“Le difficoltà dell'Agenda digitale italiana, inevitabilmente si ripercuotono su tutto il sistema. Ciò nonostante l'Umbria cerca di supplire con una iniziativa autonoma ai forti ritardi”. Lo ha affermato l'assessore regionale Stefano Vinti, annunciando che è stata convocata per giovedì 20 marzo, l'assemblea soci di Centralcom per avviare la (complessa) fase di trasformazione della società. I soci di Centralcom sono tutti pubblici: la Regione Umbria, che detiene il 51% delle quote, e i comuni di Perugia, Terni, Foligno, Città di Castello e Orvieto.
Con questa assemblea, l'Umbria porta avanti la propria riorganizzazione del settore ICT (Information technology), una semplificazione che porterà alla nascita di due nuove società: Umbria Salute e Umbria Digitale.
In particolare il processo di riorganizzazione avverrà con la incorporazione di Webred spa (escluso il ramo sanità) in Centralcom spa, da cui nascerà “Umbria Digitale”. Operazione che si concluderà dopo che le due aziende avranno approvato l'atto di fusione, con l'obiettivo di chiudere, entro il 2014, la complessa fase di ristrutturazione.
“I problemi maggiori sono indubbiamente nel livello nazionale, ha sottolineato Vinti, con un ritardo nella tempistica che ora viene certificato anche da un rapporto del Servizio Studi del Dipartimento Trasporti della Camera dei Deputati”.
Nel rapporto si evidenzia come in materia di Agenda digitale italiana (decreti legge “Crescita”, “Crescita 2.0”, “del Fare”), fra i 55 adempimenti considerati, solo 17 sono stati adottati e per quelli non adottati di ben 21 risultano già scaduti i termini.
Il Servizio segnala che ‘non si è mai fatto ricorso alle procedure di legge in base alle quali per l'adozione dei provvedimenti attuativi previsti si consente l'adozione su proposta del Presidente del consiglio dei ministri anche senza il concerto coi ministri competenti'. Tra questi il fascicolo sanitario elettronico e i pagamenti elettronici.
Vinti rileva come siano “troppe le incertezze intorno all'Agenzia per l'Italia Digitale, vero snodo critico di tutta la vicenda che nel rapporto è citata per non aver trasmesso l'Agenda nazionale dei contenuti e degli obiettivi delle politiche di valorizzazione del patrimonio informativo pubblico, come pure risulta manchevole nell'individuazione delle risorse umane, finanziarie e strumentali dell'Agenzia. L'Agid ha infatti il compito di implementare l'agenda digitale italiana e finalmente contribuire alla modernizzazione del paese mettendolo in grado di competere al giusto livello in uno scenario globale”.
“L'agenzia, ha proseguito l'assessore, già sottoposta alla vigilanza del Presidente del Consiglio, deve attuare l'agenda digitale italiana coerentemente con i dettami dell'agenda digitale europea. Ma finora non avrebbe assolto i suoi compiti. Perciò i motivi del ritardo, segnalati in numerose interrogazioni parlamentari, non sarebbero imputabili solo alla mancata definizione dei decreti attuativi di cui sopra, ma anche alla governance dell'agenzia.
Francesco Caio non è riuscito altro che a mettere in pista due provvedimenti già pronti prima del suo insediamento, anagrafe e fatturazione elettronica – quest'ultima in vigore dal prossimo giugno – mentre quello sull'identità digitale è ancora ai nastri di partenza. Certo, ha concluso Vinti, occorrono più soldi, consapevolezza e investimenti per sfruttare quel 3% del PIL, (45 miliardi) derivante dall'economia digitale italiana, ma il tema rimane: se non ci sono i servizi, a che serve avere datacenter centralizzati e un'infrastrutturazione avanzata del territorio?”
Centralcom, riorganizzazione settore ICT / Entra Webred e diventa Umbria Digitale
Lun, 17/03/2014 - 21:56