I lavoratori umbri desiderano maggiore flessibilità nella loro vita lavorativa, i dati dell'Adp research insistitute
I lavoratori umbri desiderano maggiore flessibilità nella loro vita lavorativa: smart working, il passaggio a una settimana lavorativa di quattro giorni, organizzazione personalizzata delle ore e del luogo di lavoro, il tutto in un’ottica di miglioramento del proprio worklife balance.
Il 15% si aspetta infatti che la settimana lavorativa di 4 giorni diventerà la norma entro 5 anni. Sono solo alcune delle tendenze che emergono da “People at Work 2023: A Global Workforce View” l’annuale survey redatta dall’ADP Research Institute. ADP è un multinazionale americana leader nell’human capital management e presente in Italia tramite ADP Italia. L’indagine si è svolta su circa 33.000 lavoratori in 17 paesi, di cui circa 2000 in Italia.
Secondo dati ADP, il 44% degli intervistati sarebbe d’accordo di passare a una settimana lavorativa di 4 giorni, arrivando così a lavorare 10 ore al giorno pur di avere un giorno libero in più a settimana. Non solo, nei prossimi 5 anni il 15% dei lavoratori umbri pensa che vi sarà piena flessibilità di orari e luoghi e il lavoro sarà giudicato dai risultati ottenuti, l’8% pensa sarà possibile lavorare da qualsiasi parte del mondo senza problemi e questo comporterà un maggiore e attento monitoraggio da parte dei datori di lavoro (16%). Per l’11% vi sarà una diminuzione del lavoro manuale a causa dell’AI e per il 4% le ferie diventeranno non più giorni fissi ma saranno a discrezione del lavoratore (sempre in un’ottica di lavoro basato sui risultati raggiunti).
“In Italia, tre lavoratori su dieci (30%) puntano ancora sull’importanza dell’orario flessibile. I lavoratori in modalità “ibrida” sono più soddisfatti della flessibilità di cui godono (85%), mentre tra chi si reca tutti i giorni in ufficio è insoddisfatto 1 lavoratore su 4. Il lavoro da remoto sta assumendo un respiro sempre più internazionale: il 25% dei lavoratori dichiara di non avere restrizioni sul luogo e quindi di poter lavorare ovunque, anche dall’estero, il 17% ha flessibilità sia di orari sia di spazi ma il 45% afferma di doversi ancora recare in ufficio tutti i giorni, mentre rimane in modalità ibrida il 34%. Significa che c’è ancora molto da fare in questo senso: la flessibilità è fondamentale per attrarre i migliori talenti” afferma Marcela Uribe, general manager ADP Southern Europe.
Il report “People at Work 2023: A Global Workforce View” esplora gli atteggiamenti dei dipendenti nei confronti del mondo del lavoro attuale e ciò che si aspettano e sperano dal posto di lavoro del futuro. ADP Research Institute® ha intervistato 32,612 lavoratori in 17 Paesi nel mondo tra il 28 ottobre il 18 novembre 2022, comprese 8,613 persone che lavorano esclusivamente nella gig economy. Ciò ha incluso:
- 7,721 in Asia Pacifico (Australia, Cina, India e Singapore)
- 15,290 in Europa (Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Spagna, Svizzera e Regno Unito)
- 5,751 in America Latina (Argentina, Brasile e Cile)
- 3,850 in Nord America (USA e Canada).
All’interno del campione di lavoratori sono stati identificati i gig worker e i lavoratori tradizionali. I gig worker sono stati identificati come coloro che lavorano su base occasionale, temporanea o stagionale, oppure come freelance, lavoratori indipendenti, consulenti, gig worker o che utilizzano una piattaforma online per trovare lavoro. I dipendenti tradizionali sono stati identificati come coloro che non lavorano nella gig economy e hanno invece una posizione permanente a tempo pieno o parziale.
Il sondaggio è stato condotto online nella lingua locale. I risultati complessivi sono stati ponderati per rappresentare la dimensione della popolazione attiva per ciascun paese. Le ponderazioni si basano sui dati sulla forza lavoro della Banca Mondiale, che sono derivati utilizzando i dati del database ILOSTAT, il database statistico centrale dell’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO), a partire dall’8 febbraio 2022.
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