Anniversario sisma, Noi per Norcia: "Viviamo in una città senza…"

Anniversario sisma, Noi per Norcia: “Viviamo in una città senza…”

Redazione

Anniversario sisma, Noi per Norcia: “Viviamo in una città senza…”

Dom, 30/10/2022 - 16:04

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"Viviamo ancora in una città senza ospedale, senza istituto per anziani, senza chiese, senza palazzo comunale, senza teatro, senza musei, senza piscina, senza caserma dei carabinieri, senza cimiteri, senza mura, senza alberghi

Dura critica del gruppo di minoranza “Noi per Norcia” allo stato della ricostruzione nel territorio comunale della città di San Benedetto. A sei anni dal sisma del 2016, infatti, moltissimo resta ancora da fare e se l’amministrazione comunale vede il bicchiere mezzo pieno, il gruppo consiliare che fa capo a Giampietro Angelini lo vede invece mezzo (se non del tutto) vuoto.

Di seguito l’intervento diffuso dall’opposizione.

“Entriamo oggi nel settimo anno dal terremoto “di Norcia”, come è stato definito per distinguerlo dai due precedenti del 2016. Viene purtroppo spontaneo dire “sei anni compiuti? Non li dimostri per niente”.

Perché aldilà dei proclami, degli annunci, delle finte inaugurazioni e dei convegni megagalattici, viviamo ancora in una città senza ospedale, senza istituto per anziani, senza chiese (sono iniziati soltanto i lavori nella basilica di san benedetto che prevedono tempi molto lunghi..), senza palazzo comunale, senza teatro, senza musei, senza piscina, senza caserma dei carabinieri, senza cimiteri, senza mura, senza alberghi. In una città che offre scuole e attività economiche ancora in sedi provvisorie.

In una città dove da una parte si dice che la ricostruzione privata ormai è partita e dall’altra si dice che centinaia di persone ancora non hanno nemmeno presentato il progetto di ricostruzione, alla faccia delle ormai consumate scadenze e proroghe che vengono puntualmente concesse. In una città che vive, sempre per centinaia di famiglie, di prefabbricati e di contributi per l’autonoma sistemazione, senza che nessuno faccia niente per far finire questa situazione.

A Campi, San Pellegrino, Nottoria ed Ancarano ancora debbono essere avviati i lavori “concreti” e non le chiacchiere di ricostruzione dei nuclei compresi nei piani attuativi. Anzi no. Ad Ancarano sono riusciti ad organizzare una sceneggiata con tanto di fascia tricolore il giorno in cui è stato consegnato il primo decreto di ricostruzione per una (una) seconda casa. Siamo contenti ovviamente per i proprietari, ma vi sembra normale? Invece di chiedersi come mai, a sei anni di distanza, siamo ancora al primo decreto, si fa festa?

A Castelluccio l’anno scorso, le sibille profetizzarono che in un anno avrebbero realizzato le piattaforme, in esclusiva mondiale, dove in tre anni sarebbero state ricostruiti gli immobili del nucleo centrale del paese.

Andate a rileggere quello che scrivemmo in quell’occasione o a riascoltare quello che abbiamo detto in consiglio comunale perché è esattamente quello che si è verificato.

Dopo un anno, si è riusciti soltanto a demolire le due case che erano rimaste in piedi. Adesso, anzi a primavera, toccherà liberare i terreni dalle macerie che andranno depositate in posti idonei e poi…continuare in questa folle strada che mescola interventi pubblici e proprietà private. Tanto è vero che le stesse sibille ormai hanno allungato le previsioni sui tempi della ricostruzione di Castelluccio. 

Tutto questo però ormai è entrato nell’abitudine quotidiana.

Si è sentita qualche sporadica lamentazione solo per l’ospedale. E a questo proposito vorremmo capire perché i servizi socio sanitari non vengono garantiti, indipendentemente dai lavori nella vecchia sede dell’ospedale…

Per tutto il resto si continua a parlare a mezza bocca e poi si ritorna a dormire. Nei prefabbricati, nelle baracche dove sono state delocalizzate le attività economiche, magari al calduccio del CAS o degli sgravi fiscali (alcuni illusori e che nel momento in cui si arriva alla restituzione mettono in crisi che ne ha beneficiato!).

Ogni anno che passa la popolazione diminuisce (siamo passati dai 4990 residenti del 2016 ai 4632 del 2021. Sulla carta ovviamente perché molti di questi sono andati via da Norcia pur mantenendo qui la propria residenza, magari per mantenere i benefici economici).

L’estate del turismo e del commercio è tornata ai livelli di 50 anni fa, quando si assisteva al pienone soltanto nei quindici giorni di ferragosto.

Per fortuna regge ancora il nome “Norcia” che attira turisti domenicali che vengono a comprare qualche norcineria e permette una discreta vendita online dei prodotti gastronomici. Ma quanto tempo durerà?

E soprattutto qualcuno ha pensato a come sarà l’economia di Norcia del futuro?

O prevediamo di continuare ad essere una città baraccata anche quando la ricostruzione sarà veramente avanzata?

Buon anniversario e scusate se abbiamo disturbato il vostro sonno!”

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