Con il terremoto a Norcia spunta anche un affresco da dietro un muro crollato. Ad accorgersi della scoperta sono stati i vigili del fuoco che dopo il 30 ottobre stanno operando per mettere in sicurezza quello che resta della basilica di San Benedetto, coprendo le macerie e proteggendo quello che in futuro potrà essere recuperato per la ricostruzione. Dietro un muro crollato, quindi, è emerso un affresco che rappresenta il patrono d’Europa, una scoperta che, una volta superata la fase dell’emergenza, sarà oggetto di approfondimenti.
E’ grazie all’attività dei vigili del fuoco e dei carabinieri del Nucleo tutela beni culturali che tante opere d’arte sono state recuperate dopo il terremoto. Alcune in buone condizioni, come la pala di Jacopo Siculo estratta con un’operazione spettacolare dalla chiesa di San Francesco, altre invece in condizioni molto critiche.
Le opere della Valnerina custodite a Spoleto
Sono circa 300 le opere salvate dalla distruzione del terremoto del 30 ottobre. Provengono dalle chiese di Norcia, Cascia e Preci, ma c’è anche il materiale che viene dagli archivi e da altre strutture pubbliche e le campane, comprese le 4 della torre campanaria del palazzo comunale nursino. L’ultima è stata recuperata oggi dai vigili del fuoco. Tutto, scortato dai militari dell’Arma, viene trasferito a Spoleto, al centro dei beni culturali della Regione Umbria, costruito dopo il terremoto del 1997 appositamente per questo tipo di emergenze.
Il capannone contiene vari locali dove le opere d’arte vengono custodite e verranno anche restaurate prima di tornare, un giorno, al loro posto. “Qui ci sono circa 300 opere che vengono da una decina di chiese della Valnerina” spiega la funzionaria del ministero dei Beni culturali, Tiziana Biganti, storica dell’arte. “Si tratta di opere mobili, dipinti, sculture, arredi e paramenti liturgici – evidenzia – per i quali è in corso il censimento. Ogni opera che arriva qui viene fotografata, sottoposta ad una leggera depolverizzazione e quindi trasferita nel deposito principale, in apposte scaffalature. Attualmente questa struttura è utilizzata come deposito, ma a breve ci sarà una cartina di pronto intervento e di progettazione del restauro“.
Tra i beni artistici trasportati a Spoleto ci sono quelli in discrete condizioni e altri che hanno riportato ingenti danni. “Ma ce ne sono molti altri sotto le macerie” osserva la dottoressa Biganti, che lavora a pieno ritmo insieme ad un restauratore e a dei volontari di protezione civile appositamente formati per seguire il settore dei beni culturali. Alcune opere d’arte sono arrivate qui dopo il 24 agosto: si tratta di quanto è stato recuperato dalle frazioni di Castelluccio e San Pellegrino di Norcia. “Erano le uniche chiese in quel momento pericolanti, le altre non sembravano a rischio crollo“.
Aliena, la frazione ostaggio del campanile pericolante
Di chiese e campanili, però, a Norcia dopo il 30 ottobre in piedi ne sono rimaste poche. Anche nelle zone più periferiche rispetto all’epicentro, dove il terremoto sembra aver fatto meno danni, i beni culturali sono stati danneggiati seriamente. Come il campanile della chiesa di Sant’Eutizio, nella frazione nursina di Aliena, al confine con il territorio comunale di Cascia. L’intero paese è ostaggio della torre campanaria dopo la scossa di 6.5 gradi di magnitudo. Sì perché mentre le case sembrano aver resistito indenni, il campanile è fortemente compromesso e rischia di crollare. La frazione è stata quindi chiusa: zona rossa e case inagibili per rischio esterno, come si dice nel gergo di questo terremoto. A differenza di altre località del territorio comunale, però, la messa in sicurezza della struttura non è prevista a breve. Nel paese infatti abitano appena una decina di persone. La maggior parte delle abitazioni sono doppie case, soprattutto di persone che abitano a Roma. I vigili del fuoco sono stati sul posto martedì. Confermando però l’impossibilità di intervenire a breve: al momento ci sono altre priorità. Come conferma il proprietario di una delle abitazioni vicine al campanile, Daniele Marinelli: “Il campanile è condannato, ci hanno detto che la struttura se si interviene rapidamente è recuperabile, ma al momento non è una priorità, visto che Aliena conta una decina di residenti ed il resto sono tutti villeggianti“. Nemmeno la Curia arcivescovile, proprietaria della chiesa, può fare niente. Tutto deve passare tramite Soprintendenza e vigili del fuoco. Per la messa in sicurezza del campanile, secondo una stima di massima, potrebbero servire circa 100mila euro. Una cifra significativa, “ma anche se trovassimo i soldi non potremmo fare niente per via delle trafile burocratiche necessarie” spiega Marinelli. La speranza è quindi quella che magari possano essere riviste le priorità e si possa intervenire al più presto anche ad Aliena.
