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Concorsi pubblici, le regole anti corrotti e raccomandati

Redazione

Concorsi pubblici, le regole anti corrotti e raccomandati

Le proposte del team universitario incaricato dalla Regione | Nel frattempo linee guida, ma niente stop a nuovi concorsi
Lun, 03/06/2019 - 12:00

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La Regione chiede aiuto ad un team di esperti del Dipartimento di Scienze politiche dell’Università degli Studi di Perugia per redigere nuove norme in grado di rendere la vita difficile a corrotti e raccomandati nei concorsi per essere assunti nella pubblica amministrazione.

Non solo Aziende ospedaliere ed Asl (dopo lo scandalo legato alla Sanitopoli perugina) ma anche i concorsi per entrare nella stessa Regione e nelle società partecipate dall’ente.

L’assessore Antonio Bartolini – che oltre alla delega alle partecipate, dopo le dimissioni di Luca Barberini ha assunto anche quelle sulla Sanità) – si è affidato ad un gruppo di sette esperti accademici, guidati dal professor Enrico Carloni, docente di Diritti amministrativo nell’Ateneo perugino.

La Giunta regionale ha indicato le linee guida per la trasparenza nella delibera numero 604. Nella quale non si decreta il blocco dei concorsi pubblici, ma si raccomandano – in attesa dell’approvazione della nuova legge regionale – accorgimenti tesi a garantire la trasparenza e ad evitare favoritismi e casi di corruzione.

In particolare, l’ipotesi è quella di prevedere due diverse commissioni d’esame, una redigente (incaricata di preparare domande e tracce) e l’altra esaminatrice. Tracce d’esame che poi verrebbero estratte e sorte, come avviene per altri concorsi.

In questo modo, chi volesse pilotare i concorsi dovrebbe convincere (o meglio, corrompere) un numero più elevato di membri delle commissioni. Costringendo tra l’altro i candidati raccomandati a prepararsi per un numero più consistente di tracce, nell’impossibilità di stabilire quali saranno estratte a sorte.

Il team di esperti avrà un mese di tempo per preparare la sua proposta. Anche per consentire poi alla Giunta di centrosinistra di dare una risposta, prima delle elezioni d’autunno, allo scandalo Sanitopoli che l’ha travolta, costringendo alle dimissioni (e quindi alla fine anticipata della legislatura) Catiuscia Marini.

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