Il Sindaco Umberto De Augustinis non ha più la maggioranza.
E’ la clamorosa svolta impressa oggi pomeriggio dalle forze a trazione leghista che, intorno alle 18,30, hanno abbandonato l’aula del consiglio comunale che avrebbe dovuto trattare alcuni punti sui tributi.
Ma non è l’unico colpo di scena, che Tuttoggi aveva già anticipato atteso il nervosismo che da settimane serpeggia tra le forze politiche del centro destra cittadino, perché a rendere con ogni probabilità definitivo lo “strappo” tra politica e governo ci ha involontariamente pensato il presidente del consiglio comunale Sandro Cretoni con un fuori onda che ha buttato benzina su un incendio già grande.
Ad accelerare la crisi sono stati alcuni consiglieri comunali leghisti, quelli che non facevano più mistero di mal sopportare l’azione della governance. Due, forse tre leghisti – i bene informati parlano del commissario leghista Riccardo Fedeli, Cesare Loretoni e Stefano Proietti – che nelle ultime ore avrebbero avuto il placet del coordinatore regionale, l’onorevole Virginio Caparvi, a muoversi “secondo coscienza”.
Con l’avvertenza però di informare in maniera trasparente gli alleati della eventuale decisione di “staccare la spina”.
Voci che si sono rincorse da ieri, mercoledì, come è poi risultato fin troppo palese a guardare la tensione che regnava oggi pomeriggio tra i banchi della presidenza del consiglio ma anche tra quelli della Giunta.
Verso la crisi definitiva
Nonostante il clima la seduta è filata abbastanza liscia, almeno fino all’approvazione del primo punto all’ordine del giorno, quello dedicato alla variazione di bilancio comunque approvato tra le critiche dell’opposizione. Gianmarco Profili (Alleanza Civica) ha incalzato per sapere se le variazioni contengono anche le spese per i neo assunti dell’ufficio sisma “visto che ufficialmente ci è stato comunicato che sarebbero state in tutto o in parte sostenute dall’Usr”. Poi ha chiesto di conoscere la “genesi del finanziamento da 2,2 milioni di euro per interventi strutturali e come questo verrà speso”.
Il dirigente finanziario Antonini, nella replica, ha chiarito che le voci stipendiali saranno a carico delle casse comunali; mentre quello tecnico, l’architetto Tuffo, avrebbe spiegato di non sapere quando sono stati chiesti i finanziamenti (è stato poi accertato che provengono da progetti avviati dalla Giunta del compianto Cardarelli) ma che dovrebbero essere impiegati per la progettazione e la messa in sicurezza dei plessi Dante Alighieri e Prato Fiorito.
Una situazione che, se confermata, lancia più di un dubbio su quanti e quali finanziamenti il Comune sta richiedendo per le due scuole.
Luigina Renzi (Ora Spoleto) ha chiesto spiegazioni sui soldi previsti per l’emergenza covid, informando la Giunta che proprio questa mattina, nella scuola Pianciani, ben “7 studenti che manifestavano sintomi compatibili con il virus erano stati messi tutti nella stessa aula. Una situazione difficile che impone di rivedere le norme di sicurezza, perché c’è il rischio di creare stanze dove innescare il contagio”.
Alla Renzi ha risposto la dirigente Bugiantelli limitandosi a riferire che i soldi previsti a budget sono “sufficienti per effettuare tutte le sanificazioni che si imporranno in vista della prossima tornata elettorale per il referendum”.
Stefano Lisci e Camilla Laureti (Pd) hanno acceso i riflettori sul piano di investimenti per le strade, richiamando la terribile disgrazia che proprio lo scorso week end ha registrato una vittima lungo la tuderte.
A loro ha replicato l’assessore Angelo Loretoni, abbastanza stizzito a conferma della tensione che si respirava, dicendo che su quella strada la competenza è della Provincia e che tutti “i suoi appelli all’ente” del Presidente Luciano Bacchetta “sono rimasti inascoltati”.
La delibera di Giunta al Bilancio provvisorio comunque passa, con la maggioranza compatta: 16 favorevoli e 6 astenuti.
Un voto che, assicurano dalla Lega, è stato preso “per senso di responsabilità nei confronti della città”.
Lo Statuto (Vus) che neanche un condominio approverebbe
Ed è a questo punto che si registra la prima scossa tellurica. Il Vice presidente del consiglio, Stefano Proietti, abbandona l’aula, tra lo stupore della minoranza.
