E’ iniziato il count down per la consegna dei lavori del Deposito di Santo Chiodo e dell’ex Mattatojo di Spoleto, su cui domani si terrà un convegno che, a quanto si evince da fonti aperte, a cominciare da quelle degli ordini professionali (architetti, geometri e ingegneri) e dalla Regione, sembra una sorta di pre-inaugurazione.
Con tanto di locandina dove le due mega-opere vengono presentate apparentemente finite, anche se allo stato manca ancora poco (come dimostrano le transenne ancora presenti in via Martiri della Resistenza). Ampiamente dentro le scadenze fissate dai fondi Pnrr complementari sisma a cui lavorò la precedente Giunta regionale – nella fattispecie gli assessori al bilancio e cultura Paola Agabiti e alle opere pubbliche Enrico Melasecche – già durante il Commissariamento comunale, nel periodo a cavallo tra il 2020-2021, e che ammontano a 11,8 milioni di euro.





La locandina si tinge di “giallo” (sbiadito, per carità); da una parte per l’annunciata presenza del Commissario straordinario Guido Castelli che però non figura nel programma riportato dagli Ordini professionali /in effetti la sua presenza sembra annullata); dall’altra per l’autorità che introdurrà i consueti saluti istituzionali. Nella locandina “ufficiale”, infatti, figura il vice presidente della Giunta Tommaso Bori, in quella di alcuni Ordini l’assessore Francesco De Rebotti (nella foto in home page).
Poco importa, atteso che il vero “obiettivo” era e rimane quello di dotare di un ampliamento del deposito per il ricovero di reperti e materiali artistici e architettonici provenienti dalle tre Regioni devastate dal sisma del 2016 (a Santo Chiodo) e una struttura per lo studio e l’esposizione degli stessi (all’ex Mattatojo, peraltro restituito alla sua antica bellezza – fu progettato da Ireneo Aleandri, lo stesso del Teatro Gian Carlo Menotti – che erge maestoso lungo una delle tre arterie della città del Festival, via Martiri della Resistenza).
Count down per Deposito ed ex Mattatojo, Agabiti “opere di tutti e per tutti”
In attesa di saperne di più, si registra la soddisfazione dell’ex assessora Paola Agabiti (oggi consigliere di Fd’I) che commenta come “questi interventi sono il frutto di una programmazione accurata, di una progettazione approfondita e della capacità di intercettare risorse significative. È un percorso iniziato anni fa, portato avanti con serietà e oggi restituito alla comunità. E di questo non posso che essere grata alla proficua sinergia con l’ex assessore Enrico Melasecche, mio attuale collega della opposizione”.

“A Santo Chiodo l’ampliamento consolida un’eccellenza regionale, con oltre 4.500 beni ricoverati, catalogati e restaurati, perché la tutela del patrimonio culturale è un lavoro quotidiano, non un gesto simbolico. E Santo Chiodo è la prova di come l’Umbria abbia saputo organizzare un modello di cura e conservazione riconosciuto a livello nazionale” dice la Agabiti “l’ex Mattatoio, edificio ottocentesco ricostruito rispettando la sua origine mediante un processo di recupero e riqualificazione di una delle zoe più belle e amate dai cittadini. Spoleto dimostra una volta di più – conclude la consigliera di Fd’I – di sapere cosa rappresentano i suoi luoghi identitari. La città non subisce le trasformazioni, le guida. E quando un recupero è fatto con metodo, la differenza si vede».
“Essere riusciti, durante la Giunta Tesei, a portare risorse in Umbria ha richiesto visione, continuità e competenze precise a conferma che i risultati sono sempre frutto di un lavoro preparatorio complesso. Queste opere vengono giustamente consegnate, anzi riconsegnate al territorio domani, nelle prossime settimane. Sono un bene di tutti e per tutti”.
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