La diagnosi medica parlava di un disturbo virale da curare con comuni farmaci per alleviare i sintomi intestinali. Poche ore dopo però la paziente, una donna di 58 anni residente nell’Altotevere, muore in casa per un arresto cardiaco fulminante. L’episodio è avvenuto sabato scorso ed è dalla denuncia dei familiari della signora ai carabinieri che è scattata subito l’indagine. Un’inchiesta, coordinata dal pubblico ministero Mara Pucci, che vede la guardia medica indagata per l’ipotesi di omicidio colposo e che ha previsto il contestuale sequestro della salma disposto per poter effettuare l’autopsia.
Gli accertamenti dovranno chiarire tutti gli aspetti di quella diagnosi “sbagliata”, come chiede il marito della donna. “Vogliamo sapere e capire – spiega – le vere cause del decesso. Un intervento tempestivo, visto che c’era un infarto in corso, avrebbe potuto salvarla. Vogliamo giustizia, qualcuno deve pagare per tutto questo”.
Stando al racconto dei familiari, la 58enne sabato mattina inizia ad avvertire un forte malessere allo stomaco, tanto da richiedere l’intervento della guardia medica. La quale, giunta nell’abitazione della donna e dopo averla visitata, le avrebbe diagnosticato una forma virale, prescrivendo l’assunzione di compresse di Buscopan e di Maalox sciroppo. Nel pomeriggio, però, la situazione precipita, tanto che alle 18,30 è scattata la telefonata al 118. All’arrivo dell’ambulanza, però, la signora era già morta e vani sono risultati i tentativi di rianimarla. “Arresto al miocardio” le cause del decesso individuate dal medico del 118, tra lo sconforto dei familiari, sconvolti dalla tragedia. Il marito ha quindi denunciato ai carabinieri l’assenza di referti e ricette da parte della guardia medica, “ma solo il consiglio a mia moglie di sottoporsi successivamente ad una gastroscopia”. E sarebbe stata proprio la diagnosi del medico a rassicurare la donna e farla desistere dal recarsi al pronto soccorso non appena i sintomi sono peggiorati invece di migliorare. Questo, per lo meno, quello che è stato raccontato dall’uomo alle forze dell’ordine, con i familiari che si sono affidati dall’avvocato Giuseppe Caforio nella speranza che si possa fare piena luce al più presto sulla vicenda.