Fine vita, per il gip vanno valutate le denunce contro Asl e Comitato etico presentate dalla giornalista affetta da sclerosi
Accolta dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Perugia, Natalia Giubilei, l’opposizione presentata da Laura Santi tramite i suoi legali, alla richiesta di archiviazione formulata dal pubblico ministero relativa a un esposto che la 49enne giornalista, affretta da sclerosi, aveva depositato per denunciare ritardi e omissioni da parte della Asl e del Comitato etico chiamata a valutare la sua richiesta di accedere alle procedure del fine vita.
Ad aprile 2022 Laura Santi aveva chiesto all’Azienda sanitaria di essere sottoposta alle verifiche previste dalla sentenza costituzionale 242 del 2019, per l’accesso alla morte assistita, ma non ricevendo risposte aveva inviato una serie di diffide, a seguito delle quali era stata sottoposta alla verifica delle condizioni e a dicembre 2022 aveva ricevuto la relazione medica. La relazione però era incompleta: innanzitutto del parere del Comitato etico e poi della parte relativa alla fase cosiddetta esecutiva della procedura relativamente al farmaco e alle modalità di autosomministrazione.
Spiegano Filomena Gallo e Francesca Re, difensori di Laura Santi e rispettivamente Segretaria e Membro di giunta dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica: “Per oltre un anno il Comitato etico regionale (CER) continuava ad affermare di ‘riconoscere il diritto ad avere un parere in merito alla richiesta formulata’ ma ‘di essere impossibilitato a rilasciare tale parere in quanto la composizione non è stata ancora aggiornata’. Solo a seguito dell’ordinanza del Tribunale di Perugia che, il 7 luglio scorso, ha accertato il diritto di Laura Santi a ottenere un parere espresso dal Comitato etico regionale, che doveva costituirsi entro 30 giorni, il CER ha emesso un parere. Evidentemente non sussisteva un’effettiva impossibilità ma semplicemente una mancanza di volontà, dunque il rifiuto era infondato e illegittimo. Alla luce di quanto ricostruito, anche grazie alle indagini della Procura che hanno dato atto dei ripetuti e continui rifiuti da parte del comitato etico, non solo di fornire il parere obbligatorio a Laura Santi ma addirittura di costituire il comitato stesso, cosa che è stata fatta in breve tempo una volta intervenuto l’ordine di un giudice, il GIP ha dunque rigettato la richiesta di archiviazione del pubblico ministero ritenendo doverose ulteriori indagini volte ad accertare la legittimità dei continui rifiuti, dei ritardi e delle omissioni”.
“Sono soddisfatta di questa decisione – le parole di Laura Santi -. Mi sembra che sia importante perché sancisce un principio fondamentale, cioè che le pubbliche amministrazioni hanno il dovere di verificare le condizioni di una persona malata e di esprimere un parere sull’accesso alla morte assistita e non possono permettersi ritardi ingiustificati né di rifiutare un atto del loro ufficio. Questo perché molto spesso le persone che vogliono morire non hanno il tempo di attendere o di attivare le giurisdizioni per vedersi riconosciuto un diritto già sancito dalla Corte costituzionale”.
Conclude Gallo: “Quanto avvenuto a Perugia, mette in luce i ritardi e rifiuti che di fatto sono documentati a seguito della richiesta di Laura Santi. Per evitare tutto ciò è palese la necessità di una legge che preveda tempi certi per l’accesso alla morte medicalmente assistita, ed è proprio quello che chiede la Proposta di Legge Regionale di iniziativa popolare dell’Associazione Luca Coscioni, al fine di garantire tempi certi e impedire discriminazioni tra Regioni”.