Complanare Orvieto, Cia: progetto ancora impattante

Complanare Orvieto, Cia: progetto ancora impattante

Redazione

Complanare Orvieto, Cia: progetto ancora impattante

Dom, 14/01/2024 - 10:44

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Le osservazioni presentate, l'associazione agricoltori: nulla è cambiato su aree protette e terreni a vocazione agricola

Il progetto della Complanare di Orvieto è ancora “impattante su aree protette e terreni a vocazione agricola”. La Cia dell’Umbria ha presentato le criticità relative all’attuale ipotesi progettuale per mitigare il traffico nei quartieri di Orvieto Scalo e Sferracavallo, non molto diversa dalla precedente in fatto di sottrazione di suolo a vocazione agricola pregiata.

Costantino Pacioni, presidente Cia Agricoltori italiani di Orvieto, rileva come poco o nulla sia cambiato da questo punto di vista sul progetto di fattibilità tecnica per la realizzazione del nuovo stralcio stradale della complanare, approvato lo scorso giungo dalla Giunta comunale di Orvieto.

Un’arteria che dovrebbe collegare la SS 71, il castello autostradale e la SS 205 e attorno al quale si è già acceso un vivo dibattito tra le forze politiche, in particolare per chiedere una variante per ridurre il consumo di suolo e non impattare su aree di pregio e a vocazione agricola.

Le osservazioni

Tra le osservazioni presentate nei confronti dell’attuale ipotesi progettuale nei giorni scorsi dai proprietari terreni e dalle associazioni, il fatto che la Complanare risulti come elemento di impatto sul paesaggio e sul territorio agricolo dell’area. “Oltre alla decurtazione di consistenti porzioni di terreno agricolo di pregio – sottolineano ancora da Cia – l’elemento comune denominatore delle osservazioni è l’impatto che si verrà a determinare sull’unica porzione di territorio, peraltro area protetta, rimasto esente da cementificazione, lungo la vallata del fiume Paglia di fronte alla rupe di Orvieto, non solo dal rilevato della strada, bensì dal corridoio residuale che rimarrà incolto tra la strada e la autostrada parallela”.

Tratti interni e centri abitati dove si trovano le tante aziende agricole che da anni sono custodi della biodiversità, lavorano per la tutela dell’ambiente e la valorizzazione dei prodotti tipici dell’Umbria. Come il caso di buona parte del Piano di Paglia dove viene coltivato il Fagiolo secondo del piano, presidio Slow Food. Il tracciato del secondo stralcio, quindi, ha addossato “la nuova strada al rilevato dell’autostrada per soli mille metri, anziché per il suo intero parallelismo. Completa adiacenza che era e rimane, salvo migliori alternative – ricordano dalla Cia – l’obiettivo delle nostre precedenti osservazioni”.

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