A distanza di quattro anni dagli ultimi pubblicati, i comuni dell’Umbria sono pronti con i nuovi bandi per l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica. La Regione, che questa mattina attraverso una conferenza stampa dell’assessore alle politiche della casa Stefano Vinti ha presentato i nuovi modelli di bando e delle domande,ha dato notizia che i bandi comunali saranno divisi in pratica in tre scaglioni. Numerosi comuni, tra cui Assisi, Bettona, Massa Martana, Montefalco, Monteleone di Spoleto, Nocera Umbra, Perugia, Terni, Todi e Umbertide, già pronti perchè hanno approvato il nuovo regolamento, addirittura hanno annunciato di farlo entro il prossimo 30 giugno. Tutti gli altri comunque lo faranno tra il primo ed il 30 settembre. “Con la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale del modello tipo di bando e il modulo tipo di domanda per concorrere ai bandi per l’assegnazione degli alloggi, approvati dalla Giunta regionale il 3 giugno scorso, ha sottolineato l’assessore Vinti, si è così chiuso un lungo percorso in cui la Regione, attraverso una legge regionale del 2012, ha provveduto a modificare ed integrare in maniera significativa la normativa in materia. Snellire le procedure e nello stesso tempo garantire al massimo diritti e doveri di coloro che aspirano all’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, sono elementi che caratterizzano fortemente il processo di innovazione della normativa in materia di assegnazione degli alloggi, che, tra l’altro introduce alcune importanti innovazioni come l’Isee quale modalità di valutazione della capacità economica del nucleo familiare”.
“La collaborazione instaurata con i Comuni, ha consentito di pervenire ad un testo condiviso e di evitare, così, eventuali incongruenze ed incompatibilità.
I nuovi bandi,ha affermato Vinti, attesi ormai da anni da circa 10.000 famiglie umbre, sono un ulteriore segno dell’impegno costante della Regione Umbria per le politiche della casa e dell’abitare. Resta comunque il problema dei finanziamenti necessari per la realizzazione di nuovi alloggi e l’Umbria è capofila nella richiesta di un nuovo Piano nazionale per la casa che consenta, attraverso il recupero del patrimonio immobiliare già esistente, di soddisfare le esigenze di un numero ormai impressionante di famiglie che, stante la crisi economica, non riescono a trovare una soluzione abitativa”.
Le modifiche, entrate in vigore nell’ottobre del 2012, hanno riguardato l’introduzione del concetto di “alloggio sociale” e di “servizio abitativo”; l’adozione del sistema ISEE per verificare la capacità economica dei nuclei familiari; l’equiparazione dei cittadini italiani, dell’Unione europea ed extracomunitari nell’accesso ai benefici, come stabilito da una sentenza della Corte costituzionale ed infine le modifiche in materia di assegnazione e gestione degli alloggi a canone sociale, relativamente ai tempi e alle modalità di assegnazione, alla composizione delle Commissioni comunali, ai subentri, alla mobilità dell’utenza, ecc.
In particolare, in materia di edilizia a canone sociale, la legge stabilisce, a grandi linee i requisiti di accesso ai bandi pubblici per l’assegnazione ed i criteri per la formazione delle graduatorie e prevede che la relativa disciplina attuativa sia contenuta in un regolamento regionale, in base al quale poi i Comuni approvano i propri regolamenti, nei quali, tra l’altro, possono prevedere condizioni di disagio aggiuntive rispetto a quelle previste dalla Regione ed i relativi punteggi, fino ad un massimo di ulteriori 4 punti, per adeguare il bando alle esigenze del proprio territorio ed indicano il procedimento di formazione delle graduatorie, provvisorie e definitive ed i criteri e le procedure per la scelta dell’alloggio, la relativa consegna, l’eventuale rinuncia e i termini per l’occupazione.
“Per quanto concerne i regolamenti comunali, ha dichiarato l’assessore Vinti, alcune Amministrazioni hanno già provveduto in merito, mentre altre si trovano ancora in fase di elaborazione. La Regione ha intanto provveduto ad aggiornare la procedura informatizzata, già fornita in passato ai Comuni per la gestione delle graduatorie, adeguandola alle novità introdotte e mettendola a disposizione dei Comuni.”.
Ciascun Comune è tenuto ad allegare al modulo-tipo di domanda regionale un apposito stampato, nel quale devono essere riportate le condizioni di disagio aggiuntive individuate autonomamente nel proprio regolamento.