“Appuntamento alle bocce” era il segnale con il quale un gruppo di quattro cittadini tunisini, secondo gli agenti della squadra mobile di Perugia, guidata da Marco Chiacchiera, si accordavano con i loro clienti “fidelizzati” per spacciare eroina e cocaina. Secondo gli inquirenti l’organizzazione capeggiata da Hicham Rahoumini, classe 1970 e costituita da Fathalli Mohamed Ali, Abidi Zied e Harji Amine era in grado di spacciare fino a 20 dosi al giorno a testa, per loro sono scattati ieri mattina quattro fermi di pm disposti dal sostituto Angela Avila e poi convalidati dal Gip Lidia Brutti che ha disposto la misura cautelare in carcere.
Le indagini sono partite da una precedente operazione avvenuta lo scorso luglio a Perugia, nel corso della quale due “ovulatori” tunisini sono stati fermati con 250 grammi di eroina in corpo, proveniente dalla Campania. L’operazione di ieri ha portato al recupero di altri 50 grammi di sostanza e di denaro contante considerato provento dello spaccio. Secondo gli investigatori che hanno operato con indagini, pedinamenti e intercettazioni, anche ambientali, i quattro gestivano spaccio sulle piazze di Perugia nelle quali rispettivamente abitavano: Monteluce, via della Pescara, Ponte San Giovanni e Elce.
Secondo gli inquirenti il “capo” della banda, si occupava degli aspetti “manageriali” dello spaccio senza entrare materialmente in contatto con la sostanza e gestiva “la rete” dei grossi quantitativi di droga proveniente dal sud. Un meccanismo articolato, ora stroncato e rapidamente dagli agenti. Una dimostrazione in più di come il mercato, lo spaccio e la distribuzione della droga siano in continua mutazione, ma di come di pari passo le tecniche investigative riescano ad adattarsi e a giungere a concreti risultati.