di Wolfgang Bernelli (*)
La questione “Crocifisso” è di tale e straordinaria importanza da non passare mai in soffitta, anche in considerazione delle battaglie condotte in sede europea, e tra l’altro vinte contro virili e strumentali attacchi. La mia è una richiesta esplicita che presenterò per iscritto all’ufficio di Presidenza del Consiglio Comunale, reclamando l’esposizione del simbolo della cristianità in ogni stanza di lavoro del Comune, in modo particolare in Aula delle adunanze. Va ricordato infatti, che con sentenza definitiva del 18 marzo 2011, la Corte Europea dei diritti dell’uomo ha accolto il ricorso dell’Italia stabilendo con estrema chiarezza che l’esposizione del crocifisso non costituisce alcuna violazione alla libertà religiosa, ma è il riflesso della cultura cattolica, tra l’altro maggioritaria in Italia.
Inoltre, il Consiglio di Stato ha rilevato che la Costituzione Repubblicana Italiana, pur assicurando pari libertà a tutte le confessioni religiose, non prescrive alcun divieto all’esposizione nei pubblici uffici di un simbolo che, come quello del Crocifisso, per i principi che evoca, fa parte del patrimonio storico.
Sarebbe quindi un errore imperdonabile per la nostra Nazione, ignorare da dove deriva la sua stessa democrazia.
È oltremodo innegabile che sia proprio la tradizione cristiana ad aver consegnato alla storia il moderno concetto di persona, cioè dell’individuo che in quanto tale, prima ancora di essere cittadino, è portatore di dignità e di diritti, diritti dei quali non vorremmo mai rinunciare.
(*) Consigliere comunale PdL