Elezioni: candidature d'anticipo, investiture, primarie a ostacoli e trattative logoranti

Elezioni: candidature d’anticipo, investiture, primarie a ostacoli e trattative logoranti

Massimo Sbardella

Elezioni: candidature d’anticipo, investiture, primarie a ostacoli e trattative logoranti

Dom, 05/11/2023 - 09:01

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Da Perugia, a Foligno, sino a Orvieto e Marsciano, con vista sulle regionali: normalizzatori a destra, diesel a sinistra e ruspe di Bandecchi

Nel centrosinistra le consultazioni sono iniziate già lo scorso giugno. Un anno prima il doppio appuntamento elettorale amministrative-europee. Con vista sulle regionali, quando sarà appena lavata via la tintarella agostana. L’asse di ferro è quello giallorosso, Pd – M5s. Con i “cespugli” dell’area progressista e la sinistra ambientalista.

Asse Pd – M5s, il metodo

Difficile, se non in caso di flirt localistici, che possa comprendere anche Azione. I renziani di Italia Viva, poi, in qualche caso (vedi Perugia) stanno dialogando con il centrodestra, per vedere se con i civici di Fora ci sia spazio per rafforzare l’area moderata del centrodestra insieme a Forza Italia orfana di Silvio Berlusconi.

Il metodo dichiarato è sempre quello: prima il programma, poi il candidato più giusto per attuarlo. Che serva per trovare mediazioni difficili su progetti come quello del Nodo, a Perugia. O passi per la Conferenza programmatica lanciata dal Pd (e poco altro) a Orvieto, con quell'”Orizzonte di Idee” che conoscerà un nuovo passaggio l’8 novembre a Bardano. O per il singolare dialogo, con paletti da un lato e zeppe di ritorno dall’altro, aperto a Foligno.

Almeno nei Comuni sopra i 15mila abitanti, comunque, dem e pentastellati si sono giurati reciproca fedeltà, fino alle regionali. In altre epoche, i candidati si sarebbero facilmente scelti sfogliando il manuale Cencelli. Oggi no. Ma il rischio, d’altra parte, è di farsi suggestionare da operazioni come quelle che portarono a scegliere come candidato presidente Bianconi, ora nel gruppo Misto.

Le frizioni con Azione, tra distanze politiche e ruggini personali

Resta aperta la porta, ufficialmente, ad Azione. Che il segretario del Pd Bori vorrebbe in coalizione, se non ci fosse il problema Leonelli, che è stato un suo predecessore, come guida e consigliere dem. Leonelli, poi, oggi a capo dei calendiani umbri, non è che abbia questa gran passione per i suoi ex colleghi di partito. Quanto al rapporto con il Movimento 5 stelle, al diktat calendiano si unisce un’allergia personale nei confronti di De Luca. Sentimento del resto pienamente ricambiato. “Non partecipo al tavolo per romperlo” ripete Leonelli. Che cerca di stimare il peso di una corsa in solitaria o quasi.

I normalizzatori del centrodestra

Nel centrodestra che comanda in molti dei Comuni dove si andrà al voto, il compito appare più semplice. Almeno nella scelta dei candidati. Con i sindaci uscenti da confermare, pur con qualche tentativo di mettere i bastoni tra le ruote, vedi Orvieto. O anche dove, come a Perugia, la legge elettorale impone un cambiamento, la strada è segnata. Del resto, pur con il rimescolamento interno dei pesi tra i tre principali partiti della coalizione, qui la batosta presa a Terni sembra aver insegnato di più. E allora, ecco il da farsi dei neo conducenti regionali della Lega (Marchetti) e Fratelli d’Italia (Prisco) nel normalizzare i rispettivi partiti, mettendo a tacere le teste calde, anche mettendole alla porta, se necessario.