L’Aula passa così a discutere del secondo punto, le modifiche statutarie della Vus S.p.A., la multiservizi dei 22 comuni dell’area sud dell’Umbria.
A relazionare è l’assessora Elisabetta Mazzoli che ricorda come Spoleto sia in ritardo di almeno due anni nel recepire il decreto Madia per le partecipate. Anche se la Mazzoli ricorda che nel 2018, con la passata Giunta, il Consiglio spoletino aveva approvato delle modifiche, la più importante delle quali era quella di prevedere 5 giorni per la convocazione del CdA e non le 24 ore previste dal vigente Statuto.
Una norma che nessun altro Comune, a cominciare da Foligno (che della Vus detiene il 48% del pacchetto azionario; con Spoleto al 27%), ha fin qui inteso di recepire.
Ma che è nel buon senso delle cose, se solo si pensa che, ad esempio, 24 ore non basterebbero alla governance Vus per studiare e approvare un bilancio di esercizio. Regola che, senza chiamare in causa il codice civile, sanno bene anche i proprietari di un condominio.
Il capogruppo Pd Stefano Lisci non solo stigmatizza l’articolo dello statuto ma invita l’assessore Angelo Loretoni e il capogruppo leghista Davide Militoni a ricordarsi di quando, essendo all’opposizione, facevano delle “giuste battaglie per non essere messi in grado di studiare in tempo le pratiche che arrivavano all’ultimo momento”.
Ilaria Frascarelli (Alleanza Civica) parla senza mezzi termini di “mancanza di rispetto non solo verso i comuni azionisti ma anche verso gli utenti della Vus” e invita il Consiglio “a rimettere la pratica alla commissione Statuto per sanare questo aspetto”.
Ma alla conta dei voti, la maggioranza, con in testa il sindaco, respinge compatta e approva le modifiche.
De Augustinis senza maggioranza
C’è ora da affrontare tre questioni legate ai tributi – argomento che da giugno tiene in fibrillazione Fd’I che si era visto approvare una mozione all’unanimità per cercare di andare incontro alle difficoltà economiche di commercianti, imprese e famiglie.
Il consigliere e commissario della Lega, Riccardo Fedeli, chiede a questo punto “tre minuti di sospensione”.
Che in realtà diventeranno quasi tre quarti d’ora, per una improvvisata riunione di maggioranza in cui emergono definitivamente chiare le intenzioni di una buona parte delle forze di centro destra nei confronti della Giunta.
All’incontro arriva anche il sindaco che, stando a quanto trapela in attesa di verifiche ufficiali, avrebbe proposto una soluzione sulla questione dei tributi. Ma la tensione è troppo palpabile.
L’assessore Flavoni si sarebbe lasciato andare ad una stizzita critica nei confronti del dirigente finanziario. Così il capogruppo Davide Militoni (tra i più convinti sostenitori della Giunta) decide di vestire i panni del pompiere, rientra in aula e dichiara che la Lega abbandonerà i lavori in attesa di vedere concretamente la proposta della Giunta sui tributi.
Una via di uscita per accontentare un po’ tutte le anime e, soprattutto, far guadagnare tempo ad assessori e dirigenti di stilare la proposta “salva governo”.
Un intervento però con una clamorosa gaffe – dal momento che il capogruppo sembra dimenticare la separazione dei compiti affidati agli amministratori da quelli di competenza della dirigenza – e che ha ribaltato le responsabilità sugli uffici comunali.
“Diciamo che il lavoro del presidente Fedeli e quello dei commissari per strutturare una proposta adeguata per andare incontro alle esigenze delle categorie si è scontrato con la rigidità degli uffici che sembravano più preoccupati di dire ‘no’ ad ogni proposta piuttosto che mettersi al servizio della politica. La Lega ritiene che l’apparato tecnico del Comune debba essere al servizio della parte politica chiamata a governare e non viceversa; purtroppo questa situazione si è verificata in varie circostanze, questa è l’ultima. Poco fa è giunto un aggiornamento anche costruttivo, vedendolo però scritto nero su bianco; visto che non abbiamo novità, attendo e attendiamo di valutare una proposta articolata, abbandoniamo i lavori del consiglio”.
Ugolini (FI), che rimarrà fino alla fine della seduta, chiede il rinvio del terzo punto all’ordine del giorno, mentre la collega di partito Marina Morelli abbandona l’assise insieme ai leghisti.
