La "Luigi Pianciani": "A Terni si introduce una “tariffa” che in realtà è una “tassa”, impropria ed illegale, oltre che ingiustificata"
La novità approvata dalla Giunta Bandecchi a Terni per disperdere le ceneri dei defunti sul fiume Nera è una “tassa aggiuntiva”. Lo sostiene la Società di cremazione “Luigi Pianciani” (Socrem), attiva in tutto il territorio regionale.
“Abbiamo appreso dalla stampa – evidenzia la società di cremazione – la notizia del provvedimento con cui l’amministrazione Bandecchi, a Terni, ha individuato tre punti lungo il fiume Nera in cui sarà possibile disperdere le ceneri dei propri cari che hanno scelto la cremazione. “Servizio” consentito al costo di 230 euro, che sale a 315 euro nel caso in cui i familiari decidano invece di conservare l’urna cineraria nella propria abitazione.
Una “novità”, tra l’altro sulla base, sembra, di quanto già previsto dalla precedente amministrazione comunale ternana, che viene fatta passare come un gesto di grande modernità e liberalità, ma che invece rappresenta un ingiustificato balzello nei confronti di un’attività già possibile sulla base delle normative nazionali. La legge 130/2001, infatti, consente già la dispersione delle ceneri in luoghi idonei e dignitosi. Il cittadino desideroso di far disperdere le proprie ceneri nell’ambiente può farlo dunque dove vuole, nei limiti fissati dalla legge stessa, cioè “lontano da insediamenti abitativi” e in “luoghi decorosi e dignitosi”, cioè non in una discarica.
Ora a Terni si introduce una “tariffa” che in realtà è una “tassa”, impropria ed illegale, oltre che ingiustificata. L’unica tariffa per quanto riguarda la cremazione la fissa infatti lo Stato e riguarda il costo massimo per l’incenerimento di un defunto in qualsiasi impianto italiano, che attualmente non può superare euro 629,14 (compresa Iva del 22%, aspetto questo che riteniamo indecoroso), senza prevedere costi per la dispersione delle ceneri, che possono avvenire in ogni luogo dove non sia vietato.
Per questo come Società di Cremazione “Luigi Pianciani”, che opera in tutta l’Umbria per sostenere le famiglie nell’applicazione delle volontà espresse in vita dal congiunto di farsi cremare, ma anche nel vigilare le attività di tumulazione e di cremazione svolta dai Comuni umbri, chiediamo al sindaco di Terni di revocare immediatamente il provvedimento in questione. Rendendoci sin da subito disponibili ad un incontro per verificare, norme nazionali e locali alla mano, le modalità di cremazione e di dispersione delle ceneri applicabili.
L’unico motivo di soddisfazione da questa vicenda è che ci si sta rendendo conto di quanto sia crescente la scelta di farsi cremare una volta deceduti e della conseguente necessità di agevolare queste volontà, anche in Umbria. Ciò, però, non deve diventare occasione, specie per le amministrazioni pubbliche, per speculare alle spalle delle famiglie dei defunti”.