L'arte è nella vita, intervista a Stefania Vichi | Artista di grinta, amore, tenacia - Tuttoggi.info

L’arte è nella vita, intervista a Stefania Vichi | Artista di grinta, amore, tenacia

Redazione

L’arte è nella vita, intervista a Stefania Vichi | Artista di grinta, amore, tenacia

Sab, 17/06/2023 - 17:11

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A 5 anni ho ricamato da sola il mio primo tutù, provando quell’impagabile sensazione di realizzare un elemento unico con le mie mani

“Tutto è materia d’arte e l’arte è tutta la materia” così Andros immaginava l’arte. L’arte immaginata come una realtà che tutto crea usando l’immaginazione. L’arte che dispiega la sua magia come se fosse uno specchio che non si limita solo a riflettere il mondo, ma lo scolpisce così come la mente dell’uomo lo vede nel suo immaginario. Quell’arte che non si esprime in ciò che si vede ma in ciò che riusciamo a far vedere agli altri attraverso le nostre emozioni. Tutto può trasformarsi in arte se solo la si guardasse con occhi diversi. Invece, spesso l’essere umano tende a banalizzarla a vederla come un capriccio inutile che non ha futuro. Questo il sublime pensiero per l’arte che Stefania Vichi grida ad alta voce.

“L’arte non è un mero passatempo o un hobby per nullafacenti. Non è uno svago d’élite, destinato a pochi eletti. Nel 2023 non si può avere un tale preconcetto. L’arte è più di questo. E’ un invito a caricarsi di meraviglia sospendendo la routine quotidiana che spezza la creatività. Attualmente c’è molta disinformazione attorno a questo mondo. Non si educano le nuove generazioni a considerare l’arte come bene necessario. Si dimentica la forza preponderante dell’arte che prende vita dalla creatività che si trasforma attraverso ingegno e sensibilità. Ogni lavoro può avere impulsi artistici che vanno non ignorati, ma coltivati quali sintomi di unicità. E’ un artista anche un pasticcere che applica il personale a tutto ciò che fa e farà creando un dolce unico. La vita imita l’arte non più di quanto si possa immaginare.” Così Stefania inizia entusiasta a raccontare la sua esperienza nel mondo dell’arte.

L’amore e il rispetto per il passato tramandato dalla famiglia

Nata a Umbertide da mamma Elda e papà Enzo, Stefania vive a Perugia dall’età di 18 anni. Da questa città ha iniziato le prime esperienze artistiche, esprimendo tutta la sua immensa passione per ciò che sta realizzando: un’artista, una donna libera di esprimere le proprie emozioni, condividerle con il mondo, attraverso una disciplina da sempre unica vena capace di tramandare passati, usi, storia, linguaggi: in una parola Vita. Una passione che scorre nelle vene di Stefania sin da quando era bambina grazie al nonno, esperto di antiquariato a Città di Castello e alla madre nutrita dalla stessa passione, che le hanno tramandato l’amore e il rispetto per il passato rivissuto attraverso l’antiquario.

“Ho sempre avuto dentro di me la passione per l’arte. Nonno, a Città di Castello, era conosciuto per il suo grande intuito e dedizione per tutto ciò che aveva il profumo di vissuto. Anche mio padre mi ha trasmesso l’indole creativa. Lui vive nel mondo della pavimentazione ricercando costantemente nuovi materiali e soluzioni creative” prosegue felice Stefania nel ricordare l’armonia di quegli anni.

Eppure, questa bambina piena di valori e spinta da forti passioni mai avrebbe immaginato di diventare un’artista. “Dall’età di 4 anni ho studiato danza classica fino a diplomarmi a 27 con il metodo R.A.D di Londra, disciplina che ha alimentato senz’altro il mio lato artistico. A 5 anni ho ricamato da sola il mio primo tutù, provando quell’impagabile sensazione di realizzare un elemento unico con le mie mani. Un mondo che ho iniziato a scoprire e che non mi ha mai più abbandonata. Negli anni successivi ho sempre creato piccole opere di pittoscultura”. Ma come succede in molte famiglie, anche in quella di Stefania, la parola artista era vista come un hobby non come un possibile futuro.

“Il consiglio di tutti, per spirito di protezione, era quello di propendere per un lavoro “sicuro”. Per la mia età, appena adolescente, queste raccomandazioni pesavano ed influenzavano le mie decisioni. Ho così fatto prima ragioneria programmatore poi crescendo mi sono laureata in giurisprudenza iniziando a seguire piccole cause aiutando, dal 2014, mio marito anche lui avvocato (Gianluca Colonni ndr), prosegue Stefania immersa nei suoi ricordi.

Ma quando è l’universo a disegnare la tua vita non puoi che aspettare con pazienza che arrivi l’alba e così è stato per Stefania. Un’attesa esplosa in quello che diventerà per lei l’evento trasmutativo, quello che la porterà a scegliere l’arte come priorità.