Per Fd’I è Di Cintio a prendere la parola e ad annunciare l’uscita del gruppo: “Se esce la Lega figuriamoci noi che quella mozione l’abbiamo votata il 9 giugno; da questa data non c’è stato nessun confronto con noi, piaccia o no, siamo un partito di maggioranza con 3 consiglieri. Non siamo soddisfatti, volevamo uno sforzo in più dell’amministrazione invece, come qualche altra volta è successo, questo non è avvenuto. Come gruppo siamo costretti ad abbandonare l’aula, aggiungendo che, qualora nel futuro ci sia una sincera attuazione di quello che ci ha prospettato il sindaco, non ci fosse un concreto sforzo economico di aiuto alle imprese, come hanno fatto altri comuni, purtroppo saremo costretti ad abbandonare la maggioranza”.
Interventi che sanno più di monito che di un vero e proprio strappo definitivo, anche se appare ormai chiaro dove la maggioranza intende andare.
Anche i consiglieri di Laboratorio, la lista civica del sindaco, lasciano i banchi.
L’opposizione invece resta compatta in aula per stigmatizzare il comportamento delle forze di centrodestra.
Il Presidente Cretoni mette ai voti la proposta; al segretario comunale Mario Ruggieri, che mostra qualche debole segno di stanchezza forse anche per come sono stati attaccati i dirigenti e gli uffici, non resta che contare i voti: “8 favorevoli, manca il numero legale”. A Cretoni il compito di dichiarare chiusa la seduta.
Il fuori onda “vogliono andare a casa”
E’ però il microfono, lasciato inavvertitamente acceso, a tradire il presidente del consiglio che si lascia andare ad uno sfogo che non sembra lasciare più spazio a manovre di alcun genere nell’ormai disperato tentativo di Lega e Fd’I di ricucire le fila.
Il Sindaco, rimasto fin lì seduto a seguire i lavori, si alza e si gira verso Cretoni per capire meglio cosa sta succedendo.
“…vedono gli idioti… non ci si crede, ma non ci si crede…” sbotta Cretoni per rispondere forse alla Renzi che affermava del brutto spettacolo dato dall’assise. Una battuta che nel giro di poco ha fatto il giro della città sollevando le ire della stessa maggioranza, anche perché l’epiteto sembra comunque rivolto al modo in cui è stata gestita dai banchi l’assemblea.
“Ma andare avanti così è una cosa…” dice sconfortato il primo cittadino, subito interrotto da Cretoni: “no ma beh, l’hanno detto come vogliono andare avanti, vogliono andare a casa e allora andiamo a casa”.
“Vogliono andare a casa? Un bel commissario” ribatte pacifico il sindaco. E ancora Cretoni: ”oggi sono stati proprio palesi, no? Stavamo andando bene, in un quarto d’ora facevamo gli altri tre punti e li rimandavamo in commissione”
“Però comunque l’abbiamo riacchiappata per i capelli…” aggiunge l’assessore al bilancio Zucchelli, facendo forse riferimento alla proposta presentata in extremis alla maggioranza sui tributi.
Cretoni finalmente si accorge che il microfono è acceso e si affretta a staccare l’audio. Ma ormai è troppo tardi.
Richiesta di dimissioni
Le affermazioni di Cretoni stanno sollevando un vero vespaio, sia nelle stanze della politica che sui social network.
Il capogruppo Stefano Polinori in serata ha chiesto le dimissioni del presidente: “Credo che dichiarazioni del genere di un Presidente del consiglio nei confronti dei consiglieri, che siano di maggioranza o di opposizione, o anche dei cittadini che hanno seguito la diretta streaming richiedano le dimissioni immediate, è inammissibile una cosa del genere”.
La situazione è diventata quindi a dir poco esplosiva e bisognerà vedere se ci sarà il tempo necessario per riannodare i fili dell’azione amministrativa e politica.
Perché, non bastasse, il 30 settembre prossimo è l’ultimo giorno utile per votare il bilancio di previsione al cui appello, come anticipato nell’edizione odierna de Il Messaggero, mancherebbero più di 2,5 milioni di euro.
Una situazione che vede impegnato ancora una volta in prima fila l’assessore Zucchelli nel tentativo di far quadrare i conti. Ricorrendo ad interventi, come quello di attivare la tassa di soggiorno anche oltre il quarto giorno di permanenza nelle strutture ricettive di Spoleto, che ben poco piacciono alle associazioni di categoria.
Resta da capire se il sindaco De Augustinis prenderà ora dei provvedimenti.
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