L’obiettivo principale, accanto a quello di mantenere i propri vessilli sui Municipi, è non mancare il colpo grosso in regione, che potrebbe poi contribuire, nel caso fosse ripetuto ad altre latitudini, a creare problemi fino a Roma.

L’incognita Bandecchi

Il flop di Trento ha un po’ rassicurato, a destra e a sinistra, sui reali rischi che il fenomeno Bandecchi dilaghi anche fuori Terni. Anche se, soprattutto a sinistra, la capacità di mobilitazione del sindaco di Terni (attribuita essenzialmente alla sua disponibilità economica) fa un po’ paura. Ma con livelli di astensionismo molto alti, il colpo di teatro, magari all’ultimo minuto, potrebbe richiamare alle urne chi avrebbe altrimenti deciso per una gita fuori porta.

Perugia

A conti fatti, nel capoluogo manca solo il nome del candidato sindaco del centrosinistra. Perché nel centrodestra, l’investitura di Margherita Scoccia non è in discussione, in nome dell’alternanza e dell’attuale peso dei partiti della coalizione. Corroborata anche dai sondaggi fatti.

Semmai, c’è da vedere come andrà a finire la campagna acquisti dei partiti (si guarda in particolare ai nomi “buoni” dentro Progetto Perugia) per definire le candidature per il Consiglio, specie laddove sono con vista sugli scranni della Giunta.

Bandecchi, in modo teatrale, ha lanciato Davide Baiocco, che era già stato annunciato da settimane. Lodandone le capacità da imprenditore e da “uomo spogliatoio”, ma battendo sul fatto che dietro avrà un partito, vero.

Alla fine dovrebbe correre nella sua Perugia anche il segretario regionale di Azione, Giacomo Leonelli. Che si è preso qualche giorno per valutare la percorribilità della richiesta che gli è stata fatta. Alla quale, se non arriveranno alternative, non potrà dire di no.

In attesa delle altre candidature che comunque spunteranno dalle ali estreme e destra e a sinistra, manca solo il centrosinistra. Il nome di Serse Cosmi, anche in questo caso, viene premiato dai sondaggi. Ma il Pd perugino preferirebbe altre figure.

Foligno

Anche a Foligno, seconda città per dimensione tra quelle chiamate al voto, circolano più nomi che novità sui programmi, nell’area di centrosinistra. Quello di Alessio Miliani, già assessore a Castel Ritaldi, trova nell’ex sindaco Nando Mismetti il suo principale sponsor. Anche se non l’unico. Ma sono tante le bocche che si storcono, all’idea di avere come candidato sindaco un imprenditore un po’ troppo moderato per rappresentare l’area progressista. Quelle bocche che, spifferando i nomi di chi benedirebbe l’operazione, hanno acceso un bel fuoco per bruciarla.

La posizione del Movimento 5 stelle è chiara: non solo deve esserci discontinuità, ovviamente, con la Giunta di centrodestra, ma anche con il “brutto” del passato prossimo. Tradotto: i rappresentanti Pd ante 2019 vanno messi, se non in tribuna, almeno in panchina.

Non ha preclusioni il cosiddetto Terzo Polo, che a Foligno prova a restare in piedi nonostante gli scossoni nazionali (e regionali). Con il cartello “Foligno 24” che era stato lanciato a giugno, di fronte all’avvio del tavolo del centrosinistra. Certo, i responsabili locali (Filippo Coccia, coordinatore di Azione Foligno e portavoce del progetto; Patrizia Palmieri, coordinatrice di IV Foligno; Filippo Gentili, di Civici X Foligno) cercano spazio come energie nuove e innovative. Ma, come ha detto il segretario regionale di Azione, Leonelli, non tutto ciò che c’è stato nel centrosinistra prima del 2019 è da buttare. Specie se c’è una nascente coalizione da irrobustire, nel suo tentativo di rincorsa. Sempre che qui la scelta di un candidato condiviso non possa riuscire nel miracolo di allargare, veramente, il campo largo del centrosinistra.

