Adesso c’è l’ufficialità anche della Corte d’Appello di Perugia: la candidata del centrosinistra, il cosiddetto “campo largo”, Stefania Proietti, è la nuova governatrice dell’Umbria. Nella giornata di venerdì, terminata la verifica della regolarità dei verbali arrivati dai mille seggi, la Corte d’Appello l’ha proclamata ufficialmente presidente della Regione Umbria.
Il tempo per i ricorsi
Contestualmente alla proclamazione degli eletti in Consiglio regionale, decadono i consiglieri uscenti e tutti i contratti a termine ad essi legati. Scattano anche da questo momento i 30 giorni di tempo per presentare eventuali ricorsi o richieste di riconteggi di schede. Ricorso che comunque non può essere generale (un riconteggio “a strascico delle schede”, che tra l’altro sarebbe estremamente oneroso a carico del ricorrente), ma deve essere circostanziato, indicando in quali seggi si sono verificate eventuali anomali tali da indurre, appunto, a riconteggiare le schede. Sulla base delle contestazioni riportare nei verbali (ad esempio su richiesta dei rappresentanti di lista) o sulla base di dichiarazioni giurate di elettori di quei seggi.
Molto difficile, comunque, che possano esserci ricorsi tali da portare a cambi all’interno dell’Assemblea legislativa.
Lo scarto tra Proietti e Tesei
In base alla vidimazione della Corte d’Appello cala il numero dei voti validi, che scendono a 355.366. E lo scarto a favore di Stefania Proietti su Donatella Tesei scende di poco, assestandosi a 17.382 voti.
Confrontando la documentazione della Corte con i numeri pubblicati dal ministero dell’Interno, le differenze sono minime: Stefania Proietti passa da 182.394 voti a 181.587 mentre Tesei da 164.727 a 164.205; anche per tutti gli altri sette candidati differenze minime. E così in totale i voti validi sono 355.366 e non 356.784.
Stefania Proietti, che al suo comitato elettorale aveva tenuto una prima conferenza stampa, lunedì 2 dicembre alle ore 12 incontrerà per la prima volta la stampa ufficialmente da presidente della Regione Umbria.
Il risiko per la Giunta e il messaggio di Proietti
Proprio nel giorno in cui è previsto un nuovo vertice di maggioranza per trovare la quadra sulla nuova Giunta che la affiancherà. Perché se pacifico è lo schema dei posti da attribuire alle liste collegate (2 al Pd ed uno ciascuno a M5s, Umbria Domani, AVS), sui nomi ci sono vari petali da sfogliare nella margherita che i partiti, gentilmente, hanno posto nelle mani della neo governatrice. Che però tradizionalmente ha anche fama di essere una decisionista che vuole far valere tutte le sue prerogative, come ha fatto da sindaco. Carica che tra l’altro, secondo quanto trapela da Assisi, intende mantenere sino alla decadenza, per cercare di evitare il commissariamento del Comune. Certo, per il giorno della convocazione della prima Assemblea legislativa la Giunta dovrà essere definita.
La neo governatrice, con un messaggio inviato ai suoi, ha tenuto a far sapere che non c’è nulla di deciso in merito ai nomi circolati. Che però, pur con qualche colpo di teatro, sul tavolo restano. A cominciare da quello di Simona Meloni, la più votata in casa Pd. Un risultato da premiare, considerando anche che coprirebbe una casella al femminile e, negli equilibri dem, l’area bocciana. C’è poi il segretario Tommaso Bori, sicuro di avere le competenze per mettere mano adeguatamente alla sanità. Né pare che la prospettiva di spiccare il volo tra due anni verso Roma venga considerata un possibile freno. Sempre che Proietti non preferisca puntare su un tecnico per una materia strategia, quella sulla quale, di fatto, ha vinto le elezioni.
L’unico nome che non viene messo in dubbio è quello del pentastellato Thomas De Luca, principale estensore del programma politico del centrosinistra alla voce “Ambiente”. Proprio la delega che lui vorrebbe. E la cosa turba non poco tanti cacciatori umbri, poco convinti che Proietti tenga per sé le deleghe a caccia e pesca, come aveva prospettato in un incontro con le associazioni venatorie.
In casa AVS, se l’eletto Fabrizio Ricci dovesse essere chiamato in Giunta per occuparsi di Lavoro e Sociale), lascerebbe libero un posto in Consiglio (così gli accordi nella formazione della sinistra ambientalista). Le alternative sono sempre in cima alla lista AVS, tra Federico Santi, Stefano Mingarelli e Alfonso Morelli. Oppure chiamare l’agronomo Fabio Barcaroli all’Agricoltura.
Un nome tecnico potrebbe poi spuntare per l’assessorato che “spetterà” alla lista collegata alla presidente.