Esaminato nella commissione ‘Servizi’ di Città di Castello, ieri (giovedì 24 gennaio), il nuovo regolamento per l’assegnazione delle case popolari, “che sarà più aggiornato a normative ed esigenze di oggi” ha detto il presidente dell’organismo consiliare Giovanni Procelli, introducendo l’intervento dell’assessore alle Politiche sociali Luciana Bassini: “Era necessario intervenire per adeguare il regolamento ed abbiamo approfittato dell’opportunità per introdurre alcuni elementi in direzione dell’equità. Da un punto di vista generale ci sarebbe bisogno di maggiore disponibilità di alloggi”.
Le case di edilizia residenziale pubblica nel Comune di Città di Castello sono circa 200, tutte occupate, a cui se ne aggiungono 10 acquistate di recente da Ater nella zona industriale; a fronte di 150 domande inevase, il monte-case potrebbe essere integrato con 8 appartamenti, 2 di proprietà del Comune e 6 dell’Ater, che però avrebbero bisogno di interventi non particolarmente onerosi. Questo il quadro delineato dal Comune a seguito di una domanda di Nicola Morini (Tiferno Insieme).
Ad illustrare la nuova bozza di regolamento è stato Giancarlo Pettinari, responsabile del Servizio:
Siamo intervenuti sull’art. 3, relativo ai criteri per la determinazione dei punteggi collegati a particolari disagi aggiuntivi di quello economico, e sugli art. 7 e 14, relativi alla formazione della graduatoria. Nei punteggi aggiuntivi sono stati previsti massimo 4 punti che il Comune può assegnare in caso di: figli fiscalmente a carico fino a 26 anni, perdita del reddito da lavoro e tempo di residenza del nucleo familiare (chi ha 15 anni continuativi può ottenere il massimo del punteggio). L’articolo 14 distribuisce in uno stesso condominio il 50% a nuclei con cittadinanza italiana, 50% ad extracomunitari e 20% per disabilità. Per il resto l’attribuzione dei punteggi è fatta da un programma della Regione Umbria. Il Comune verifica se il form sia compilato correttamente e se le affermazioni sono fededegne; quindi vengono trasmesse all’ente superiore. La commissione comunale interviene nei ricorsi e comunque dalla formazione della graduatoria definitiva in poi. Gli elementi che modificano la graduatoria sono soprattutto reddito, tipologia di alloggio e numerosità
Sassolini (FI) si è detto favorevole: “Il 50% ad italiani non è legato a razzismo ma al pericolo di creare ghetti e ha come fondamento l’integrazione di nuclei familiari di cittadinanze diverse”. Il consigliere ha poi proposto alcune integrazioni per evitare che situazioni di lassismo o rifiuto di offerte di lavoro – nell’ambito ad esempio del reddito di cittadinanza – possano favorire alcuni nuclei familiari con figli a carico: “Per il tecnico si può introdurre una clausola su questo e comunque il punteggio assegnato a tali situazioni è residuale e non potrebbe sbilanciare la graduatoria”. Minciotti (Pd) ha parlato di “grande opera di rinnovamento dei regolamenti. Approvo i tre articoli modificati”.
A seguito di una domanda di Calagreti (Psi), è stato chiarito che sarà fatta una nuova graduatoria con l’entrata in vigore del regolamento. Tavernelli (Pd) ha detto che “l’assegnazione deve dipendere dal fatto che sono cittadini italiani, dichiarino di lavorare o cercare lavoro, siano in regola con il fisco e altri carichi. Chiedo una maggiore distribuzione degli alloggi sul territorio, evitando la concentrazione. Le case sfitte del centro storico potrebbero incrementare la disponibilità tramite Ater o altri canali. Ugualmente gli affitti agevolati. Destinare una cifra importante a questo intervento può dare risposte a famiglie in difficoltà e ripopolare il centro storico. Il Comune può fare accordi con i privati o acquistare e dare in affitto a canone concordato o all’Ater, che da parte sua deve integrare il circuito e non alienare altri alloggi”.
Per l’assessore Bassini “il Comune può segnalare ma non acquistare le case. Abbiamo tipologie come ‘Vivo in centro’, la Casa Verde, la Casa Albergo che seguono questa logica”. Anche Bucci (Castello Cambia) ha appoggiato l’acquisizione di appartamenti “ma nel centro storico, non alla zona industriale come accaduto di recente. Il problema vero sono i controlli, in questo campo è difficile per il Comune un’attività penetrante. Verifichiamo se ci sono strumenti aggiuntivi nella direzione dell’equità”. D’accordo la Bassini sulla necessità di affinare le modalità di verifica. Anche Massetti (Pd) ha insistito sui controlli, specie quelle di spettanza dell’Ater, sulla decadenza dei requisiti e sull’avvicendamento della residenza: “Impieghiamo anche i vigili – ha detto – Una volta che c’è l’elenco, facciamo controlli settimanali a campione”.
La Commissione comunale è composta, come da articolo 29, non modificato, da un magistrato nominato da Amministrazione, dirigente Servizi sociali, un membro nominato dai sindacati, 2 esperti in materie giuridiche-amministrative nominati dal Consiglio con votazione separata. Ed ora la parola passa al Consiglio comunale per l’approvazione.