Orvieto

A Orvieto si attende che passi il tentativo di ammutinamento lanciato dal capogruppo e dal coordinatore di FdI, Umberto Garbini e Carlo Ceci, dietro il vessillo di Roberta Palazzetti. Mossa che non è piaciuta a Perugia. E neanche a Roma, dove Prisco, nella doppia veste politica di coordinatore regionale e istituzionale di sottosegretario, è sempre a stretto contatto con la leader Giorgia Meloni. Forza Italia ha giurato fedeltà alla sindaca Roberta Tardani. Che in attesa del pronunciamento ufficiale della Lega, pare avviata alla riconferma come candidata del centrodestra.

Quanto peserà la fronda interna riunita, insieme a pezzi della sinistra delusa, dietro a Palazzetti? Al momento preoccupa poco, visto che comunque il simbolo di FdI sarà accanto al nome di Tardani. In un’elezione amministrativa in cui si vota in concomitanza con le europee, con le liste civiche che dunque avrebbero lo svantaggio del mancato effetto trascinamento. Discorso che sembra non preoccupare l’ex comandante della polizia stradale e oggi sindacalista Stefano Spagnoli, che ha ufficializzato la propria candidatura con “Sicuramente Orvieto”.

E a sinistra come si cerca di approfittare di liti e appetiti nel campo moderato? Definendo, come detto, “Un orizzonte di Idee”. Dove a dare le carte, in questo caso, è il Pd, senza la necessità di fare troppi compromessi con alleati scomodi. Visti i tentativi, finora falliti, di pescare qualche candidato d’area ad effetto, alcuni personaggi di spicco, già con precedenti esperienza politiche e amministrative, si sono fatti avanti.

Marsciano

Ha scelto il percorso delle primarie, il centrosinistra di Marsciano, per individuare chi sfiderà la sindaca Francesca Mele. Un percorso che però a una decina di giorni dalle primarie fissate per il12 novembre si è rivelato accidentato, dopo che uno dei contendenti, il capogruppo di Marsciano Democratica Carlo Cavalletti, si è tirato fuori, definendo la sua figura incompatibile rispetto alle modalità con cui si è aperta questa campagna elettorale.

E ire che alla presentazione avvenuta alla Sala Capitini il centrosinistra marscianese sembrava così fiero della scelta fatta, finora unico caso tra i più grandi comuni umbri dove si è optato per le primarie.

Di fronte a “giochi di palazzo” e “personalismi”, Cavalletti invita all’unità e si fa, per il momento, da parte. Lasciando il campo agli altri due che rimangono in corsa, Michele Moretti (Pd) e Sergio Pezzanera (L’Altra Marsciano). La lista che sosteneva la candidatura di Cavalletti, Marsciano in Comune, resta comunque nella coalizione Alleanza Progressista. I cui leader sono però spiazzati dalla scelta (e soprattutto dalle parole con cui vengono giustificate) di Cavalletti.

“I due candidati alle primarie Michele Moretti e Sergio Pezzanera, unitamente alle forze che li sostengono, Partito Democratico, l’Atra Marsciano e Marsciano in Comune – spiegano da Alleanza Progressista in una nota unitaria – hanno vissuto e stanno vivendo questa fase nel massimo rispetto reciproco, presentando, insieme alle rispettive candidature, anche il programma scritto unitamente, ad ulteriore dimostrazione dell’intenzione di procedere, dal 13 novembre, congiuntamente. Siamo pertanto fermamente convinti che questa accusa in particolare debba essere rispedita al mittente e che sia ancor più necessario procedere con le consultazioni in atto per dare a Marsciano un candidato unitario in grado di sconfiggere la pessima amministrazione di destra alle prossime amministrative”. Invitando tutti gli elettori dell’area progressista, il 12 novembre, ad andare alle urne, per indicare chi sarà chiamato a sfidare il sindaco Francesca Mele.

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