“Leggere che ufficialmente Foligno è candidata a Capitale della Cultura per il 2020 sembra oggi quasi scontato, visto il livello e la vivacità che la nostra città ha raggiunto, ma non era invece così circa quindi anni fa, quando Foligno viveva nella stasi piuttosto preoccupante che tutti ricordiamo”.
Inizia così l’analisi del direttore di Umbria World Fest, Piter Foglietta, dopo la notizia della candidatura di Foligno a Capitale della cultura 2020.
“Dopo il terremoto, c’è stata la prima fase di cambiamento, con l’inseguimento dei grandi carrozzoni d’estate nel loro programmato tour in giro per l’Italia, con spese ed investimenti che oggi farebbero rabbrividire chiunque, ma dobbiamo ammettere che anche questa fase ha rappresentato una tappa piuttosto importante. Poi – ricorda Foglietta – fortunatamente abbiamo iniziato a pensare che la cultura poteva essere prodotta anche nella nostra città, con una nuova fase ed una nuova ondata che ha visto nascere festival ed eventi che sono oggi la nostra caratteristica più importante ed evidente. Questi, hanno a loro volta generato una spinta che ancora oggi continua a far nascere nuovi eventi, sintomo di una sana vitalità culturale.
Se oggi siamo in questa partita – rileva il direttore di Umbria World Fest – è grazie a quel movimento associazionistico che circa quindi anni fa ha dato una spinta innovativa di carattere culturale nel settore degli eventi, che ci ha consegnato oggi Foligno candidata a Capitale della Cultura. Da qui deve partire questa nuova scommessa, non si faccia l’errore di temere altre candidature più eccellenti, che hanno naufragato perchè non capaci di scommettere sul nuovo e sulla capacità di creare e generare dall’esistente un nuovo tessuto dinamico e diversificato , ma semplicemente seguendo il classico schema di mettere insieme quanto si ha intorno, senza alcuna visione futura.
Per comprendere a pieno il passo che stiamo facendo – prosegue – serve la consapevolezza che si dovrà vincere contro città del calibro di Catania, Agrigento, Ragusa, Caserta, Alberobello, Parma, Gallipoli, Paestum, Salerno, per citare solo le più importanti.
Ci sono consolidati rapporti, grazie al lavoro delle associazioni culturali, con importanti realtà nazionali, che possono essere sicuramente l’arma vincente in questa competizione, perchè innanzitutto ci deve essere la consapevolezza del piano in cui ci stiamo misurando, altrimenti va bene De Coubertin.
Se non ora quando? Questo è il momento in cui Foligno è all’apice rispetto a come l’abbiamo conosciuta fino ad oggi – conclude Foglietta – della sua vitalità culturale, il momento in cui magari ci può essere la svolta del consolidamento definitivo di questa fase e il meritato riconoscimento del fatto che siamo ormai una città che produce cultura in ambito nazionale.