L'esordio casalingo del Perugia di Castori contro l'ambizioso Parma giocato su un terreno indegno per una sfida di B
Che all’esordio in B al Curi, i Grifoni avrebbero giocato con un cantiere dietro la porta della Nord e i gruppi ultras a tifare, con il consueto entusiasmo, dalla Gradinata, lo si sapeva. I lavori per la ristrutturazione del cuore del tifo biancorosso dovrebbero terminare, da cronoprogramma del Comune, a metà settembre.
Addio cara Nord, tra nostalgia
speranze e domande VIDEO
Certo, giocatori e tifosi non si aspettavano di trovare un terreno di gioco ridotto in quelle condizioni. O meglio, che il manto del Curi non sia al meglio non è purtroppo una novità, da anni. Nonostante, ad ogni pausa estiva, vengano annunciati interventi per aumentare il drenaggio del terreno. Che negli anni ruggenti del Grifo era tra i più invidiati d’Italia (votato come il migliore, nel 2001, dai calciatori della Nazionale), per poi finire già nel 2018 al terzultimo posto che nella classifica stilata nel 2018 dalla Lega B.
“Dal 1975 al 2013 solo tre cose sono rimaste immutate nello stadio Renato Curi: la passione dei tifosi, il Grifo cucito sulle maglie rosse e il verde filo d’erba calpestato dalla forza e dalla classe di Speggiorin, Vannini, Rapaic, Materazzi e tutti gli altri” era l’introduzione alla famosa lettera che Francesco Bavicchi inviò al quotidiano La Nazione intervenendo sulla polemica per le condizioni del manto erboso del Curi. Polemiche che appunto, sono proseguite, di campionato in campionato, di gestione in gestione.
Un anno fa, con il Perugia tornato in B, la società biancorossa ha annunciato l’affidamento del manto erboso all’azienda vivaistica pubblica della Regione, Umbraflor. Per la manutenzione e l’incremento del verde allo stadio Curi, recitava la nota dell’AC Perugia.
Con il manto del Curi che già nelle ultime partite della scorsa stagione sembrava presentare – almeno da chi guardava le partite dalle tribune – segni di cedimento. Poi ci sono stati il gran caldo e la siccità di questa estate anomala, certo. Che però non hanno impedito ad altri manti erbosi di altri stadi d’Italia di presentarsi all’appuntamento con il campionato in condizioni dignitose.
Non così il Curi visto sabato sera per la sfida di cartello Perugia – Parma. E la brutta impressione visiva data dalle macchie presenti sul campo è stata poi, purtroppo, confermata dalle nuvole di sabbia e torba che si alzavano ogni volta che i giocatori calciavano la palla. Quasi che il cantiere, più che dietro la porta della Nord, fosse in mezzo al campo.