Sara Minciaroni
Quasi tutti lo danno già per vincente, ma Giacomo Leonelli candidato alla segreteria regionale del Partito Democratico dell'Umbria, nonostante il favore dei sondaggi non ha rallentato di un passo la sua marcia. Riunioni, incontri, dibattiti e campagna sui media e social network gli hanno riempito l'agenda dal giorno della presentazione della sua canditatura, che tra l'altro è stata la prima rispetto a quella degli altri due contendenti: Yuri Cerasini e Stefano Fancelli. Ecco quindi l'intervista a Giacomo Leonelli, 35 anni, avvocato e già presidente del Consiglio Provinciale di Perugia.
Lavoro, welfare, giovani precari e partite iva. Ne ha parlato il giorno della presentazione della tua candidatura. Qual è la ricetta per l’Umbria su queste tematiche? Cosa buttare e cosa tenere delle politiche attuate fino ad oggi?
Da buttare sono per esempio le dinamiche cosiddette “a pioggia”: l'Umbria è una regione che per anni sul tema Welfare è riuscita garantire a tutti servizi gratuiti prossimi ed efficienti. Da anni, con la contrazione progressiva della spesa pubblica non siamo più in grado di soddisfare tutte le richieste. Quindi anziché produrre “tagli lineari”, che possono essere l'anticamera di pericolose disuguaglianze, dobbiamo aver la forza di saper coniugare “bisogni” e “meriti” in un'ottica per quale nella scala sociale i primi nostri interlocutori devono essere “vecchi” e “nuovi” deboli. Sul lavoro serve un grande investimento sulla formazione, per rendere i giovani più competitivi sul mercato globale, e al tempo stesso in grado di far rientrare nel mercato chi suo malgrado ne è uscito. Serve un piano regionale per il lavoro e sarà la prima cosa di cui ci occuperemo. In merito alle partite IVA, in una regione che vedrà ridurre sempre di più il numero dei pubblici dipendenti, queste non potranno che essere un “asset” fondamentale della crescita. Per questo infrastrutture e politiche d'incentivi adeguate e in grado di premiare l'innovazione, ma anche una nuova responsabilizzazione di associazioni di categoria e ordini professionali.
Secondo il candidato Fancelli la sua candidatura non è puramente “renziana”, ma l'espressione di più anime del Pd. Cosa risponde a chi l'ha definita il “candidato dell'apparato”?
Rispondo che il mio percorso è molto chiaro e lineare. Sono partito candidandomi più di un mese fa, quando tutti dicevano che mi sarei “bruciato”; ho presentato e messo in rete le mie linee programmatiche. Ho aggregato consenso su queste, sottolineando che all'Umbria serviva un progetto fortemente ancorato ai contenuti di Matteo Renzi, allargato a chiunque volesse condividerlo. Altri invece hanno aspettato che “caminetti” o “conventicole” del gruppo dirigente uscente li autorizzasse. Ecco, sentire certe osservazioni fa un po' sorridere.
Renzi si è confrontato con Berlusconi sulla legge elettorale. Su cosa potrebbe valutare di confrontarsi con i leader del centro destra in Umbria?
Su tutte quelle che sono le regole del gioco, a cominciare dalla prossima legge elettorale regionale.
E' il Presidente del Consiglio Provinciale, quale destino per l'Ente?
Mi pare ancora molto nebuloso. E' molto legato ai destini del decreto Del Rio. Certo, quest'incertezza complessiva non aiuta nessuno, né gli organi istituzionali, né la struttura e i dipendenti.
Boccali la sostiene, lei sosterrà Boccali?
Io sosterrò ovviamente Boccali se sarà il candidato sindaco del PD. Credo che abbia fatto bene ad usare quei toni per avanzare la propria ricandidatura all'unione comunale, ma è evidente che c'è un percorso ancora da definire tra regolamenti e possibili primarie; siamo dunque in attesa che il partito di Perugia e il suo segretario Giacopetti ultimino i dovuti passaggi.
Primarie sinonimo di Pd, per le amministrative le allargherete alle coalizioni?
Non credo che ad oggi siamo in grado di definire una coalizione “monolitica” in tutte le città della regione, ed anche qui, la partita è tutta in mano alle varie unioni comunali. Ci sono infatti realtà diverse, e va tenuto conto anche dei movimenti civici, che in alcune città sono particolarmente significativi. Dovremo partire ovviamente dal “nucleo riformista” che ha governato molte città , allargando ove il programma e il progetto lo consenta.
Come interpreta il fenomeno 5 stelle e su cosa punterà per recuperare quella parte di elettorato che si è rivolto a Grillo?
Domanda difficile…è pieno di analisti che s'interrogano su questo. La mia idea è che ci sia una parte di voto drammaticamente populista, e a volte, semi-reazionario; e per un partito come il nostro sarà molto difficile interloquirci. Ce n'è un'altra invece di “stanchezza” verso il centrosinistra: io sono convinto che se il PD fa il PD, e cioè si apre alla comunità, e si rinnova, nelle persone, nei contenuti e nel modo di fare politica e di amministrare, verso questo segmento il più è fatto.
Se sarà segretario i suoi “uomini” in base a quale criterio verranno scelti? In altre parole averla sostenuta in questo percorso sarà sufficiente come merito?
I “miei uomini” ( e le mie donne) saranno persone in grado di coniugare capacità, radicamento e consenso nel territorio, e ovviamente espressione di quel rinnovamento largo di cui vorrei farmi interprete.
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