La nota del sindaco Proietti dopo le proteste: “In vista della scadenza dell’appalto sulla gestione regionale dei rifiuti siamo intenzionati a far valere le nostre istanze in ogni sede amministrativa e legale”.
Le bollette della Tari stanno arrivando in questi giorni e qualora vengano pagate oltre la scadenza del luglio non sono previste sanzioni in quanto trattasi di avviso bonario per il quale non sono previsti interessi di mora o sanzioni se pagato entro l’anno di riferimento.
Ma è l’unica consolazione per quanto riguarda la Tari ad Assisi, visto che le tariffe sono schizzate alle stelle e contrariamente agli altri anni non ci saranno bonus di sorta, visto che le maggiorazioni sono state comunicate ad aprile, troppo tardi per metterle a bilancio. “Tari 2024: non sapevo di abitare a Versailles”, uno degli status con più mi piace pubblicati in questi giorni, ma c’è poco da ridere visto che per le famiglie meno abbienti la Tari è più che raddoppiata e c’è anche chi, con due figli, si ritrova a pagare oltre 500 euro e quasi 150 euro in più rispetto all’anno prima.
Vista la pioggia di critiche e le segnalazioni, l’amministrazione comunale fa sapere che “Gli aumenti inseriti nelle bollette sono stati stabiliti dall’Auri (Autorità umbra rifiuti e idrico) regionale che ha recepito le direttive dell’Arera nazionale (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente). Ormai – lo sfogo della sindaca Stefania Proietti che riprende quello diffuso ad aprile da oltre 60 primi cittadini umbri di ogni colore – siamo costretti a fare gli esattori in quanto l’aumento della Tari dipende da un nuovo sistema di calcolo che esautora i comuni da ogni potere di intervento sui piani finanziari del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti“.
Prima della riforma, infatti, il costo del servizio veniva fissato preventivamente in base ad una negoziazione tra Comune e gestore secondo quanto previsto dal contratto. Gli enti locali, quindi, erano in grado di incidere sulle tariffe e calmierarle, anche modulando e rendendo più efficiente il servizio. Oggi, invece il costo della Tari viene determinato a consuntivo sulla base dei costi sostenuti dal gestore secondo i parametri fissati da Arera, l’autorità di regolazione per l’energia ed i rifiuti. Al Comune spetta solo il ruolo di riscuotere la tariffa dai cittadini secondo ciò che altri hanno deciso. Non c’è margine di intervento: i Comuni sono obbligati ad approvare i Piani finanziari in consiglio comunale per pagare il conto e non creare buchi nel bilancio dei quali, per altro, sarebbe chiamata a rispondere l’amministrazione comunale. Per la cronaca, Assisi ha votato contro l’aumento, definito “ennesimo e ingiusto: siamo stati l’unico Comune a farlo, ma non è possibile opporsi alle decisioni assunte dalle Autorità regionale e nazionale”.
Al danno si aggiunge la beffa: “Le maggiorazioni dei costi sono state rese note soltanto nel mese di aprile, ciò non ha permesso al Comune di Assisi di stabilire nel bilancio di previsione un eventuale bonus per le categorie più fragili in termini di Isee“. L’amministrazione di Assisi ha rateizzato gli importi in tre rate per consentire agli utenti un pagamento dilazionato. Ma anche considerato la peculiarità di Assisi (milioni di turisti per poche migliaia di cittadini), e detto che la città “avrebbe necessità di regolamentare la propria Tari“, si invita “la Regione a tenerne conto nel piano regionale dei rifiuti. In vista della scadenza dell’appalto sulla gestione regionale dei rifiuti – conclude Proietti – siamo intenzionati a far valere le nostre istanze in ogni sede amministrativa e legale”.
Ma per la minoranza non è vero che la giunta non può fare nulla: “Rinegoziare il contratto con il gestore della raccolta dei rifiuti per ottenere condizioni più vantaggiose e ridurre i costi per i cittadini e predisporre sul territorio una serie di micro isole ecologiche, ma anche innalzare le fasce ISEE permettendo a un maggior numero di famiglie di richiedere contributi e agevolazioni sulla Tari. Inoltre, si possono utilizzare i proventi della tassa di soggiorno per coprire parte dei costi o chiedere un contributo ai turisti, basterebbero 50 centesimi a persona”, sono alcune delle cose che secondo Francesco Mignani e Jacopo Pastorelli si possono fare subito. Per quanto riguarda i provvedimenti futuribili, “Valutare la possibilità di
uscire dalla convenzione con il gestore attuale e gestire i rifiuti direttamente e collaborare a livello
regionale per costruire uno o più impianti di smaltimento dei rifiuti di nuova generazione, capaci di
produrre anche energia”.