Tutto ha inizio nello studio legale di suo marito

“Nel 2015/2016 ho deciso di provare seriamente a intraprendere questa strada, partecipando a mostre collettive nazionali e internazionali. Mia madre mi ha sempre incoraggiato ricordandomi, d’altro canto, di stare attenta. L’architetto del nuovo studio legale vide un mio piccolo quadro. Mi chiese di provare a realizzarne uno in grandi dimensioni. Accettai la sfida e poco dopo “ricoprii” lo studio con altre opere che mi diedero visibilità. Così, dopo le prime commissioni private di pittosculturee, ho proseguito con tenacia in parallelo le due strade, per un graduale passaggio. Finalmente -prosegue Stefania con un radioso sorriso sulle labbra – mi sento nel mio mondo.”

Il passato nel presente attraverso la sua testimonianza

L’amore e il rispetto per l’arte significa per Stefania rendere omaggio agli esempi del passato come spunti per il presente e il futuro. “Il passato ci insegna, l’arte è sempre stato motore propulsivo dell’umanità e non dobbiamo mai scordarcelo”. Questo è il fil rouge dietro ogni opera di Stefania.

“Attualmente nel nostro paese l’investimento sui giovani artisti italiani è davvero flebile rispetto alle realtà estere. Un dato di fatto senz’altro controproducente per il territorio, che contrasta con un lungimirante passato traboccante di arte”.

Stefania ultimamente è stata invitata nelle scuole a testimoniare il suo insolito percorso, da avvocato ad artista. “Le nuove generazioni, soprattutto dopo la pandemia, hanno mosso un nuovo fenomeno soprannominato Y.O.L.O. (you only live once), in sostanza, “si vive una volta sola”. Scelgono cioè per il loro futuro ciò che rispecchia la loro felicità lavorativa piuttosto che la loro stabilità economica. Le scuole hanno l’obbligo morale di accrescere e guidare consapevolmente questo desiderio nei giovani incrementandone l’inventiva e coscienza necessaria. Bloccare questa spinta creativa vuol dire auto-mutilare il futuro del paese”.

“Sono rispettosa del passato. Tutte le società hanno sempre investito nell’arte. Quindi la domanda è: ‘perché c’è questa costanza’. Di fatto un desiderio immutato nel tempo. Come mai, allora, considerare l’arte argomento secondario o mera conversazione da salotto?. L’arte apre la mente, è un motore di ricerca ed esplorazione della stessa. Pensiamo ad esempio a Lorenzo dei Medici. Se non avesse investito nel suo contemporaneo non ci sarebbe stato quel momento magico chiamato Rinascimento” prosegue Stefania con una vena di ammirazione per quel periodo. Donna generosa, ma nello stesso tempo folle e determinata, vede le sconfitte e i fallimenti mere opportunità per migliorare e trasmutare.

“Preferisco dare da subito il 100% piuttosto che limitarmi, al più pondero in corso d’opera. Sono molto plasmabile e versatile e ritengo che più o meno a tutto si possa trovare una soluzione, basta solo cercarla. Sono anche realista. L’arte, come diceva Picasso, non si finanzia da sola. Le vendite delle opere sono imprescindibili a sovvenzionare il proseguo della carriera artistica. Con la pandemia c’è stato un momento di arresto. In quel periodo mi sentivo disorientata. Ma dalle difficoltà cerco sempre di vedere la soluzione. Se sono incastrata in un labirinto devo trovare un via d’uscita. Non mi sono mai fermata, neanche in quel periodo assurdo. E’ la filosofia che sta dietro alla mia serie di opere più conosciuta: LEX ITALICA. Un labirinto dotato di vie d’uscita scorgibili solo grazie all’ingegno e perseveranza umana. L’uomo con tenacia riesce sempre a trovare la soluzione e migliorare la sua situazione. Un’opera che invita al cosidetto ‘problem solving’, che sprona a non restare intrappolato in un labirinto personale senza via d’uscita. Sbaglierai strada ma, prima o poi, la soluzione verrà trovata”, conclude fiduciosa Stefania.

“ ’Tutto è follia nel mondo. Ciò che non è piacer’ si canta nella Traviata di Verdi. Ovvero: è folle sprecare tempo prezioso non nutrendo le proprie passioni”. Questa la filosofia che ogni giorno stimola la creatività di Stefania. Una creatività che la rende protagonista di una favola tutta sua dove lei è la sola e unica protagonista.

La curiosità: la chiave per dipingere il suo quadro più bello

“Mi ha sempre affascinato in Alice nel paese delle Meraviglie il personaggio del Brucaliffo che dice: ‘chi essere tu?’. Darmi una definizione mi limita. Io sono curiosa di quello che sarò. Definirmi è come dare un timbro a ciò che sono”. Ed è questa curiosità che spinge Stefania ad esplorare nuovi imbattuti percorsi, progettando quello che sarà il suo quadro più bello: ‘il suo futuro’.

