Pubblicato Il libro di Maria Teresa Moretti, scritto insieme a Roberto Fagioli, "Ciconia e la sua villa, origine di una comunità"
In apparenza potrebbe sembrare la semplice storia di un prestigio edificio del passato, ma tra le pagine di “Ciconia e la sua villa, origine di una comunità” scorrono in realtà molte delle vicende legate ad alcuni tra i personaggi e le famiglie più importanti di Orvieto.
Il libro di Maria Teresa Moretti, scritto insieme a Roberto Fagioli, e disponibile in libreria e nella vendita on line a partire da mercoledì due dicembre, racconta i vari passaggi di proprietà della villa, con un viaggio a ritroso nei secoli che fa scorrere di fronte agli occhi del lettore interessanti scene di vita della Orvieto del Cinquecento fino all’Ottocento.
I riferimenti principali
L’area della pianura orvietana che si estende intorno alla confluenza del torrente Carcaione nel Chiani e di questo nel fiume Paglia fu interessata a metà del 1500 da un intervento idraulico effettuato da Geconia Marabottini, chiamato anche Cicunia, Ceconia e Ciconia, termine a cui si deve il nome al quartiere.
Il lavoro era finalizzato a far affluire l’acqua al mulino che Marabottini aveva acquistato e che era stato costruito su una torre medievale, prima ancora romana, di avvistamento vicino al Paglia.
Ben presto infatti al mulino furono aggiunte due macine, ed anche un’ industria tessile, una valchiera, per la lavorazione dei tessuti, utilizzando anche la canapa e il lino locali.
Quando nel nel 1579 l’edificio venne venduto a Vincenzo Buzi fu trasformato in una elegante villa a due piani, progettata si presume da Ippolito Scalza.
L’attività molitoria e tessile continuò ad esservi esercitate fino alla prima metà del XIX secolo, anche quando la villa passò ai Gualterio e, in seguito fu acquistata da Luigi Orelli, bisnonno degli attuali proprietari.
Se queste sono le principali vicende che interessano la bella villa, altrettanti interessanti sono i ritratti dei personaggi che ne entrarono a più riprese in possesso. Geconia, o Ciconia Marabottini era, ad esempio, fu a metà del 1550 un uomo intraprendente che ampliò le ricchezze di famiglia e si macchiò anche dell’omicidio di un parente.
Buzi e lo Stato Pontificio
Vincenzo Buzi a cui deve l’ampliamento della villa, ricoprì il prestigioso incarico di Maestro generale delle Poste dello Stato Pontificio. Tra i proprietari ci fu anche Filippo Antonio Gualterio, uomo di spicco del Risorgimento, fervente sostenitore del partito liberale e monarchico.
Prete mancato, proprietario anche di villa del Corniolo (l’attuale villa Paolina) dove era solito organizzare banchetti in stile medievale, il marchese Gualtiero è passato alla storia come uomo di marcata intransigenza.
Gli orvietani non lo amarono mai particolarmente e lui non fece nulla per farsi benvolere. Pur essendo molto ricco, morì in povertà avendo speso molto denaro anche per la causa politica.
Dopo di lui subentrò nella proprietà il nobiluomo mazziniano e repubblicano Luigi Orelli, che fu uno dei reggenti della città dopo che, il 12 settembre 1859, le truppe pontificie svizzere furono sbaragliate da una drappello di patrioti, tra cui anche numerosi giovani orvietani.
Ciconia e la sua villa. Storia di una comunità. Di Maria Teresa Moretti e Roberto Fagioli. Intermedia Edizioni