I funzionari del Reparto antifrode dell’Ufficio delle Dogane di Perugia, in collaborazione con la Polizia Stradale di Perugia, hanno individuato una società di Roma impegnata nel settore del commercio di autovetture e fornitrice di un autosalone del comprensorio di Foligno che operava in completa esenzione dell’Imposta sul valore aggiunto.
Dalle risultanze amministrative è emerso che più di 60 autovetture, anche di grossa cilindrata e di note case costruttrici erano state acquistate dal mercato tedesco e promosse per la vendita tramite siti internet specializzati nel settore automotive nonché vendute, tramite l’autosalone umbro, ad altrettanti acquirenti ignari delle ingannevoli procedure messe in atto per evitare il versamento all’erario dell’IVA.
La società romana aveva infatti assunto – secondo quanto ipotizzato dagli inquirenti – il ruolo di soggetto giuridico interposto, ovvero di società in capo alla quale cumulare il debito dell’imposta conseguente alla commercializzazione in Italia delle immatricolazioni, infatti, avvenivano utilizzando falsa documentazione commerciale e false dichiarazioni di atto notorio con le quali gli ignari clienti dichiaravano di avere effettuato l’acquisto direttamente in Germania e quindi di poter beneficiare delle condizioni di esenzione previste dalla normativa in quanto le imposte sarebbero state assolte in altro Stato Membro dell’Unione Europea.
Dagli accertamenti, che si sono concentrati sulle operazioni messe in atto durante un anno di attività, è emerso che la società capitolina, oltre alle 60 auto cedute al salone folignate, ha venduto altre autovetture in alcune Regioni del Centro Italia accumulando così un debito IVA di circa 900.000 euro.
Fondamentale è risultata la collaborazione con l’Autorità doganale tedesca che ha fornito documentazione e informazioni che hanno consentito di accertare il modus operandi fraudolento.I funzionari delle Dogane di Perugia e la Polizia Stradale di Perugia, tramite anche i propri Uffici e Sezioni sparsi sul territorio nazionale, si sono occupati di escutere i 60 proprietari delle auto che hanno disconosciuto le firme apposte sulla documentazione che veniva di volta in volta presentata agli Uffici della Motorizzazione per l’immatricolazione dei mezzi in Italia.
Al termine dell’accertamento il titolare della società romana è stato deferito alla Procura della Repubblica di Spoleto. Le sanzioni previste vanno da un minimo di 2,1 milioni di euro a un massimo di 2,3 milioni di euro.
L’accertamento amministrativo è uno sviluppo dell’indagine coordinata sempre dalla magistratura inquirente di Spoleto che già a maggio scorso aveva accertato una evasione IVA di 2,5 milioni di euro da parte di un’altra società, con sede legale nel folignate, che aveva messo in atto una cosiddetta “frode carosello” vendendo più di 500 autovetture ad altrettanti clienti, ignari delle ingannevoli procedure attuate per evitare il versamento all’erario dell’IVA. In questo caso sono state denunciate 11 persone.