Il comprensorio Perugino recupera sulle vaccinazioni e supera la media regionale: ciclo terminato per quasi il 68% dei residenti
Vaccini in fretta a scapito dei controlli. E’ quanto denuncia la dottoressa Carla Cicioni, che da pensionata svolge attività volontaria al punto vaccinale di San Marco, a Perugia.
La dottoressa lamenta di essere stata redarguita bruscamente dal commissario Covid, Massimo D’Angelo, perché accusata di rallentare le procedure di vaccinazione, indugiando troppo nell’attività di anamnesi dei vaccinandi. In una giornata, spiega, in cui ha raccolto le informazioni, in poco più di cinque ore, di più di 150 persone che poi si sono vaccinate.
Il “mettere fretta” pericoloso
Un “mettere fretta” che si sarebbe verificato anche altre volte, nei confronti di altri medici. “Come se l’unico elemento di interesse per il commissario – lamenta la dottoressa Cicioni – sia acquisire la firma di un medico, in modo che qualcuno si assuma la responsabilità della vaccinazione, piuttosto che garantire la somministrazione del vaccino nella sicurezza dovuta“.
“Anche se non voglio credere che questa disattenzione alla sicurezza sia nelle intenzioni più profonde del commissario – prosegue – ritengo che la pressione a ‘tagliare corto’ rischi di essere estremamente pericolosa e foriera di errori e mi costringe, per non venir meno ai miei doveri deontologici, a interrompere l’attività di medico volontario nei centri vaccinali del distretto del perugino”.
E questo anche in considerazione del fatto che l’anamnesi, a seconda della persona che ci si trova di fronte, può richiedere tempi diversi.
Le condizioni di lavoro a San Marco
E poi ci sono le condizioni “non esattamente ottimali” in cui si trovano a lavorare a San Marco gli operatori, medici, infermieri, amministrativi, dei centri vaccinali: “Rumore, caldo, pressione continua degli utenti, per cui è difficile anche andare in bagno o bere un po’ d’acqua”.
Le vaccinazioni anti Covid nel Perugino
Intanto nel Perugino si sono recuperate le vaccinazioni rispetto ad altri territori. Gli “immunizzati” (con due dosi o una di J&J) sono quasi il 68% dei residenti (quasi un punto percentuale sopra la media regionale) e si ha la più alta percentuale di prenotati (16,5%). Coloro che hanno ricevuto almeno una dose sono l’82% dei residenti.