Al di là dei disagi per i residenti, costretti ad alloggi di fortuna, il timore degli abitanti della frazione nursina è anche quello di perdere un simbolo dell’identità della zona. Lo spiega bene uno di loro, Sergio Freschi, che sul web ha ricordato come il campanile sia il più alto nell’altipiano di Avendita, visibile da lontano, un punto di riferimento per tutti. “Nel 1868 – ricorda – fu inaugurato e da allora è stato l’amico vigile dei nostri giochi, delle feste del patrono del paese, San Vincenzo Ferreri, delle serate delle pizzelle, delle gnoccate, delle ‘matriciane, delle pizze, dei primi amori mentre noi crescevamo e poi i nostri figli, i nostri nipoti, il futuro?…alla chiesa, al campanile dobbiamo dare la possibilità di far compagnia ancora alla gente di Aliena, glielo dobbiamo, sino adesso hanno lavorato bene, sono stati discreti e sempre presenti”. E intanto oggi, venerdì, nella zona arriverà anche l’arcivescovo Renato Boccardo, che visiterà i paesi situati nell’altipiano di Avendita.
Castelluccio evacuato, arriva l’Esercito
E mentre una frazione di Norcia è chiusa per colpa del campanile, un’altra è stata invece completamente evacuata. A Castelluccio di Norcia, infatti, non c’è più nessuno. O quasi. Con qualche difficoltà è stata effettuata la transumanza per spostare gli animali (anche loro volevano rimanere, insieme ai loro padroni) – circa 100 bovini e 600 ovini – e se ne sono andate le persone, nemmeno una decina, che erano rimaste in questi giorni nonostante il completo isolamento della frazione montana. A presidiare il territorio giovedì è rimasto soltanto Emiliano Brandimarte con i suoi cavalli. Sono 40 gli equini che verranno trasferiti a fine mese. A Castelluccio in realtà è presente anche il Corpo forestale dello Stato, che al momento ha il compito di garantirne la sorveglianza. In attesa dell’arrivo dell’Esercito, probabilmente già da oggi, con una postazione fissa. A questo proposito ieri è stato effettuato un sopralluogo da parte dei militari.
L’appello per i prefabbricati per i negozi e il fondo ‘I love Norcia’
Mentre l’emergenza è ancora in corso, a nemmeno due settimane dal terribile terremoto che miracolosamente non ha aggiunto vittime alle quasi 300 del 24 agosto nel reatino e nell’ascolano, Norcia vuole ripartire. Varie le attività economiche che con piccoli interventi di sistemazione o spostandosi hanno voluto dare un segnale riaprendo subito i battenti. Ed accanto alle iniziative per promuovere e vendere i prodotti locali sul web (a cui si aggiunge anche lo stesso Comune di Norcia), si pensa a costruire una sorta di polo commerciale, una new town temporanea per ospitare aziende, negozi e professionisti (come spiegato dal sindaco Nicola Alemanno e dalla presidente della Regione Catiuscia Marini). Il problema, però, è che le strutture provvisorie non si sa quando arriveranno. Per questo una piccola attività economica di Norcia, Abc OnLine, si è fatta portavoce di un appello diffuso: coinvolgere le aziende che producono prefabbricati e case in legno. “Di solito loro hanno dei campioni espositivi, – spiega Emanuele Persiani – degli esemplari di vecchia generazione o comunque strutture che non possono essere vendute, ma che invece possono per noi essere utilissimi. Con queste strutture provvisorie potremmo costruire una ‘piccola Norcia’ in attesa della ricostruzione, uno spazio commerciale in un’area che sarà indicata dall’amministrazione comunale. Le aziende avrebbero in cambio visibilità, considerando che gran parte dei residenti vorrà ricostruire la propria abitazione con tecnologie di bioedilizia“.
