Nella giornata dell'Insurrezione, le parole del presidente Cardelli perché vengano ascoltati gli appelli per l'autonomia del popolo tibetano
Nel messaggio inviato agli iscritti dell’associazione, tra cui moltissimi umbri, Claudio Cardelli, presidente Associazione Italia Tibet, ricorda : “L’intera popolazione di Lhasa insorse contro l’occupazione militare cinese; nella repressione che seguì 87.000 tibetani vennero brutalmente uccisi. Da allora, i tibetani in tutto il mondo ricordano il 10 marzo come la giornata dell’Insurrezione Nazionale Tibetana. Ancora oggi, dopo 65 anni, la situazione in Tibet rimane gravissima. La politica ferrea cinese di assimilazione della popolazione e di distruzione delle radici culturali e spirituali del Tibet prosegue sena esitazioni e revisioni da parte del regime di Pechino. I tibetani, ogni giorno, lottano per conservare la propria identità e la propria dignità contro la repressione e la violenza senza fine del regime coloniale cinese. Le notizie che ci giungono dall’interno del Tibet raccontano storie di distruzione dell’ambiente naturale, di soppressione della lingua e della cultura tibetana, di discriminazione e arresti arbitrari, di persecuzioni, torture e condanne a morte senza processi, di urbanizzazione forzata dei nomadi, di progetti di sviluppo folli e devastanti. Grazie alla guida lungimirante di Sua Santità il Dalai Lama e alla stima e al prestigio di cui gode in ogni parte del mondo, la causa tibetana e le speranze di un intero popolo sono ancora vive. Le proposte ragionevoli di arrivare attraverso il dialogo alla definizione e implementazione di una genuina autonomia per il popolo tibetano, rimangono ancora inascoltate”.