Spoleto è sempre capace di stupire, anche politicamente. E così mentre il governo Prodi incassava la sfiducia aprendo le porte alle consultazioni, una decina di personaggi spoletini trovavano il tanto atteso accordo per la nascita del piddì, che sembrava proprio non volerne sapere di venire alla luce. Certo, il nuovissimo reparto di ostetricia del San Matteo era già in allarme, ma alla fine si è riusciti ad evitare un doloroso taglio cesareo. Con buona pace degli arbitri Maria Pia Bruscolotti e Piero Mignini (nella foto). Un accordo ‘equilibrato’, come lo definiscono da entrambe le parti, ma che premia indubbiamente una certa capacità politica in capo ai dirigenti del potente Bocci. Ma vediamoli nel dettaglio. La carica di Segretario sarà affidata a Dante Andrea Rossi (ds), mentre quella di vice a Maria Margherita Lezi (margherita). Ancora in dubbio il nome di chi presiederà l’Assemblea cittadina, anche se c’è una sostanziale convergenza su Fabrizio Luchetti. Sciolto anche il nodo del capogruppo consiliare che spetterà alla Margherita: il più quotato è Franco Di Marco, che però finora aveva tentato di allontanare questa eventualità. Saranno invece quattro i delegati della quercia al Comitato Provinciale (3 i margheritini). Ma sul tavolo le parti hanno trovato l’intesa anche per ridurre drasticamente le strutture presenti sul territorio, visto anche un certo incremento da parte di quelli della Margherita. Saranno in tutti cinque i Circoli, tre di espressione dei fedelissimi di Rutelli. Al partito di Bocci andranno Spoleto Centro, Passo Parenti e Ponte Bari, mentre ai Diesse quelli di San Giovanni – Alta Marroggia e di San Giacomo.
L’assemblea cittadina sarà composta di 100 membri, 15 dei quali scelti fra i maggiori esponenti della società civile. Il “rapporto di forza” sarà di 2 a 1, due membri in capo alla quercia contro uno della margherita. “Una percentuale alta – dice un esponente politico – se si considera che nelle altre città dell’Umbria è di 3 a 1. Significa che qui a Spoleto vogliamo davvero costruire un percorso unitario, senza guardare troppo agli incarichi e al potere”.
Resta solo da capire chi sarà nominato alla guida della tesoreria. Ma anche su questo il percorso è stato definito. Sarò il segretario Dante Andrea Rossi a proporre uno o più nomi di sua fiducia che saranno poi sottoposti al voto dell’Assemblea.
Per i veltroniani l’appuntamento è fissato a domenica prossima, a Villa Redenta, quando si procederà alle elezione dei nuovi organi politici.
Tutto a posto dunque? Beh, non proprio. All’appello manca Carlo Calandri che non ha ancora deciso se entrare subito nel Pd o attendere gli eventi. Nella seconda ipotesi rimarrebbe in piedi in Consiglio Comunale il gruppo della Margherita. Con buona pace dei centristi che non credono nel piddì e per le ire di qualche ex comunista che, dopo falce e martello, vedrà svanire per sempre anche il simbolo della quercia.
(Carlo Ceraso)