato il principale oppositore a viso aperto, dentro al partito, della linea del commissario Verini. La fascia appenninica, a parte qualche chiazza rossa dalle parti del Trasimeno, è l’unica area dell’Umbria dove ancora le bandiere del Pd sventolano sul pennone più alto.
L’incontro a Terni con i segretari
Oggi a Terni si terrà la riunione di tutti i segretari convocati dal commissario Verini proprio per discutere del percorso che porterà al Congresso.
Le suppletive in casa dem
Molto dipenderà da quanto solida resterà dal 27 gennaio la segreteria Zingaretti. Che comunque, vista la tempistica, deciderà la candidatura umbra per le suppletive di marzo. Il nome di Francesco De Rebotti appare il più accreditato. Sempre che l’attuale sindaco di Narni e presidente di Anci Umbria accetti. Da Spoleto poi, si avanza, questa volta timidamente, l’opzione Camilla Laureti, già candidata per il Comune e per le europee.
Tempo di scelte, con i partiti regionali che possono solo presentare una rosa di nomi a Roma. E senza poterci litigare più di tanto.