L’aggancio non riesce. L’edizione 2019 del Calendimaggio di Assisi è vinta dalla Nobilissima Parte de Sopra, che, salendo a quota 32 vittorie, riesce ad evitare il sorpasso della Magnifica Parte de Sotto (ferma a 30). Ma la vittoria nella sessantaseiesima edizione della Festa è ancora più dolce, perché dopo undici anni in cui il coro dei rossi diretto dal Maestro Gabriella Rossi sembrava una corazzata inarrestabile con undici vittorie su undici, finalmente i blu riescono ad agguantare il punto del giurato della musica, il maestro Romano Vettori. Che, unito a quello dello storico, permette ai ‘Mammoni’ di aggiudicarsi la vittoria (Sopra ha vinto anche Madonna Primavera, che però non concorre all’assegnazione del Palio), lasciando ai de Sotto la consolazione dello spettacolo, giudicato dal regista Alberto Negrin.
Per quest’ultimo giurato, il corteo della sera dei de Sotto è “ricco e narrativamente esemplare”, con “colpi di scena continui” e “tecnicamente sorprendente”, mentre quello dei de Sopra è sì anch’esso “ricco”, ma “narrativamente prevedibile e privo di spunti originali”. Per quanto riguarda i cortei del sabato, per Sotto (che ha messo in scena la vendetta di amore, musica e colore nei confronti di un tirannico podestà) c’è “una forte carica emozionale”, così come quello dei de Sopra (che hanno rappresentato le avventure in terre straniere di un viaggiatore arrivato ad Assisi nel periodo del Calendimaggio) è un “notevole e originale racconto scenico di un immenso viaggio”.
Sul fronte delle scene (qui le foto delle rievocazioni di vita medioevale), quelle della Magnifica vengono definite “molto ambiziose”, “recitazione con punte notevoli” e “un sorprendente, intenso, emotivamente molto forte straordinario finale”, mentre quelle della Nobilissima sono “molto ben realizzate”, ma il finale “è purtroppo non preparato in modo strutturato”, e sebbene “la recitazione sia di ottimo livello”, il risultato è “privo di originalità narrativa”.
Il professor Giuliano Pinto dà la sua preferenza a Parte de Sopra: il corteo della sera dei blu “non è particolarmente originale, ma coerente nello sviluppo”, laddove quello dei de Sotto è più “spettacolare, molto articolato e composito”. Quelli del sabato dei ‘rossi’, invece, presenta elementi “in qualche misura di maniera”, mentre quello dei blu è più plastico e vivace, e rappresenta “in maniera storicamente ineccepibile” i popoli arabi, mongoli e di altre etnie. Quanto alle scene, quelle de Sotto vedono “un’ambientazione medioevale accurata, salvo qualche piccolo particolare”, ma la descrizione dei malati nell’ospedale “non tiene conto che tale luogo era destinato a pellegrini e poveri bisognosi” e la recita del giullare “è più da Rinascimento che da Medioevo” e anche nel lessico ci sono state lievi imprecisioni. I de Sopra hanno invece messo in scena una “ambientazione molto accurata”, con rappresentazioni “storicamente ineccepibili” con un’apertura e un finale “realistici e spettacolari”. La recitazione rispecchia il linguaggio dell’epoca, anche se anche i partaioli blu usano qualche termine impreciso.
Ma la vera ‘sorpresa’, come detto, è il coro, che vede la Parte de Sopra trionfare dopo 11 anni: la Magnifica Parte de Sotto è “generalmente buona”, mentre l’altra è “molto buona” se non addirittura “ottima”. Il giurato Vettori, che loda peraltro lo ‘sforzo’ di coinvolgere i giovani, nota però nei rossi “un qualche eccesso nella ricerca dell’effetto”, mentre i blu raggiungono “ottimi livelli interpretativi” e definisce alcune scelte stilistiche “molto interessanti”