“Belladanza è oggi l’unica discarica pubblica che funziona in Umbria. L’ottima gestione di Sogepu e la programmazione lungimirante dell’amministrazione comunale, nel rispetto della pianificazione regionale e di quella dell’ex Ati 1 in materia di rifiuti, oggi ci portano a dare seguito al potenziamento del polo impiantistico senza alcun nuovo ampliamento, in attuazione di quanto già deliberato dal Consiglio nel 2014″. Il sindaco Luciano Bacchetta ha presentato così, durante la commissione “Assetto del Territorio” di mercoledì 18 aprile, la delibera che la giunta comunale (dietro parere positivo dell’Auri, Autorità Umbria Rifiuti e Idrico) si appresta ad approvare per concedere a Sogepu il nullaosta per “potenziare” la discarica di Belladanza e accogliere ulteriori 256 metri cubi di rifiuti non pericolosi.
Con l’atto si darà seguito, per stralci successivi, al raggiungimento della volumetria utile già autorizzata di complessivi 403.650 metri cubi, che risulta inserita nel Piano d’Ambito dell’ex Ati 1 (ora Auri), sulla base della richiesta avanzata in tal senso dalla Regione nel 2014. “Portare l’atto in commissione – ha puntualizzato l’assessore Massimo Massetti – risponde alla volontà di assicurare la massima trasparenza a questa procedura e di rispettare il ruolo istituzionale del Consiglio comunale”.
A richiamare l’attenzione su “una saturazione più rapida del previsto della discarica di Belladanza per gli elevati flussi di rifiuti registrati in questi mesi dall’ex Ati 2“ è stato Bucci (Castello Cambia), che ha espresso “il timore di un possibile ulteriore ampliamento” dell’invaso per lo stoccaggio dei rifiuti e ha chiesto che il piano industriale di Sogepu “venga aggiornato e riportato in consiglio comunale”.
Nell’auspicare che ci sia “una pianificazione in prospettiva generazionale, non solo badando a fare cassa”, Lignani Marchesani (Fd’I) ha richiamato l’attenzione sulla necessità di conoscere l’orizzonte di saturazione dell’impianto e le condizioni del ripristino post-mortem “di un sito per il quale più di 10 anni fa si parlava di chiusura. C’è un rischio bomba ambientale e un rischio politico per Città di Castello. Dietro le edulcorate parole di “adeguamento impiantistico” si svela la dura realtà di un ampliamento devastante che può avere una sorta di giustificazione geopolitica ma che non dà alcuna garanzia di futuro e di indipendenza a Città di Castello e ai Comuni circostanti”.
“Non vorrei che visto che siamo stati tanto bravi diventassimo la discarica di tutta l’Umbria”, ha ammonito Procelli (La Sinistra) nel sottolineare come sia “indispensabile che le istituzioni regionali preposte si attivino per riaprire altri impianti” e nel preannunciare una “mobilitazione politica qualora si determinasse l’arrivo di ulteriori rifiuti da territori che non siano l’Alta Umbria”.
“Il potenziamento della discarica è unico, gli stralci funzionali previsti per questo obiettivo erano 3 e oggi l’esigenza è di poter fare lavori che rispetteranno la volumetria già autorizzata”, ha spiegato il presidente di Sogepu Cristian Goracci. Sull’attuale conferimento di rifiuti dall’ex Ati 2 è stato chiarito che non si tratta altro che della restituzione in termini di smaltimento di volumetrie di quello che era stato concesso a Città di Castello e all’Altotevere dagli accordi del 2011. “Le circa 40mila tonnellate residuali verranno ricevute a Belladanza fino al prossimo ottobre”, ha detto Goracci, che ha annunciato per settembre-ottobre la presentazione in Consiglio comunale dell’aggiornamento del piano industriale di Sogepu.
A chiarire ulteriormente che “la discarica verrà ampliata nel sito attuale, sopra il nuovo invaso già realizzato, senza che ne vengano creati altri”, è stato il direttore Ennio Spazzoli, che ha puntualizzato come “l’azienda per prima abbia tutto l’interesse che la discarica rispetti i tempi di esaurimento ipotizzati per il 2027 e possa supportare così l’attività degli impianti di trattamento”. Per garantire il massimo sfruttamento della disponibilità impiantistica, a giugno inizierà a lavorare un nuovo compattatore, mentre è stato chiarito che “non sussistono preoccupazioni per l’assestamento delle volumetrie finora conferite”, grazie all’efficacia dei mezzi attualmente a disposizione dell’azienda.