Gli impianti irrigui del Consorzio della Bonificazione Umbra ricevono acqua di superficie dalla diga di Arezzo e dai fiumi Menotre, Topino e Clitunno.
C’è grande preoccupazione per le disponibilità idriche, in un inverno finora avaro di piogge significative, indispensabili per riempire i bacini necessari a soddisfare le esigenze irrigue del periodo primaverile-estivo.
Gli impianti irrigui del Consorzio della Bonificazione Umbra, a pioggia (distretto Valle di Spoleto, distretto in destra fiume Topino nel Comune di Foligno e distretto piana di Trevi e Montefalco nei Comuni di Trevi, Montefalco e Castel Ritaldi) e a scorrimento (distretto in sinistra fiume Topino, distretto Bordoni, distretto Rioveggiano e Canale Formella in Comune di Foligno), ricevono acqua di superficie che deriva dalla diga di Arezzo e dai fiumi Menotre, Topino e Clitunno.
I suddetti corsi d’acqua sono tutti in sofferenza, con le portate in progressivo calo.
La diga sul torrente Marroggia, in Località Arezzo di Spoleto, ad oggi registra una quota di invaso di 397,35 su un totale di 405,50, quindi un volume disponibile per l’irrigazione pari al 36,35 %. Ogni informazione può essere reperita al seguente link https://www.bonificaumbra.it/52-Volumi-Diga.html
“La situazione, che settimana dopo settimana si sta disegnando, ci porta a chiedere l’urgente attivazione dei tavoli di concertazione per identificare, nel rispetto delle priorità normative, le necessarie compatibilità fra i molteplici interessi gravanti sulla risorsa acqua”, sollecita Paolo Montioni, Presidente del Consorzio della Bonificazione Umbra.
“L’impianto irriguo del consortile coinvolge circa 3.500 ettari di terreno e 2.200 utenze – specifica Candia Marcucci, Direttore del Consorzio – e a fronte del ripetersi sempre più frequente di fasi di scarsità idrica, il Consorzio sta operando per rendere gli impianti più efficienti, ridurre le perdite e incentivare il risparmio dell’acqua irrigua. Si tratta di interventi strutturali, in grado di fornire risposte di lungo periodo, per uscire dalla logica emergenziale e aumentare la resilienza complessiva del nostro territorio alle conseguenze dei cambiamenti climatici ed alle ricorrenti siccità”.
Il Consorzio conclude spiegando che il monitoraggio sui nostri distretti irrigui e le loro esigenze specifiche, anche in vista delle prime semine primaverili, è continuo. Ciò per predisporre modalità distributive efficaci ed anticipare le soluzioni per eventuali criticità localizzate di scarsità idrica.