di Flavia Pagliochini
C’è un’unica certezza, ad Assisi, all’indomani del primo turno, ed è che a prescindere da come finirà, il consiglio comunale sarà per gran parte rinnovato. Ad oggi (al netto di apparentamenti, ripescaggi e risultato dei ballottaggi) sono solo sei i consiglieri confermati: oltre a Giorgio Bartolini (eletto in quanto candidato sindaco), ci sono Claudia Travicelli, Emidio Fioroni, Stefano Apostolico, Leonardo Paoletti, Simonetta Maccabei e Simone Pettirossi (questi ultimi due solo in caso di vittoria, rispettivamente, di Bartolini e Proietti). Dieci, invece, gli ex consiglieri che non ce l’hanno fatta: in un colpo solo, sono fuori dai giochi Franco Brunozzi, Rino Freddii, Walter Almaviva, Patrizia Buini, Daniele Martellini, Ivano Bocchini, Luigi Marini, Lucio Cannelli (tutti di centrodestra) e Paolo Marcucci.
Discorso a parte merita Luigi Tardioli (e, in subordine, Martellini e Cannelli): l’ex consigliere comunale della Ricci sindaco al momento è fuori, ma qualora – in caso di vittoria del commercialista sostenuto da Bartolini sindaco, Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia – uno dei due eletti del Carroccio dovesse diventare assessore, Tardioli potrebbe subentrare in quanto terzo più votato. Cannelli e Martellini, invece, devono sperare che Lunghi si apparenti e si apparenti con la coalizione vincente: in questo caso, potrebbero rientrare dalla finestra e sedere negli scranni del consiglio comunale.
Che a Bartolini e Stefania Proietti convenga apparentarsi, però, è tutto da vedere: i dieci posti del premio di maggioranza andrebbero infatti spartiti con l’alleato apparentato (a scapito di uno – nel caso di Luigino Ciotti e Francesco Mignani – o più – nel caso di Antonio Lunghi – seggi delle due coalizioni arrivate al ballottaggio), laddove una semplice ‘comunione di intenti’ non sancita ufficialmente porterebbe l’eventuale vincitore che ha siglato il patto di non belligeranza con Lunghi ad un’ipotetica maggioranza di dodici seggi su sedici. Considerata l’indisponibilità del Movimento 5 Stelle a dare indicazioni alle alleanze – Luigi Di Maio, martedì mattina al Corriere della Sera, ha detto che ai ballottaggi non verrà fatta nessuna alleanza: “Vogliamo che a parlare siano i cittadini” – i voti appetibili sono infatti soprattutto i tremila del sindaco uscente.
“Se devo scegliere ‘naturalmente’ penso che sarebbe opportuno mantenere un governo i centrodestra – ha spiegato Lunghi lunedì mattina – ma penso anche che questa città debba fare un salto in avanti, ipotizzare nuove strade. Apparentamento? Ne parlerò con il mio gruppo: adesso aspettiamo che qualcuno ci chiami”. In attesa dello squillo del telefono, le sirene si fanno sentire soprattutto via comunicato stampa: Stefania Proietti, al ballottaggio con Pd e due liste civiche, ricorda la “civicità” della sua coalizione, “nata da due mesi e aperta a tutti: noi – certifica l’ingegnere – siamo fuori dagli schemi”. Quanto a Bartolini, oltre ad attaccare “gli eredi del partito comunista, che hanno mandato avanti un volto estraneo al loro ambiente, sperando di ingannare i moderati: gli elettori non ci sono cascati”, loda “il buon risultato del candidato Lunghi e delle sue liste civiche, espressione dell’elettorato moderato, che di certo al ballottaggio non vorrà consegnare Assisi al PD. D’altra parte – l’affondo finale del già sindaco, vicesindaco e consigliere comunale – si sa che non può improvvisarsi sindaco di Assisi dall’oggi al domani chi non ha mai messo piede in un consiglio comunale”.