I nursini, insomma, non vogliono arrendersi al terremoto e si moltiplicano le proposte concrete. Nel capoluogo, come in alcune frazioni, si sta pensando a marchi di promozione. Come “I love Norcia”, ideato subito dopo il terremoto del 24 agosto e che aveva pensato ad iniziative promozionali ed eventi, poi annullati a seguito delle scosse del 26 e del 30 ottobre. Ora gli stessi ideatori di questo marchio, un gruppo di cittadini ed imprenditori locali, annunciano che per poter raccogliere subito donazioni da destinare ai progetti di utilità sociale che gli stessi cittadini individueranno hanno deciso di utilizzare la Fondazione Italia per il Dono onlus (F.I.Do) che ha subito messo a disposizione la sua struttura per creare a costo zero un Fondo onlus dedicato. “Il Fondo ‘I Love Norcia’ – spiegano – nasce quindi dalla volontà di continuare a vivere nelle zone colpite dal terremoto e dal desiderio di ricostruire il proprio amato territorio. Il Fondo vuole rappresentare l’amore per questa cittadina di chiunque vi abiti ma anche di chi vi soggiorni o semplicemente vi sia in qualche modo legato. E’ la riscossa di un territorio messo in ginocchio dal terremoto del 30 ottobre 2016. Le donazioni raccolte andranno a supportare progetti di utilità sociale proposti dai cittadini e per i cittadini che non vogliono lasciare la loro terra. Tutti possono contribuire, insieme possiamo ricostruire Norcia! Le decisioni sui progetti da proporre alla comunità di Norcia saranno prese da un Consiglio esecutivo, composto dai fondatori, dal sindaco di Norcia, dal parroco, dal dirigente scolastico, da un rappresentante dei giovani studenti residenti a Norcia, da un medico specialista e da un rappresentante delle associazioni. F.I.Do andrà a verificare i flussi in entrata e uscita del Fondo garantendo la massima trasparenza, verificando la bontà dei progetti assicurando un’attività di monitoraggio e due diligence”. Per informazioni: info@ilovenorcia.org e www.ilovenorcia.org. Per donazione tramite bonifico: Beneficiario Fondazione Italia per il dono onlus IBAN: IT10O0200801602000103557445 (c/o Unicredit). Causale: Donazione liberale Fondo I love Norcia. Per donazione tramite carta di credito http://ilovenorcia.org/donate dove si può donare con carta di credito dopo aver compilato l’apposito pop up.
Le iniziative in tutta la Valnerina ed in particolare nei centri colpiti dal terremoto sono tante. Noi abbiamo provato a racchiudere le principali attività di raccolta fondi, ma anche generi di prima necessità, nell’articolo disponibile cliccando qui. Accanto a ciò, c’è anche la possibilità di fare una donazione online per la raccolta fondi attivata dalla Regione Umbria (cliccando qui) o anche tramite bonifico sull’apposito conto corrente attivato per l’emergenza sisma 2016. Dall’Italia IBAN: IT32R0200803033000104429137 Dall’estero IBAN: IT32R0200803033000104429137 COD. BIC SWIFT UNCRITM1J03 causale: “Regione Umbria Sisma 2016”.