Lo scenario attuale del nostro paese connotato da una crisi economica e finanziaria di una portata mai visti in tempi recenti, è oltremodo suggestionato da una latente rassegnazione della società civile che, alimentata quotidianamente da notizie negative autoalimenta incertezza ed anche apatia da insicurezza. Virus di una lenta decadenza. Dovere dei pubblici amministratori risvegliare le identità, gli orgogli territoriali la coesione sociale con “buone pratiche amministrative“ con “scelte strategiche di sviluppo“ e con “risultati virtuosi” da comunicare ai cittadini con metodi tempestivi e trasparenti. Nel panorama contraddistinto da uno stillicidio di notizie che interessano i Comuni in una generalizzata situazione di “ quasi dissesto” di difficoltà a garantire ormai i primari servizi pubblici, di bilanci con il segno meno, l’orgoglio di comunicare ai cittadini i risultati estremamente positivi conseguiti da questo Comune non è una promozione politica ma un dovere istituzionale.
L’avvio della riforma della contabilità pubblica “cosiddetta armonizzazione contabile”, al 1 gennaio 2015 ha materializzato un incubo per i Sindaci. In concreto e semplificando, le amministrazioni pubbliche da quest’anno per la loro programmazione e gestione dovranno applicare nuove metodologie, criteri contabili e prudenze omogenee confrontabili ed aggregabili necessarie al controllo della finanza pubblica. Un evento che non può essere definito un mero esercizio contabile di competenza degli uffici finanziari ma una vera rivoluzione anche sul piano della programmazione politica e finanziaria da recepire come una irripetibile occasione per rendere più leggibili e risanare i conti dei comuni.
Tuttavia le nuove regole costringono i Comuni a fare i conti con il loro passato. Almeno il passato di medio lungo periodo in cui ogni amministratore ha assunto decisioni ed effettuato interventi più o meno sostenibili dalle proprie finanze più o meno congrue con le potenzialità del territorio più o meno capaci di alimentare sviluppo sul proprio territorio , più o meno finanziate da risorse talvolta esistenti solo sulla carta. Si potrebbe dire la stagione dei “disavanzi occulti”. Ora il nuovo modo di rappresentare la programmazione e la gestione ha determinato la necessità di declinare al presente tutte le manifestazioni finanziarie passate, introducendo meccanismi prudenziali tesi alla salvaguardia degli equilibri di conti con la inesorabile emersione delle criticità esistenti, dei riferimenti alle risorse fittizie e la conseguenza ovvia di ridurre gli spazi di precedenti avanzi di amministrazione o inflazionare il deficit.
Il risultato è la reale cartina di tornasole di almeno dieci anni di passata politica di amministrazione. Di serietà o di leggerezza. Il Comune di Castel Ritaldi non sottovalutando una operazione che costituisce il presupposto per il futuro dei propri cittadini ha prodotto con tutti i centri di responsabilità una operazione straordinaria tesa a dare piena chiarezza alle reale dimensione del proprio bilancio. Ne emerge, in controtendenza con le notizie diffuse che stanno emergendo, che i risultati dopo l’applicazione dei nuovi fattori prudenziali e quindi accantonamenti di fondi, sono addirittura migliorativi.
Il Consiglio Comunale nell’ultima seduta ha approvato il rendiconto del 2014 con un avanzo di amministrazione di € 293.997,32 composto da fondi vincolati (fondo crediti inesigibili già prudenzialmente accantonati negli anni precedenti) per € 159.249,48, fondi accantonati per spese di investimento pari a 4.260,63 e fondi liberi per 130.487,21.
Nella stessa giornata la Giunta Comunale ha approvato la operazione di “riaccertamento straordinario dei residui al 1 gennaio 2015” e sostanzialmente rideterminando il seguente risultato di amministrazione:
- Un avanzo di amministrazione al 01.01.2015 di € 915.858,71 composto da fondi vincolati per crediti dubbia esigibilità di € 133.094,70, fondi vincolati per opere di investimento pari a € 540.463,49 e parte libera disponibile per € 225.857,29.
L’atteggiamento prudenziale tenuto da questa amministrazione negli anni precedenti e le politiche tradotte in risultati concreti ed obiettivi raggiunti, in una congiuntura economica di gravità assoluta, sono riuscite a garantire la fruibilità di tutti i servizi comunali anzi ad ampliarli, investimenti rilevanti mantenendo ad oggi un accettabile livello di prelievo fiscale. Se si legge questo risultato in rapporto alle dimensione della comunità di Castel Ritaldi, insieme ad altri indicatori del Comune quali il livello di indebitamento ad abitante di € 350 contro una media nazionale di € 1.600; un fattore di indebitamento del 2,61 % rispetto alla possibilità del 10 %; un valore patrimoniale pro-capite in aumento; una spesa di personale che viaggia ben al di sotto del consentito, si può evincere che in questo Comune non aleggiano rischi di squilibri di sorta.
Dati che se dal punto di vista finanziario segnalano al contrario uno stato di salute invidiabile del Comune, dal punto di vista politico sottolineano una intatta potenzialità di destinare risorse importanti anche mediante la leva dell’indebitamento generatore di economie sui servizi e di sviluppo economico del territorio. Una posizione indubbiamente invidiabile rispetto all’area sempre più ampia dei Comuni per i quali si aprono le stagioni buie del “ripiano pluriennale”.
