“Assoluta carenza dei dispositivi di sicurezza, a partire dalle mascherine, che in alcune aziende non sono ancora state fornite ai lavoratori, contravvenendo totalmente ai Dpcm. Le fabbriche nella maggioranza dei casi marciano praticamente in attività ordinaria, facendo solo timidi tentativi di applicazione delle precauzioni individuate dal decreto”.
La denuncia dei sindacati
Ad affermarlo in riferimento ai settori produttivi della chimica, del tessile, dell’energia e delle manifatture è la Filctem Cgil di Terni che chiede di “rallentare gli impianti in marcia, sospendere le prove tecnologiche e le sperimentazioni straordinarie, insomma, ridurre al minimo le attività”. Per quanto riguarda i servizi (acqua, luce, gas, ecc…) la Filctem Cgil segnala che in molte aziende le attività non sono state ridotte, “ma si continua ad operare in modalità ordinaria, quando invece dovrebbero essere mantenute le sole attività minime essenziali”. “Registriamo poi che in diverse aziende non c’è ancora stata l’estensione dello Smart Working – continua il sindacato – per tutti i lavoratori che svolgono attività che possono essere gestite da remoto”. “Avendo rilevato molti comportamenti assolutamente non in linea con i dettami dei DPCM chiediamo che partano dei controlli a tappeto sulle aziende da parte di tutti gli organi preposti, che possano sanare questa situazione, intimando anche eventuali chiusure – afferma la segreteria della Filctem Cgil di Terni – Nel contempo, come previsto dal DPCM, invitiamo tutti i cittadini a rimanere a casa e non recarsi presso gli sportelli/front office ancora aperti, utilizzando invece i numeri verdi e gli altri canali di contatto messi a disposizione dalle società dei vari settori”.