Caroli, storico dell’arte moderna e contemporanea, ha dedicato i suoi studi alla linea introspettiva dell’arte occidentale
“Del mio tempo mi interessa tutto. E se poi si tratta di arte, di creatività e di bellezza, semplicemente mi perdo”. Flavio Caroli, tra i più noti e stimati critici e storici dell’arte italiani, ci ha fatto innamorare delle grandi opere del passato. Nella cornice settecentesca del Salone d’Onore di Palazzo Collicola, in questo nuovo volume Caroli ci prepara invece al colpo di fulmine con «il genio del Duemila», individuandone i «pilastri», perché “non si può capire l’arte d’oggi se non se ne conoscono almeno le fondamenta”.
All’origine dei tanti linguaggi dell’arte contemporanea, Caroli identifica sette rivoluzioni maturate a partire dagli anni della Seconda guerra mondiale. L’avventura non può che cominciare con l’Action Painting e le tele di Jackson Pollock – accanto a lui, il francese Jean Fautrier, fondatore dell’Informale al di qua dell’Atlantico –, per proseguire con la Pop Art in un “mondo che sfugge in ogni modo dai confini dell’arte visiva tradizionale”.
Mentre poi fotografia e pittura figurativa, due linguaggi in combattimento tra loro da più di un secolo e mezzo, s’impongono attraverso gli scatti di Irving Penn e di Ugo Mulas, e i quadri di Francis Bacon e Lucian Freud: tutto è già pronto per le rivoluzioni successive.
L’Arte Ambientale, il Minimalismo, l’Arte Concettuale, l’Arte Povera, la Body Art, l’autolesionismo nella Londra negli anni Settanta, la pioniera Marina Abramović, l’Arte Astratta, Anish Kapoor, “ponte mirabile fra arte d’Oriente e arte d’Occidente”, fino agli «antimanieristici» anni Ottanta – che sempre, nei diversi secoli, più che chiudere il proprio tempo anticipano il secolo che sta per cominciare – con protagonisti, tra gli altri, Jean-Michel Basquiat e Keith Haring. Caroli racconta la formazione e l’evoluzione di questi fondamentali snodi artistici, ne segnala le derivazioni, le eredità maturate e le proiezioni nel futuro.
Tra ricordi personali, aneddoti e interpretazioni poetiche, accompagnati dalle immagini dei capolavori degli ultimi settant’anni, I sette pilastri dell’arte di oggi é un prezioso viatico per leggere la nostra contemporaneità con gli occhi dell’estetica.
Flavio Caroli,
storico dell’arte moderna e contemporanea, ha dedicato i suoi studi alla linea introspettiva dell’arte occidentale, con molte pubblicazioni, fra cui: Leonardo. Studi di fisiognomica (1991, 2015), Lorenzo Lotto e la nascita della psicologia moderna (1975, 1980), Sofonisba Anguissola e le sue sorelle (1987), Fede Galizia (1989), Giuseppe Bazzani. L’opera completa (1988), L’anima e il volto (1998), Arte d’Oriente Arte d’Occidente (2006), Il volto di Gesù (2008), Il volto e l’anima della natura (2009), Il volto dell’amore (2011), Il volto dell’Occidente (2012), Anime e volti. L’arte dalla psicologia alla psicoanalisi (2014), Con gli occhi dei maestri (2015), Il museo dei capricci. 200 quadri da rubare (2016), Storia di artisti e di bastardi (2017), L’arte italiana in quindici weekend e mezzo (2018), Elogio della modernità (2019) e La grande corsa dell’arte europea (2020). Poiché ciò che non può essere teorizzato deve essere raccontato, ha anche incontrato tre volte la narrativa, con Mayerling, amore mio! (1983), Trentasette. Il mistero del genio adolescente (1996, 2007) e Voyeur. I segreti di uno sguardo (2014). Collabora con il «Corriere della Sera».