Rifiutata la Bielorussia proposta da San Pietroburgo, si cerca una sede in campo neutro come chiesto dalla Cev per la sfida del 9 marzo
Ore frenetiche per trovare una sede, in campo neutro, dove far disputare la gara di andata dei quarti di finale di Champions League tra lo Zenit di San Pietroburgo e la Sir Perugia.
Dopo lo stop della Cev, che come le altre federazioni sportive ha vietato lo svolgimento di gare internazionali sul territorio russo (oltre naturalmente che su quello ucraino, dove sono in atto i combattimenti) i russi, come avevamo anticipato, avevano provato a proporre Minsk, la capitale della Bielorussia, alleata della Russia. Paesi coinvolto nel conflitto, dato che anche da lì sono è partita l’invasione delle truppe russe. Una soluzione ritenuta dunque inaccettabile dalla Sir.
Nel frattempo, però, domenica in tutta l’Unione Europa è stato vietato lo spazio aereo per i velivoli civili provenienti dalla Russia. Che per ritorsione ha fatto altrettanto. Tecnicamente ci si può spostare tra l’Ue e la Russia facendo scalo in aeroporti extra Ue, ma questo complica tutto.
Ipotesi Istanbul
Uno degli scali dove sono dirottati molti passeggeri per aggirare lo stop ai collegamenti diretti tra l’Ue e la Russia è quello di Istanbul, in Turchia. Destinazione quindi raggiungibile con un volo diretto sia da San Pietroburgo, sia dall’Italia.
E’ questa la possibile sede per la sfida tra Zenit e Sir, in programma il 9 marzo. Una gara che, eventualmente, si dovrà disputare a porte chiuse.
Rischio esclusione per i russi
Ma c’è chi spera che la partita non si giochi e che i russi vengano esclusi dalla Champions. Come Oleh Plotnytskyi, ucraino, in apprensione per i propri familiari e amici che vivono in Ucraina. “Io spero che non si giochi. Loro devono pagare” ha sentenziato ai microfoni della Tgr.