Sa.Mi.
“Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, e peggior cieco di chi non vuole vedere”. Inizia così una nota con la quale il consigliere comunale di Perugia Rocco Valentino preannuncia l’intenzione di voler attivare l’intervento della Commissione di Controllo e Garanzia sul presunto mancato rispetto della normativa in vigore circa i dirigenti condannati.
Il capogruppo del PdL denuncia il fatto che, in seno al Comune di Perugia, sono stati affidati nuovi incarichi e competenze ad un soggetto condannato; tutto ciò in spregio, secondo lui, a quanto stabilisce la legge 190/2012 ed il d.lgs. 39/2013. “Venerdì mattina, leggendo un quotidiano nazionale di economia e finanza – spiega Valentino – l'occhio mi è caduto su un articolo molto interessante dal titolo “stretta sui manager condannati” secondo il quale i dirigenti pubblici e/o titolari di posizioni organizzative, se condannati, anche solo in primo grado, per reati contro la pubblica amministrazione non possono ricevere dallo scorso mese di aprile nuovi incarichi e, già dal novembre 2012, non possono svolgere le più rilevanti attività gestionali”.
I dirigenti condannati. Secondo il consigliere Pdl tuttavia il Comune di Perugia, “in barba alle norme e alle leggi ed al comune sentire dei cittadini, e soprattutto in barba all'opportunità politica e morale, si tiene stretti dirigenti condannati per colpa grave in primo e secondo grado. Anzi, non solo non li fa decadere dal proprio incarico, come è specificato dalla legge anticorruzione190/2012 e dal d.lgs. 39/2013, ma, addirittura, per qualche dirigente condannato con sentenza definitiva l'incarico dirigenziale viene rinnovato per altri 10 mesi, anche oltre i raggiunti limiti per la pensione! Il rinnovo in questione peraltro è avvenuto nel mese di marzo 2013 in spregio a quanto stabilisce il comma 46 della legge 190 in vigore dal novembre 2012. Al soggetto in questione non soltanto è stato prorogato il contratto, ma gli è stata affidata la responsabilità degli “acquisti, forniture e contratti”, fatto che la legge espressamente vieta per i dirigenti condannati; infatti il comma 3 del d.lgs. 165/2001 (come modificato dalla L. 190/2012) stabilisce che “non possono far parte di commissioni per la scelta di contraenti, per l'affidamento di lavori, forniture e servizi” i dirigenti condannati per reati contro la P.A. Mi domando, e ci domandiamo come gruppo PdL – conclude – per quanto tempo ancora in questo Comune dovremo assistere allo scempio delle leggi e delle regole di buona amministrazione, al mantenimento di posizioni di rendita completamente scollegate dal merito e dalla capacità professionali, alla reiterata difesa di dirigenti che hanno come unico requisito la cieca obbedienza e la totale osservanza ai voleri della politica e del potere. Consiglio spassionatamente al dirigente del personale e ai due massimi dirigenti del comune di Perugia di valutare onestamente le disposizioni citate e prendere provvedimenti verso i dirigenti condannati in primo e secondo grado. Sulla questione verrà interessata la Commissione controllo e garanzia”.