C'ERA UNA VOLTA A TERNI UN PARCO CHIAMATO "CARDETO" (foto Tuttoggi.info) - Tuttoggi.info

C'ERA UNA VOLTA A TERNI UN PARCO CHIAMATO “CARDETO” (foto Tuttoggi.info)

Redazione

C'ERA UNA VOLTA A TERNI UN PARCO CHIAMATO “CARDETO” (foto Tuttoggi.info)

Ven, 22/10/2010 - 10:16

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(Luca Biribanti) – È proprio il caso di dire “c'era una volta”, come nelle migliori fiabe. C'era una volta un parco tra il centro e l'immediata periferia della città, dove i più piccoli non vedevano l'ora di andare per trascorrere le ore di divertimento con le proprie famiglie. Tra gli alberi, i cespugli, la formetta, le giostre, il laghetto, le fontanelle e le stradine prendevano vita i sogni dei bambini che spesso litigavano per arrivare prima a un gioco, l'ambitissima altalena o la macchinina più potente del piccolo circuito delle giostre. E poi il bar col biliardino e il banco dei gelati preso d'assalto in estate, i tavolini per gli anziani che trascorrevano in compagnia la giornata tra partitine a carte e passeggiate. I più grandi ricorderanno quando in estate si usciva la sera e si era costretti a lasciare la macchina al cimitero o vicino le scuole medie Orazio Nucula per trovare un posto il più vicino possibile al parco. Sembra un dettaglio da nulla, ma proprio per il grande afflusso di cittadini nelle serate estive è cambiato anche l'aspetto del quartiere, quando, per prevenire il parcheggio selvaggio, tutti i palazzi intorno alla zona si dotarono di cancelli automatici o elettrici per impedire che i posti macchina dei condomini fossero presi d'assalto da chi andava a Cardeto. “Ricordo che era il 1985 – ci ha raccontato A.R. 82enne e memoria storica del quartiere – quando anche il mio palazzo fu costretto a dotarsi di un cancello col telecomando, perché ogni sera c'era da discutere. Succedeva poi spesso che volassero secchiate d'acqua dai balconi per gli schiamazzi e i rumori perché non si riusciva a dormire”. Ormai la sera Cardeto è frequentato soltanto da qualche ubriaco che finisce la sbornia in solitudine, o peggio, da qualche tossicodipendente che cerca un angolo isolato per bucarsi. Lo stato d'abbandono generale del parco riguarda anche il laghetto, oggi ridotto a un acquitrinio fangoso dove le papere sono misere caricature di animali schiamazzanti, e soprattutto la formetta, la staccionata a protezione della quale è andata pressoché distrutta, costituendo un pericolo non di poco conto per i bambini che circolano nel parco. Due ragazzi del quartiere, oggi di 33 anni, ricordano così quella formetta: “Per noi era un piccolo fiume. Staccavamo le foglie dal grande albero vicino e le trasformavamo in barche. Poi ci posizionavamo lungo l'argine dell'acqua e facevamo una gara rincorrendo le nostre ‘barche' sospinte dalla corrente”. Tempi lontani certo, ma dopo un periodo di totale buio sembra che oggi qualcosa si stia muovendo per riqualificare una delle risorse più importanti del quartiere, anche se i tempi e le modalità non sono sempre all'altezza di ciò che ci si aspetta. Proprio mercoledì la commissione edilizia si è trovata a risolvere un problema legato ai lavori nel parco voluti dall'imprenditore Maurizio Magi che prevedevano l'installazione di un box ad uso bar, proprio davanti al rudere in via di ristrutturazione. L'Assessore Malatesta ha ereditato dalla precedente Giunta, che aveva concesso al Magi un ampio margine di intervento nel parco sia in termini di tempo che di cubatura, una questione spinosa, ma grazie anche all'intervento della Sovraintendenza, che ha storto il naso all'idea di un box nel mezzo del parco, sembra si sia riusciti a trovare una soluzione soddisfacente per le due parti: Magi ritirerebbe il progetto del box, mentre il Comune concederebbe all'imprenditore di sfruttare la stessa cubatura per alcuni lavori in un immobile di proprietà a Cospea. Un'operazione che evidenzierebbe la “creatività” dell'amministrazione locale nel coordinare un progetto di reale intervento su uno spazio ormai allo stato di semi-abbandono da troppi anni.


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