Nel mirino del capogruppo Pd in Regione la delibera con cui è stato affidato l'incarico di un anno a un avvocato di Roma esperto di diritto dell'informazione
Finisce anche nel mirino della politica (ma non mancano i malumori anche tra gli avvocati) la delibera con cui l’Azienda ospedaliera di Perugia affida l’incarico, per un anno, di assiste legale in materia di diritto dell’informazione ad un avvocato di Roma.
“Invece di preoccuparsi dei focolai interni, che hanno paralizzato l’ospedale di Perugia per settimane, delle difficoltà oggettive legate alla mancanza di personale, le gravi difficoltà per l’assenza di percorsi nettamente separati tra Covid e non Covid – attacca il capogruppo Pd in Regione, Tommaso Bori – la direzione dell’Azienda ospedaliera di Perugia assegna un incarico ad un avvocato da Roma. Una notizia che appare paradossale e che restituisce l’idea di una governance della sanità più interessata all’apparenza che alla reale soluzione dei problemi”.
Sanitari sotto procedimento disciplinare
“Tale decisione – prosegue Bori – appare come un’altra faccia di quella
medaglia che, invece di ringraziare il personale sanitario per il grande
contributo dato alla gestione dell’emergenza, li vede finire sotto
procedimento disciplinare per aver semplicemente raccontato la realtà di
quello che è avvenuto e sta avvenendo in Umbria in questi mesi. Numerosi i
professionisti interessati al fenomeno, nelle varie aziende”.
“Gli operatori sanitari – afferma Bori – sono stati messi sotto
procedimento disciplinare per aver soltanto raccontato la situazione critica
a livello sanitario e l’emergenza negli ospedali in relazione a reparti
saturi, terapie intensive piene, costi dei tamponi ai privati e tutte le
difficoltà che hanno caratterizzato l’Umbria di questi periodo di
emergenza sanitaria. Il Codice di comportamento delle aziende sanitarie, che sanziona i comportamenti ‘lesivi dell’onorabilità’ viene utilizzato
come un’arma impropria per zittire le critiche. Un provvedimento che appare alquanto discutibile e che lede la libertà d’espressione e i diritti dei
lavoratori ”.
“Non vorremmo – commenta Bori – che anche la nomina di un legale con
queste caratteristiche sia un modo per mettere a tacere anche le voci
critiche della cittadinanza. Dal nostro punto di vista – conclude –
continueremo a condannare e a contrastare tutte quelle azioni che si
presenteranno come lesive dei diritti fondamentali delle persone, a partire
da chi è in prima linea nell’emergenza e dai pazienti”.