I militari del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Perugia, nel corso di una verifica nei confronti di una azienda edile con sede nella Provincia di Caserta, ma operante da anni anche in Umbria, ha denunciato dieci persone alle Procure della Repubblica di Perugia e Caserta perché ritenute colpevoli del reato di truffa aggravata e falso ai danni dell'INPS dei capoluoghi di riferimento, finalizzata all'omissione contributiva e alla fraudolenta erogazione di benefici assistenziali non dovuti.
I militari, che hanno operato in sinergia con i funzionari della locale Direzione Provinciale del Lavoro e dell'INPS, a seguito di una ispezione su un cantiere della ditta, hanno condotto prolungate e dettagliate indagini esaminando oltre un centinaio di posizioni lavorative attivate dall'azienda negli ultimi anni, appurando l'esatta dinamica aziendale, che puntava all'evasione sistematica dei contributi dovuti per i lavoratori dipendenti, nonché ad altre condotte criminose addebitabili a sette lavoratori dipendenti.
In particolare, sono stati denunciati il responsabile della ditta C.R. (34 enne, di Sessa Aurunca), la moglie di questo N.A. (37 enne, convivente) in concorso con il proprio consulente del lavoro G.G. (operante nella stessa provincia campana), incaricato della gestione delle paghe ed i contributi dei lavoratori dipendenti. La donna, impiegata nella stessa società, è stata denunciata in concorso con il marito per aver prodotto false dichiarazioni dei redditi per l'illegale erogazione di assegni familiari.
Anche sette lavoratori dipendenti, sono stati denunciati per aver percepito indennità di disoccupazione non dovute in quanto riferite a periodi in cui gli stessi erano invece occupati alle dipendenze della ditta ispezionata. Sono in corso, per questi, ulteriori accertamenti per verificare l'esatta procedura di erogazione ed appurare l' eventuale coinvolgimento di altre persone. Le indagini hanno evidenziato una casistica davvero particolare delle violazioni commesse dalla ditta, che vanno dalla classica occupazione di lavoratori “in nero”, al fittizio inquadramento dei lavoratori con contratti più convenienti di apprendistato o “a progetto”, alla falsa erogazione di indennità di maternità, malattia e assegni familiari di fatto mai erogate, ovvero alla fruizione di indennità di cassa integrazione non dovuta. La verifica ha consentito così di quantificare una omissione contributiva complessiva di oltre 760mila euro ai danni delle casse dell'INPS e dell'INAIL, oltre alle sanzioni di Legge.