Le cause che all’inizio di dicembre avevano portato al surriscaldamento anomalo di alcuni pozzi di acqua calda a San Martino in Trignano rimangono un vero e proprio mistero. Il fenomeno, però, è rientrato dopo 4 mesi ed ora che la situazione è tornata alla normalità l’amministrazione comunale ha deciso di revocare l’ordinanza che era stata emessa allora dal sindaco.
Con l’ordinanza sindacale numero 9 datata primo aprile, infatti, viene disposta la “revoca dell’ordinanza sindacale n. 65 del 7 dicembre 2015 con la quale era stato ordinato il divieto di prelievo di acqua dai pozzi a scopo cautelativo”. Nell’atto si ricorda “che in questi mesi, esperti dell’ARPA e dell’INGV hanno effettuato campionamenti e monitoraggi nel pozzo anomalo ed in altri siti” e “che in questo periodo di monitoraggio i campionamenti e le analisi effettuate non hanno mai evidenziato problematiche d’inquinamento“. Da qui la decisione, presa durante l’incontro del gruppo di lavoro tenutosi nella giornata di ieri, di rimuovere il divieto di utilizzo dei pozzi “pur tuttavia continuando – viene evidenziato – le analisi per stabilire le possibili cause che hanno portato al riscaldamento dell’acqua del pozzo”. Al momento, infatti, nessuno è riuscito a stabilire con certezza le origini del fenomeno, ed anzi secondo quanto trapela le opinioni dei ricercatori dell’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia sarebbero contrastanti.
Il provvedimento del sindaco Fabrizio Cardarelli verrà nelle prossime ore notificato ai residenti di San Martino in Trignano interessati, quelli cioè residenti in via Cerquestrette, via Ticino, via Tagliamento, via Adige, via Lago di Piediluco, via XVI aprile e via Lago di Garda.
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