L'abbazia di San Benedetto in Monte è realta, "qui prima solo vipere, lupi e cinghiali" | Video - Tuttoggi.info

L’abbazia di San Benedetto in Monte è realta, “qui prima solo vipere, lupi e cinghiali” | Video

Sara Fratepietro

L’abbazia di San Benedetto in Monte è realta, “qui prima solo vipere, lupi e cinghiali” | Video

Dom, 16/06/2024 - 12:44

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Grande festa a Norcia per l'inaugurazione del monastero di San Benedetto in Monte, in centinaia al finaco dei monaci benedettini | Foto e video

L’intera comunità di Norcia – e non solo – si è stretta sabato 15 giugno attorno ai monaci benedettini per una grande, doppia, festa: quella per l’inaugurazione della nuova abbazia di San Benedetto in Monte e per i 25 anni di fondazione del monastero nursino. Centinaia le persone presenti, a partire dal presidente della Camera dei deputati Lorenzo Fontana, dall’ambasciatore ungherese presso la Santa Sede Eduard Habsburg – Lothringen e dall’abate primate dell’Ordine di San Benedetto, dom Gregory Polan.

In prima linea anche il commissario straordinario alla ricostruzione post sisma Guido Castelli, la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei con l’assessore regionale Paola Agabiti ed ovviamente il neo sindaco di Norcia Giuliano Boccanera. Ma c’era soprattutto la comunità da sempre vicina ai monaci, con molti benefattori italiani e statunitensi che hanno reso possibile la ristrutturazione dell’ex convento dei cappuccini, risalente al 1500, acquistato nel 2008 dai benedettini e dove dopo il terremoto del 2016 si sono rifugiati i frati seguaci dell’opera di San Benedetto, seppur in condizioni precarie. Un’inaugurazione avvenuta a pochi giorni dalla ‘promozione’ del priorato di Norcia ad abbazia, guidata dal padre abate Benedetto Nivakoff.

Tra i presenti alla cerimonia inaugurale, come detto, il presidente della Camera, Fontana: “Penso che questo sia un segnale importante, si ricostruisce. Io sono venuto a Norcia già 3 o 4 volte da quando è avvenuto il terremoto e sono amico di questa comunità e ho visto che pian piano si ricostruisce. Penso che sia importante non dimenticarsi mai della sofferenza che hanno vissuto queste persone e di cercare di aiutarle con tutti i mezzi a disposizione, anche ovviamente venendo e vedendo se ci sono esigenze nuove”. L’onorevole Fontana ha anche evidenziato l’importanza, in questo momento storico, di “valorizzare tutte le cose che possono dare dei segnali di pace“.San Benedetto e questa nuova abbazia – ha aggiunto – sono simboli dell’Europa“.

Ad accogliere i presenti all’inaugurazione del nuovo monastero di San Benedetto in Monte – un progetto avviato dal suo predecessore, padre Cassiam Folsom – è stato il neo abate Benedetto Nivakoff. L’idea dei monaci di spostarsi dal centro di Norcia all’ex convento – tutto da ristrutturare – dei cappuccini era infatti partita con l’acquisizione del sito nel 2008; poi il progetto, le lungaggini burocratiche, i lavori a rilento, fino al colpo di grazia del terremoto del 2016 che ha danneggiato quello che era stato fatto, oltre a distruggere completamente la basilica di San Benedetto ed il convento in centro dove i monaci avevano anche dato vita ad una birreria per autosostenersi. Ora, dopo 8 anni in cui i benedettini hanno operato ed abitato in spazi provvisori, l’inaugurazione ufficiale dell’abbazia di San Benedetto in Monte.

“Benvenuti qui all’abbazia di Norcia, che bello poterla chiamare così” ha esordito padre Nivakoff, rigraziando i presenti ed i benefattori. “Questa sera guardando questa grande folla bussare alle nostre porte mi chiedo – ha ironizzato l’abate – stiamo forse diventando l’abbazia più grande del mondo? Viviamo in un’epoca in cui sentirsi a casa è diventato un lusso, oggi non solo i giovani, ma anche gli adulti si chiedono: da dove vengo, a chi appartengo, dove posso avere casa? Quanti ragazzi arrivano qui da noi, come anche io sono arrivato a Norcia 23 anni fa, con un profondo desiderio di far parte di qualcosa di più grande di se stessi, di poter dire che questo è il mio posto, questa è casa mia”.

“Otto anni fa, la mattina del terremoto, – ha ricordato – alcuni di noi monaci pregavano in piazza e quando altri sono andati casa per casa a cercare i feriti e i morti, che grazie a Dio non c’erano, abbiamo compreso dentro di noi che la vita monastica dentro la città natale di San Benedetto sarebbe dovuta rimanere stabile, che noi monaci non avremmo dovuto lasciare Norcia, a tutti i costi. Abbiamo avuto grande chiarezza in questo. Voi nursini, voi umbri, noi italiani e anche amici più lontani, con il vostro affetto verso di noi, ci avete incoraggiati a rimanere stabili e sperimentare l’appartenenza. Dio stesso ci ha mostrato la via, Lui ci ha mostrato come continuare ad appartenere a Norcia, tramite questo meraviglioso luogo in monte, costruito dai frati cappuccini nel ‘500 e trasferito a noi benedettini nel 2008. Nel 2016, il giorno del terremoto, qui c’erano poco più che ruderi: è vero, la chiesa era appena stata riconsolidata grazie agli aiuti della Regione, ma attorno alla chiesa c’era una giungla di rovi e tutta l’area circostante era una dimora perfetta per le vipere, i lupi e cinghiali”.

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