“Sono stata designata quale artista per l’edizione nel 2024 di ‘Forme del Verde’ a San Quirico d’Orcia. E’ una mostra internazionale molto conosciuta da circa 50 anni. Nata da un’iniziativa privata in connubio con le autorità locali che l’hanno fatta diventate un evento annuale. E’ la più grande mostra di scultura a cielo aperto in Italia. Vi hanno partecipato tanti nomi illustri negli anni ed è per me un immenso onore prenderne parte. Sono molto felice di questo riconoscimento”, prosegue entusiasta e piena di gioia Stefania Vichi. (Partecipazione di Stefania Vichi a Forme nel Verde 2022 ndr – Leggi qui)

Una curiosità, una caparbietà e tenacia tramandata da sua nonna. Un esempio di determinazione e coraggio, nonostante i difficili anni della sua epoca. Un esempio che Stefania ha sempre imitato per trarne insegnamenti che l’hanno fatta diventare la donna forte che è oggi.

Il viaggio di Stefania in compagnia chi crede in lei e nel suo talento

“I miei nonni non andavano d’amore e d’accordo nel matrimonio. L’obbligo dell’epoca era sopportare. Mia nonna invece, orgogliosa e tenace, contravvenne a questo cliché separandosi da mio nonno. Mi raccontava che le sue amiche a quel punto non le rivolsero più parola nel piccolo paese, ma non le è mai interessato nulla di quelle voci. Ha sempre fatto valere i suoi diritti, senza rinunciare ad esprimersi come donna. E’ diventata capo cuoca. Lei diceva sempre: ‘Le donne ce la fanno da sole’.” Un ricordo che le fa brillare gli occhi, proprio come le fa illuminare il viso il ricordo del giorno del suo matrimonio. Un giorno che Stefania non dimenticherà mai perché anche in quello che, per una donna è il giorno più bello della vita, Stefania ha saputo cogliere nella sua arte l’emozione più bella: il sorriso, la gioia e l’emozione dei suoi ospiti.

“Ogni volta che ci penso il mio cuore esplode di gioia. Il mio matrimonio è stato la sintesi di quello che siamo noi: io e mio marito Gianluca. Abbiamo fatto un matrimonio “ad Arte”. Anche lui ha una testa da super artista. Quel giorno è stato organizzato con un preciso scopo: creare una sensazione di puerile ed atavico stupore nelle altre persone “bombardandole” di colpi di scena nella volontà di disorientarli rispetto all’attesa routine di quel tipo di evento. Installazioni artistiche, sculture, vestiti, dettagli…tutto era stato creato da noi per regalare un’esperienza artistica alle persone presenti che, “nutrite” di stupore e creatività e lontani dalla routine, stavano bene. Stuzzicata quella meraviglia, torni bambino. Vedere la loro gioia negli occhi ancora mi emoziona”, conclude emozionata Stefania. Ed è sua mamma Elda la persona che, insieme al marito Gianluca e al papà Enzo, ogni giorno la sostiene. Lei, la sua prima grande fan.

“Mia mamma è il mio assistente perenne. Mi fido di lei, e lei si diverte. Ho dato spazio, in terza battuta, a una nuova lei. Purtroppo, mia mamma non ha mai avuto uno spazio per esprimere la sua parte creativa che per necessità non ha potuto sviluppare prima. Oggi, come me, può finalmente esprimere quella fantasia a lungo repressa”, conclude felice.

La chiave del suo successo: “grinta e passione”

E alla domanda: ‘cosa consiglieresti a chi come te vuole raggiungere i propri sogni e non trova il coraggio per fare quel salto’ Stefania risponde decisa e fiera: “consiglio di avere grinta, perché a volte manca la tenacia. Le cose non vengono da sole: ci devi mettere testa e sudore ma anche caparbietà. Molte persone si perdono perché ci vuole troppo impegno e non hanno voglia di lottare. Senza lavoro non si ottiene nulla. Bisogna focalizzare ciò che ci piace e poi bisogna lavorare. Tanti indulgono nel focalizzare l’obiettivo per paura del futuro e altri anche se lo hanno individuato non provano nemmeno perché manca la grinta. Lamentarsi piangendosi addosso senza aver mai realmente provato è il più grande auto-goal.” così conclude Stefania Vichi, dimostrando ancora una volta che nella vita bisogna sempre metterci un po’ di sale per assaporarla in tutte le sue sfaccettature, a partire dai propri sogni che vanno annaffiati ogni giorno con risolutezza, passione, coraggio fiducia in sé stessi e nei propri talenti.

Intervista di Laura Caldara – Immagini pubblicate su disponibilità e cortesia dell’artista

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