Il sindaco di Gubbio accoglie il favore del mondo ceraiolo per l'edizione straordinaria a settembre ma predica cautela "Bisogna ascoltare anche opinioni cittadini e aspettare direttive del Governo su protocolli sanitari"
A Palazzo pretorio, stamattina (5 luglio) si è tornati a parlare dell’ipotesi di una edizione straordinaria dei Ceri a settembre. Lo ha fatto il sindaco di Gubbio Filippo Stirati, che ha ricostruito “con trasparenza e senza logiche di sotterfugi né di manovre inesistenti” quanto accaduto in questi mesi, soprattutto dopo gli incontri con il mondo ceraiolo.
Maggioranza ceraioli spinge per edizione straordinaria a settembre
Il primo cittadino, cercando di riassumere il quadro della situazione attuale, che ancora “vede molti punti di domanda inespressi”, ha subito specificato come l’iniziativa di sondare le componenti dei Ceri, per capire quale fosse lo stato d’animo prevalente in merito ad un’edizione a settembre, non sia stata una sua idea ma “un sentimento già presente nelle fibre della città intera“. Una questione del tutto insussistente nel 2020 ma che quest’anno è apparsa subito praticabile e che il sindaco ha subito recepito e condiviso: “Nessuno pensa di fare un referendum che riduca tutto a preferenze percentuali – non dobbiamo decidere il senso unico di una via – ma parliamo della questione più seria per la nostra comunità, fermo restando che la precedenza ce l’hanno sempre sanità e salute.”
Dal mondo ceraiolo c’è volontà forte e preponderante circa la volontà di fare un’edizione straordinaria a settembre, ovviamente non all’unanimità su circa 2000 ceraioli. E’ stato un incontro umano e civile, dove ognuno si è espresso con grande rispetto e senso di responsabilità. Ho toccato con mano che non dobbiamo aver paura di far parlare le persone, sapendo che a volte è rischioso alimentare discussioni, rischio che vale la pena correre se sappiamo trarne benefici e non polemiche
Prefetto Gradone “I Ceri sono l’anima di Gubbio”
Il sindaco ha poi riferito di aver parlato anche con il prefetto Armando Gradone, occupatosi di Siena nella sua precedente esperienza, “conoscitore quindi di certe dinamiche”, che sulla Festa dei Ceri ha detto: “E’ l’anima di Gubbio e rappresenta la coesione sociale della comunità”. “Non siamo un caso isolato – ha aggiunto Stirati – anche il Palio senese del 16 agosto è stato annullato senza escludere ipotesi di recupero entro l’anno. Loro stessi hanno vissuto questo stato di incertezza. Stessa cosa a Viterbo, dove vige incertezza e attesa per la Festa di Santa Rosa del 3 settembre”.
“Davanti ancora molti ostacoli e incognite”
“Occorre verificare fino in fondo la possibilità di fare la Festa dei Ceri – ha sottolineato Stirati – Abbiamo davanti ostacoli notevolissimi tra cui la mancanza di elementi necessari per superare il distanziamento sociale (che per la nostra festa è un tema dirimente) l’incedere della variante Delta. Tutto questa crea uno stato di incertezza che sfido chiunque a risolvere, a meno che non si accettino alcune restrizioni come faranno I Giochi de le Porte di Gualdo Tadino e il Palio della Balestra, confermati ma con con distanziamenti, protocolli anti Covid, contingentamenti e condizioni di staticità”.
I Ceri sono a sé stanti. Gli stessi Capodieci e ceraioli che hanno partecipato agli incontri hanno ribadito tassativamente che o si fa una festa come la conosciamo, in relazione ai momenti della corsa e tradizionalim oppure non se ne fa nulla
“Dobbiamo ascoltare l’intera città”
Al sindaco sono inoltre arrivate altre sollecitazioni: da quelli che considerano inimmaginabile modificare la data del 15 maggio, a coloro che sono semplicemente perplessi per ragioni sanitarie. “E’ chiaro che dobbiamo ascoltare la città nel suo insieme e non possiamo limitarci alla partecipazione del mondo ceraiolo, seppur sia stata larghissima. Questo sì che rischierebbe di essere un momento divisivo e approssimativo per una questione così delicata”.
Lo stato di emergenza è in corso fino al 31 luglio “e bisogna capire se verrà anticipato un provvedimento che lo concluda o lo proroghi. Si parla anche di inquietudine in ordine alla riaperture scuole, soprattutto per i molti giovani non ancora vaccinati. Seguirò da vicino l’evoluzione di queste vicende, tenendomi in contatto costantemente con la città e gli organi dello Stato“
“La Festa dei Ceri riguarda il cuore, l’anima, la sensibilità e l’emotività degli eugubini – ha aggiunto Stirati – Non posso esercitare il ruolo del ‘medico pietoso’ ma devo dire esattamente come stanno le cose. Debbo anche dire chiaramente a istituzioni e organi dello Stato che a Gubbio c’è una forte attesa e un’appassionata mobilitazione per riprendere la festa, anche se con modalità diversificate. Una spinta che è presente e che saremmo miopi a non cogliere, di questo io mi devo fare interprete“.
La proposta “Ripartire dai Ceri piccoli”
A fine conferenza stampa è arrivata anche la proposta di Giampiero Bedini (direttore di Trg): “Se si trattasse di ripartire con una festa straordinaria, perché non farlo, qualora ci fossero le condizioni, con i Ceri piccoli? Con coloro insomma che hanno più sofferto e subito le conseguenze della pandemia”. Anche in questo caso Stirati, pur non avendo ricevuto sollecitazioni in tal senso dal tavolo dei ceraioli, ha detto che terrà presente anche questa ipotesi, come tutte quelle che arrivano dal popolo, vero padrone della Festa. “Ma i tempi e le modalità saranno sempre e comunque scanditi dall’evoluzione del virus e dalle decisioni governative”.