Inaugurata ieri mattina, 25 marzo, nella Sala dell’Arengo del Palazzo dei Consoli l’esposizione temporanea ‘L’ULTIMA MUTA – IL RITORNO DEI CERI MEZZANI A GUBBIO’, con i manufatti arrivati direttamente dal ‘Museo nazionale delle arti e tradizioni popolari’ di Roma. Alla conferenza stampa di presentazione dell’evento sono intervenuti il sindaco Filippo Mario Stirati, il direttore del Museo di Roma Leandro Ventura, la responsabile della ‘rete della macchine a spalla’ Patrizia Nardi, Stefana Baldinotti del Museo di Roma ed esperta di demo-etno-antropologia, Francesco Mariucci del settore Cultura del Comune e Paolo Salciarini della Diocesi.
« Il taglio del nastro di questa mattina segna un altro traguardo in un cammino che abbiamo intrapreso sulla ‘Festa dei Ceri’ – ha sottolineato il sindaco Stirati – e che ci vede impegnati come amministrazione per consolidare questo immenso patrimonio storico e folklorico della tradizione eugubina. L’istituzione del ‘Tavolo’ con tutte le rappresentanze della Festa, composto oltre che dal Comune dall’Università dei Muratori, dalle Famiglie dei Ceraioli, dal Maggio Eugubino, dalla Diocesi, è stato un atto fondamentale per lavorare sugli aspetti di approfondimento culturale e scientifico. Abbiamo attivato il Museo Multimediale dei Ceri e il Centro di documentazione presso la Biblioteca Comunale, dove sono partiti anche i corsi di formazione per i giovani. Ci muoviamo in ogni direzione possibile e in stretto rapporto con il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, per il recupero della ‘Festa dei Ceri’ all’interno della rete delle ‘macchine a spalla’ dove siamo di fatto dall’inizio ma senza il riconoscimento dell’Unesco. Va in questa direzione anche l’esposizione di oggi, con il ritorno temporaneo a Gubbio dei Ceri Mezzani costruiti a grandezza naturale, realizzati da maestranze eugubine nel 1893/1894 e venduti al museo di Roma per un evento sulle grandi feste tradizionali italiane. E’ un’occasione unica per la città, resa possibile grazie a interventi di privati e collaborazioni varie, come quelle dei restauratori volontari e di aziende, sempre generosamente disponibili per valorizzare quello che è prima di tutto un patrimonio eugubino, anche se proiettato in una dimensione mondiale ».
Ventura ha ricordato l’evento della mostra etnografica sulle tradizioni di religiosità popolare allestita nel 1911 per i 50 anni dell’Unità d’Italia, che comprendeva, tra le realtà presenti, anche Gubbio, e ha ribadito l’importanza del rapporto del Museo con le comunità locali, che possono tornare a riappropriarsi della loro memoria ».
Patrizia Nardi ha espresso grande apprezzamento per il lavoro svolto dell’amministrazione comunale e ha confermato l’interesse della ‘rete’ a proseguire nell’iter per il recupero di Gubbio nel riconoscimento Unesco. Baldinotti ha sottolineato come i Ceri Mezzani siano tornati a Gubbio per ‘l’ultima muta’, nel luogo dove sono stati costruiti e hanno corso, e Mariucci ha ricordato i retroscena della vendita, al prezzo di 270 lire, conclusa per il Ministero dal canonico Francesco Polese.
Salciarini ha dichiarato: « Non tutti conoscevano l’esistenza di questa copia dei Ceri Mezzani e dallo studio attento dell’iconografia risaltano elementi interessanti. In particolare, si evidenza il vestito originale in saio marrone di S. Antonio, che dovrebbe avere solo la cappa nera. Va sottolineato anche che gli abbinamenti con i colori delle camicie sono iniziati dal 1929, in occasione del trasporto dei Ceri a Venezia ».
Esposta nell’Arengo c’è anche una copia non originale, realizzata negli anni ‘50 direttamente a Roma, dei Ceri grandi con simbologie dei quartieri e altri decori.