“Sono circa 3.500 le persone affette da celiachia in Umbria, una patologia cronica sempre più diffusa, rispetto alla quale è massima l’attenzione della sanità regionale per garantire servizi adeguati ai cittadini interessati da questa malattia e assicurare il loro normale inserimento nella vita sociale”: lo ha sottolineato l’assessore regionale alla Salute, Coesione sociale e Welfare, Luca Barberini, intervenendo, nei giorni scorsi, al convegno nazionale dell’Associazione italiana celiachia (AIC), promosso in occasione dei quarant’anni anni della stessa, presenti numerosi medici di medicina generale, specialisti, pediatri di libera scelta, esperti in dietologia clinica e dell’Istituto superiore di sanità.
“La celiachia – ha evidenziato Barberini – non è più una malattia rara, ma sociale. Colpisce soprattutto persone tra i 19 e i 65 anni, più donne che uomini. In Umbria siamo passati dalle 2.015 diagnosi del 2012 alle 3.496 (2.474 femmine e 1.022 maschi) del 2018, con un aumento del 73,4 per cento in sette anni. Al momento non ci sono terapie cliniche per la celiachia, l’unica arma efficace è un’alimentazione priva di glutine. In questo quadro, nel 2004, l’Umbria è stata una delle prime Regioni a dotarsi di una legge per garantire il normale inserimento dei celiaci nella vita quotidiana, anticipando la normativa nazionale. Sono state quindi adottate linee guida regionali, grazie alle quali i prodotti senza glutine, inclusi in un apposito registro nazionale, possono essere erogati, a carico del Servizio sanitario nazionale, non soltanto tramite le farmacie pubbliche e private ma anche attraverso esercizi commerciali del settore alimentare, autorizzati dalle Usl”.
“In tutto il territorio umbro – ha continuato l’assessore – sono stati inoltre attivati Centri di riferimento regionale dedicati al trattamento della celiachia, con l’obiettivo di effettuare diagnosi precoci, migliorare le modalità di cura, prevenire eventuali complicanze, agevolare l’inserimento dei celiaci nelle attività lavorative, scolastiche, sociali e sportive attraverso un accesso equo e sicuro ai servizi di ristorazione collettiva, favorire l’educazione sanitaria dei cittadini sulla malattia celiaca e l’aggiornamento professionale del personale sanitario. Le risorse investite, provenienti dal servizio sanitario regionale, sono state aumentate in maniera progressiva fino ad arrivare a circa 4 milioni di euro nell’anno 2017”.
“In questo quadro – ha continuato Barberini – è stretta la collaborazione con medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e mondo dell’associazionismo, per sensibilizzare la popolazione. Proprio in queste settimane, coinvolgendo anche le farmacie umbre, insieme alla sezione regionale dell’AIC, abbiamo diffuso una campagna di comunicazione sulla patologia, con un vademecum per conoscerla meglio. Il lavoro di squadra è fondamentale per intercettare meglio i bisogni dei cittadini e dare risposte più efficaci”.