È stata raggiunta oggi, 7 aprile, in Confindustria a Perugia l’ipotesi di accordo tra Rsu, sindacati e Nestlè su la Perugina di San Sisto. Ipotesi che ora sarà al vaglio delle assemblee in fabbrica.
“Le condizioni che ci hanno portato a sottoscrive l’intesa – spiega in una nota la Rsu di San Sisto – sono prima di tutto i 60 milioni di investimenti previsti, di cui 15 finalizzati a migliorare, ristrutturare ed efficientare la fabbrica, e 45 destinati al marketing. Su quest’ultimo aspetto, nell’incontro odierno ci sono stati illustrati i primi passi che la multinazionale intende compiere, in particolare rispetto al business della confiserie. Per la prima volta – continua la Rsu – c’è un intento chiaro di lanciare nel mondo la Perugina e con essa la nostra città, Perugia, come capitale mondiale del cioccolato. Il Bacio rappresenterà in questo percorso la punta i diamante, un ‘global brand’ made in Italy del mondo Nestlè, che dovrà essere trainante per tutte le altre produzioni e che avrà un canale dedicato per l’ingresso nei mercati mondiali, fatto non scontato in casa Nestlè. Sul piano del lavoro, abbiamo messo nero su bianco che, almeno fino al 2018 e cioè per tutta la durata del piano, non ci saranno azioni unilaterali da parte di Nestlè sui livelli occupazionali. Quindi, niente licenziamenti. Al contempo, sappiamo che in questo triennio, per far fronte alle difficoltà che inevitabilmente deriveranno dall’attuazione del piano, dovremo fare ricorso agli ammortizzatori sociali. Per il 2016 è già attivo il contratto solidarietà che scadrà in agosto. Dal primo settembre tutti lavoratori rientreranno in fabbrica per la curva alta di produzione. Poi, nel 2017 e nel 2018 si ricorrerà probabilmente alla cassa integrazione straordinaria. Su questo però – sottolinea la Rsu – abbiamo concordato una discussione specifica e pretenderemo che la soluzione che verrà adottata consenta di salvaguardare al massimo il reddito dei lavoratori, rispettando rigidi principi di equità”.
Per la Rsu Perugina è “fondamentale” anche la parte di accordo che riguarda la gestione del piano triennale. “Sarà costituita – spiegano ancora i rappresentanti dei lavoratori – una commissione di gestione della quale faranno parte l’esecutivo della Rsu e l’azienda. Questo organismo entrerà nel merito di ogni aspetto del piano, riunendosi settimanalmente per gli aspetti tecnici e gestionali e con cadenza trimestrale/semestrale per quanto riguarda il progetto di sviluppo, il business e il mercato. Rivendichiamo questa parte dell’accordo come una nostra importante conquista – rimarca la Rsu – che ci consentirà di sedere al tavolo in cui si deciderà concretamente l’attuazione del piano”.
“Dopo anni in cui sindacati e Rsu hanno chiesto invano a Nestlè un impegno su Perugia e per Perugia – conclude la Rsu – oggi finalmente siamo di fronte ad un cambio di passo evidente, che richiederà sicuramente sacrifici, ma che potrà garantire un futuro di crescita alla nostra fabbrica e con essa alla nostra città”.
Sull’accordo è intervento anche Filippo Ciavaglia, segretario generale della Cgil di Perugia. “L’accordo su Perugina sottoscritto oggi dalle organizzazioni sindacali e dalla Rsu di San Sisto con Nestlè rappresenta un risultato importante per tutto il territorio provinciale e per l’Umbria. Da anni – prosegue Ciavaglia – come Cgil, insieme alle altre organizzazione e alle categorie, ci stiamo battendo in grande solitudine per segnalare la strategicità di Perugina, il suo fondamentale legame col territorio e le sue grandi potenzialità. Oggi, con la firma di questa ipotesi di accordo, indubbiamente avanzata, che accoglie molte delle proposte della Rsu, si dà una dimostrazione limpida dell’importanza del ruolo del sindacato. La scelta di costituire una commissione di gestione bilaterale del piano, poi – continua Ciavaglia – rappresenta un elemento di sperimentazione avanzato, che si sposa perfettamente con lo spirito delle proposte contenute nella nostra Carta dei diritti universali. Una ragione in più per lanciare con forza sabato in tante città della nostra provincia la raccolta di firme che dovrà portare la Carta in Parlamento e farla diventare una legge dello Stato”.