Il comune di Terni è stato ufficialmente diffidato dalla Prefettura per non aver ancora presentato due importanti documenti sul bilancio dell’ente. Questa mattina, al sindaco e a tutto il consiglio comunale, è stata notificata la diffida per “la mancata approvazione dello schema di bilancio di previsione 2019-2021” e la “mancata approvazione dello schema di rendiconto della gestione anno 2018”
L’attuale amministrazione comunale ora ha venti giorni di tempo per approvare il bilancio di previsione e il rendiconto 2018, pena la decadenza. Una situazione alla quale si è arrivati per vari motivi: divisioni interne alla maggioranza, difficoltà oggettive di amministrazione per lo status di dissesto, ma anche per una ‘colpevole distrazione’ che ha fatto perdere di vista all’amministrazione questioni di stringente importanza per la città. Le missive della Prefettura sono perentorie: “si diffida codesto consiglio comunale a provvedere all’approvazione del citato documento contabile entro e non oltre il termine di 20 giorni”.
“Pena,l’attivazione della procedura prevista dall’art.141 c.2 D.lgs 18/08/2000 n.267”
ovvero l’articolo che regola lo scioglimento dei consigli comunali e provinciali. Ecco cosa dice la legge:
“trascorso il termine entro il quale il bilancio deve essere approvato senza che sia stato predisposto dalla giunta il relativo schema, l’organo regionale di controllo nomina un commissario affinché lo predisponga d’ufficio per sottoporlo al consiglio. In tal caso e comunque quando il consiglio non abbia approvato nei termini di legge lo schema di bilancio predisposto dalla giunta, l’organo regionale di controllo assegna al consiglio, con lettera notificata ai singoli consiglieri, un termine non superiore a 20 giorni per la sua approvazione, decorso il quale si sostituisce, mediante apposito commissario, all’amministrazione inadempiente. Del provvedimento sostitutivo è data comunicazione al prefetto che inizia la procedura per lo scioglimento del consiglio”.
Quasi tutti i consiglieri hanno ricevuto l’atto di notifica, ma ancora ne mancano alcuni che potrebbero diventare fondamentali per ‘salvare poltrone’, visto che i 20 giorni indicati dalla Prefettura si intendono dal momento in cui l’ultimo consigliere ha ricevuto l’atto. Se qualcuno degli amministratori dovesse essere partito nei giorni scorsi per le vacanze, o per qualsiasi altro motivo non dovesse trovarsi in città, fino al momento del suo ritorno non scatterebbe il conto alla rovescia dei 20 fatidici giorni. Al momento sembra che almeno 20 degli amministratori abbiamo ricevuto la notifica prefettizia e che i messi comunali stiano cercando di recapitare quelli che mancano.