Delusi per le mancate risposte ai problemi dei bambini nella cosiddetta Fase 2 dell’emergenza Coronavirus. E soprattutto preoccupati, per la gestione familiare, lavorativa, per gli aspetti educativi e di salute fisica e comportamentale dei propri figli. Sentite le anticipazioni del premier Conte sul nuovo Dpcm (reso noto integralmente questa mattina), diversi genitori perugini, dopo aver costituito un gruppo sui social, hanno manifestato tutte le perplessità e il proprio rammarico in una lettera aperta. Dal titolo eloquente: “Cari genitori, benvenuti nella Fase 2“.
“Grandi assenti anche in questo nuovo annuncio – scrivono – i bambini e in genere gli studenti di tutte le età. Generazioni completamente dimenticate. Non un cenno sulla gestione dei bambini o sulle sorti degli studenti di ogni ordine e grado“.
Infatti, solo a fronte di domanda di un giornalista, Conte ha ricordato l’imminente pubblicazione dei due concorsoni pubblici per insegnanti e la possibilità di ricorrere ai congedi parentali. “Come se tutti i genitori potessero usufruire dei congedi parentali e i due maxi concorsi risolvessero il problema scuola” il commento nella lettera.
Si torna al lavoro, e i figli?
Con la riapertura di aziende, negozi e altre attività, i genitori dovranno tornare a lavoro, mentre le scuole resteranno chiuse. E verosimilmente a settembre riprenderanno, forse con frequenza organizzata a turni, i centri estivi presumibilmente non si faranno, le attività sportive giovanili resteranno interrotte o comunque fortemente limitate.
E allora i genitori si pongono domande, quali “dove lasciare i figli nei prossimi mesi?”; “chi ha situazioni di famiglie monoparentali, chi non può usufruire di congedi parentali o bonus baby sitter , in assenza di nonni vicini e d in salute, come farà?”; “e per chi avrà la ‘fortuna’ di poter lavorare in smart working, come si pensa possa conciliare agevolmente lo stesso lavoro con didattica a distanza dei figli, specie se frequentanti la primaria, e/ o convivenza con figli piccoli?“.
I nodi della scuola
“E anche ammesso e non concesso che si riesca ad arrivare settembre – prosegue la lettera – in base a quali criteri verranno riaperte le scuole? Come si potrà poi conciliare i turni di lavoro o lo smart working con eventuali aperture delle scuole a turnazione? Chi ha più figli come potrà ragionevolmente gestire i diversi eventuali turni di scuole differenti per ordine, grado e ubicazione, considerato che a volte i genitori stessi lavorano fuori comune e non hanno aiuti?“.
Dubbi, ma anche perplessità sulla reale competenza di chi si trova a dover assumere (o suggerite, nel caso dei tecnici) delle soluzioni. “Chi si trova a dovere decidere sul futuro di genitori, studenti piccoli e grandi e insegnanti – scrivono ancora – conosce la situazione reale delle strutture italiane? La capienza delle aule, la tipologia dei banchi quasi mai singoli, l’ubicazione e lo stato dei servizi igienici, la possibilità effettiva del distanziamento? Come si può pensare che l’attuale orario di lavoro e relativa retribuzione degli insegnanti possa essere conciliabile con eventuale turnazione e ulteriori lezioni con didattica a distanza?“.
Asili e gradi di scuola
Altro problema è quello delle scuole dell’infanzia e dei nidi: “Come si pensa – la riflessione dei genitori a questo proposito – di potere organizzare il pensato distanziamento, rendendolo compatibile, con la natura spontanea dei bambini cosi piccoli, che tendono ad avere contatti spesso fisici tra loro e anche con gli insegnati, a portarsi i giochi in bocca e poi a scambiarseli? Non sarebbe stato opportuno almeno far rientrare da fine maggio a scuola le soli classi ponte di ogni ordine e grado, potendo anche valutare eventuali criticità, da risolvere in tempo utile per settembre, consentendo anche agli studenti di rientrare nella scuola che stanno per lasciare, in vista del grado successivo che inizieranno a settembre, consentendogli di salutare insegnati e compagni con i quali hanno trascorso anni importanti della loro vita?“.
Gestione affidata ai cittadini, a rischio multa
A tutte queste legittime domande i genitori pensavano che il loro Governo avrebbe dato o almeno accennato una risposta. “E invece – lamentano – nulla. Ancora silenzio e dimenticanza per i figli degli italiani. Verrà dunque tutto rimesso ancora una volta tutta la gestione alla responsabilità del singolo, delegando come è stato fatto in questi mesi le funzioni che competerebbero a chi ci governa ai cittadini, punendoli addirittura per il mancato rispetto di prescrizioni spesso mal poste, non chiare, talora addirittura formalmente illegittime. Benvenuti nella Fase 2!“.