L'obiettivo è di rendere Assisi sempre più bella e accogliente, ma i commercianti chiedono certezze dopo le spese sostenute nel 2011
Il consiglio comunale di Assisi ha approvato, nell’ultima seduta, il nuovo manuale dell’arredo urbano e del
decoro degli spazi pubblici che revisiona l’atto del 2011. E Confcommercio, silente nei mesi il cui il piano era una bozza e anche quando le prime indicazioni avevano fatto infuriare i commercianti chiamati a sostenere nuove spese a dieci anni dall’ultimo giro di vite, batte un colpo per chiedere maggiori certezze sui contributi economici per i commercianti. Perché la città dovrà pure essere “bella e accogliente” – questo il refrain della prima cittadina – in vista dell’ottocentenario della morte di San Francesco, ma l’ultimo piano dell’arredo urbano è stato firmato nel 2011 e i commercianti hanno investito svariate risorse per adeguarsi.
Arredo urbano, la giunta approva
La giunta ha approvato il piano a maggioranza, non senza critiche: per Stefano Apostolico (Fratelli d’Italia) “Andavano ascoltati prima i commercianti e poi si faceva il progetto, questo piano sembra un cartello politico elettorale”, mentre per Francesco Mignani (Lega): “Questo piano è stato realizzato in previsione del 2026, ma andrebbe applicato per le nuove attività, non può essere retroattivo. Le priorità sono altre, per esempio la regolamentazione dei traffico, i varchi e la pedonalizzazione. Poi i contributi non sono sufficienti, e non so se è legittimo prendere soldi dalla tassa di soggiorno e destinarli ai privati”.
I capigruppo di maggioranza (Giuseppe Cardinali, Paolo Lupattelli, ma sono intervenuti anche Scilla Cavanna e Alfredo Bolletta) hanno ribadito la bontà del percorso e la condivisione, e il sindaco Stefania Proietti ha ribadito che il piano “rappresenta anche uno strumento per valorizzare la qualità delle attività commerciali del centro storico legate al turismo, che rappresentano un elemento determinante dell’offerta turistica della città di Assisi, attenta alle peculiarità ed eccellenze, in controtendenza rispetto al rischio di omologazione connesso alla grande distribuzione”.
Sui dettagli tecnici e soprattutto sulle installazioni temporanee di suolo pubblico e sulle agevolazioni tariffarie per i commercianti si è dilungato il vice sindaco Valter Stoppini, delineando la possibilità di richiedere la proroga per occupazione di spazi in ‘deroga Covid’ fino al 31/12/2023 (previa richiesta da inviare al comando di polizia locale) nonché ricordando i vantaggi che ci saranno dopo l’approvazione del nuovo manuale: tariffe equiparate al valore ‘permanente’ e tempi certi ed omogeneità nelle autorizzazioni.
Arredo urbano, il nodo fondi
Rispetto alla presentazione originaria, e quantomeno su alcuni dei punti più contestati dagli operatori del turismo, negozianti e non solo, la giunta ha accolto le richieste di modifica – come quella sulle bacheche trasparenti – e fatto dietrofront. Rimane però il problema dei fondi: sindaco e vicesindaco hanno promesso circa 600.000 euro, di cui la metà saranno destinati alla riqualificazione dell’arredo comunale (panchine, fioriere, pali della luce), l’altra metà divisa in due trance da 150.000 euro sotto forma di avviso pubblico per contributi agli esercenti per le spese di adeguamento al nuovo piano dell’arredo urbano per gli anni 2024 e 2025.
Ma Confcommercio chiede “una revisione del meccanismo di assegnazione dei contributi per la realizzazione degli investimenti di adeguamento, in quanto le risorse messe a disposizione per parte comunale per sostenere gli interventi secondo gli imprenditori sono insufficienti, dato che comunque il 60% della spesa resta a loro carico”. E se si valuta “positivamente l’accoglimento di molte delle proprie proposte di modifica che sono state inserite nella revisione del piano dell’arredo urbano; ciò non toglie tuttavia – si legge ancora nella nota – che gli imprenditori sono preoccupati per gli effetti che questo provvedimento potrà avere”.